VENTITRE

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ALESSANDRO




Presente...



Fanculo!

Entro in casa e sbatto la porta. Sono incazzato nero ed è tutta colpa sua! Salgo i gradini e in quel momento vedo Cesare che sta uscendo dalla stanza di Camilla. «Che fai qui? Non dovevi dormire fuori?»

«Lascia perdere!», rispondo percorrendo il corridoio fino alla mia camera. Poco dopo sento bussare e i miei tre fratelli compaiono nel mio raggio visivo.

«Va tutto bene?», chiede Camilla e quando non le rispondo domanda agli altri di lasciarci soli, stranamente le danno retta.

«Quindi non ha fatto sesso? Davvero? Ma così non scoperà mai», sento dire a Cesare. Lui e le sue perle del cazzo.

«Lascia stare Cece che quello è una Leggenda, fidati di me», sostiene il mio gemello e sebbene in un altro momento quel commento mi avrebbe fatto ridere ora vorrei solo prendere a pugni qualcosa.

Camilla chiude la porta e si siede sul letto accanto a me. «Cos'è successo?»

«Abbiamo litigato», dico. «Ho letto un messaggio che le è arrivato da un ragazzo e mi sono incazzato.»

Le racconto dell'accaduto e resta zitta immobile. Non è da lei. «Forza parla, dimmi ciò che vuoi disperatamente dirmi.»

«Ti stai comportando come un fidanzato geloso.»

«Ma è quello che sono! Io. Sono. Geloso. Lei è mia, solo mia da sempre e per sempre!», mi lascio sfuggire.

«Non credo di aver capito molto, ma forse per lei non è lo stesso. Oggi ha detto chiaramente a me e a Susanna che voi siete solo amici speciali, nulla di più. Forse dovresti rispettare questo suo desiderio.»

«Già, perché Cece è stato in disparte a guardare mentre Giacomo ci provava con te, oppure Christian, per non parlare di Filippo!», le ricordo.

«E guarda come ci siamo ridotti! A ferirci a vicenda: prima io quando non volevo dargli una possibilità e poi lui quando mi ha lasciata! Non fate gli stessi errori nostri. Vi conoscete da quanto? Tre settimane? Un mese?»

Le sue parole mi colpiscono come un pugno in pieno viso. Vorrei dirle che io e Chiara ci conosciamo da quasi tutta la vita e che è lei la ragazza che mi ha rapito e spezzato il cuore, ma non lo faccio. Perché, nonostante tutto mi rendo conto che di lei non so più niente ormai.


Non sono più la ragazza di un tempo.


Le sue parole si scandiscono con precisione nella mia mente e io non ho la più pallida idea di ciò che dovrei fare. Lo chiedo a mia sorella, nella speranza che possa in qualche modo aiutarmi.

«Tu cosa vorresti fare?»

La guardo e alzo le spalle. «Secondo te? Devo andare», dico e alzandomi riprendo la borsa col cambio e i libri per domani e mi precipito di nuovo in strada. Cami mi segue assieme ai miei fratelli fino all'ingresso. «Per quello che vale, spero di rivederti solo domani a scuola!»

Le sorrido prima d'infilarmi in auto.

Quando parcheggio sotto casa sua fumo un paio di sigarette mentre aspetto che qualcuno esca dal portone in modo da entrare. Sono sicuro che se le citofonassi mi manderebbe a cagare e sarei costretto a dormire in auto.

Colonna Sonora Della Mia Vita (the Rossi's Series 4)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora