IX. Timore

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Il giorno seguente fu il temuto giorno della settimana: quello in cui non si fa altro che pulire casa.
Il problema era che, come tutti gli altri giorni, avrei anche dovuto cucinare ed andare a lavoro... non avrei avuto nemmeno un po' di tempo per iniziare un altro libro o ballare un po'... che tristezza.

Fortunatamente, nonostante le ore piccole della notte precedente, mi svegliai presto e fui veloce a sbrigare la lista infinita di faccende.
Uscii di casa e andai a fare qualche compera.
Per pranzo avrei cucinato il piatto preferito di Amy: riso e curry.
In realtà non ero certo che fosse il suo preferito... ma tra quelli che cucinavo io lo era certamente.
Le avrebbe sicuramente messo il buonumore e le avrebbe dato la carica per affrontare la giornata ed infine riuscire a parlare con il suo capo. Sarebbe andato tutto bene, bisognava solo partire da un piatto di riso!

Tornai a casa con gli ingredienti necessari e cominciai ad indaffararmi con le pentole e gli ingredienti.

Quando Amy si svegliò era quasi pronto.

"Ma cos'è questo odore? È arrivato fin nella mia stanza persino con la porta chiusa!" mi chiese una volta entrata in cucina.

"Riso e curry" dissi raggiante.

"Sei serio?" chiese avvicinandosi. Osservò il mio operato.
"Quando hai preso gli ingredienti?"

"Stamattina" risposi.

Mi guardò con gli occhi sbarrati
"Veramente? Hai fatto anche le pulizie?"

"Certo" risposi fiero.

"A che ora ti sei svegliato?" chiese sorpresa.

"Questo non te lo dirò poiché non è un'informazione indispensabile" risposi.

"Cos'è, hai mangiato un libro di saggistica a colazione oggi?"

Le feci il verso, poi aggiunsi:
"No, anzi ho finito il libro"

Sorridendo mi chiese:
"Ti è piaciuto?"

"Moltissimo" risposi.

Ci sedemmo a tavola dopo aver preparato i piatti.
Lei era così di buon umore che mangiò contenta chiedendo anche il bis.
Ero felice di essere riuscito nel mio intento.

Mi resi conto che aveva iniziato a fissarmi mentre io finivo il mio pranzo.
Alzai lo sguardo e le chiesi:
"Perché sorridi e mi fissi?"

Il suo sorriso divenne ancora più ampio e distolse lo sguardo.
Rifletté per qualche secondo, poi rispose.
"È passato quasi un anno da quando sei qui... ma non sei cambiato per nulla..."

"Dovrebbe... essere un complimento?" chiesi dubbioso.

"Penso tu possa vederlo così... è straordinario come tu sia riuscito a restare te stesso..."

"Che intendi?" domandai.

"Per quanto tu cerchi di lottare, questo posto ti cambia. È marcio e prima o poi persino i fiori iniziano ad appassire qui"

"Ci vuole buona volontà" commentai.

"Già... forse è questo..."

"Poi perché dici così? Tu vivi qui ma sei una brava persona" dissi dopo un po'.

Fissò il bicchiere, per un attimo mi parve di vedere quel sorriso svanire.
"In fondo... non hai torto" disse.

Una volta terminato il pranzo, si alzò da tavola ed andò a prepararsi.
La sentii persino canticchiare mentre era su.

Prima che andasse le augurai buona fortuna.

Mi occupai dei panni ed andai a mettere a posto la mia camera.
Era già tardi.
Feci una doccia, mi vestii velocemente ed andai subito a lavoro.

Quella sera mi sembrò davvero uno scherzo: i soliti clienti avevano portato degli amici per fare assaggiare loro i cocktail "del novellino".
Tutto ciò mi mise ancora più pressione.
Fortunatamente quella sera riuscii a non fare finire a terra nessun bicchiere. Jim mi aveva anche insegnato qualche trick d'effetto nel pomeriggio e adesso continuava a guardarmi con sguardo fiero mentre li provavo davanti ai clienti: sembrava uno di quei padri che guardano fieri i figli...

Un'altra giornata di lavoro proficua e tranquilla.

Non vedevo l'ora di arrivare a casa per sapere come era andata ad Amy.

Purtroppo però, quando arrivai, lei non c'era.

Le mandai un messaggio.
Non lo ricevette.

Era tutto troppo strano.

Scrissi a Shaila.
Rispose dopo cinque minuti.

[Shaila]

Tranquillo, abbiamo avuto un contrattempo. Torneremo fra un po'. Amy dice che se sei stanco puoi andare a dormire.

Mi tranquillizzai.
Decisi di aspettarla e cenare insieme.

Dopo circa mezz'ora sentii la chiave entrare nella serratura ed il portone si aprì.
Amy piangeva a dirotto tra le braccia dell'amica.

Il mio cuore saltò un battito.
"Cos'è successo?" chiesi preoccupato, alzandomi dalla sedia ed andando verso di loro.

"Felix vai a dormire per favore" disse Shaila.

Restai bloccato. Non volevo andare via. Ma cos'altro potevo fare per essere d'aiuto?

Shaila mi guardò restare lì, immobile, e sospirando esasperata disse:
"Per adesso prendi un bicchiere e dell'acqua per favore... e anche dei fazzoletti"

Feci quello che mi aveva chiesto, nel frattempo entrambe si erano sedute al tavolo.
Amy aveva tutto il trucco rovinato dalle lacrime e la guancia arrossata.

"Cos'hai fatto all-"

"Felix." disse in tono di rimprovero Shaila.

Amy continuò a piangere per un po'.
Rimasi lì in piedi, a fissarla, senza sapere cosa fare.
Shaila continuava ad accarezzarle la schiena, sussurrandole di respirare lentamente.
Quando riuscì a calmarsi asciugò le sue lacrime, poi parlò.
"Va tutto bene, tranquilla." disse rivolgendosi all'amica.

Prese un respiro.
Sospirò.

"Ho provato a parlare col capo." disse trattenendo le lacrime e provando a mantenere il respiro costante.
"Abbiamo litigato, mi ha detto che non posso abbandonare in nessun modo la nave perché i loro guadagni valgono più di qualsiasi altra cosa" continuò.

Aveva omesso volontariamente qualcosa, perché di sicuro quel rossore non se l'era procurato da sola.

La guardai mentre altre lacrime lasciavano i suoi occhi per finire sulla superfice del tavolo.

"Nessun compromesso?" domandai.

"Nessuno." disse sconsolata.

Tornò a piangere.

Mi sentivo inutile, agitato, preoccupato e con la testa per aria.
Non l'avevo mai vista in quello stato.

Dopo un po' Shaila mi disse di seguirla all'entrata.
"Felix... è meglio se vai a dormire. La conosco da tanto tempo, so com'è fatta. Ha sempre avuto questi alti e bassi a lavoro. Non devi preoccuparti, so come farla calmare. Tu va a dormire, qui ci penso io, okay?" mi disse a bassa voce.
Tentò di fare un sorriso, probabilmente per rassicurarmi.

"Va bene" risposi.

Non dissi nient'altro, salii su chiudendomi in camera.
Quella notte non riuscii a dormire.

Black petals of a Blue rose - MAXIDENTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora