XLII. Pericolo

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Note dell'autore: nel capitolo vi è un trigger warning. La parte che lo riguarda è parecchio lunga, scorrete fino all'indicazione di fine per continuare, nel caso in cui l'argomento vi turbi.
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Il fumo lasciava la mia bocca.
Ma non era per il freddo, quello non era ancora arrivato.
Fumavo una sigaretta, appoggiandomi al muro come sempre, cercando di rilassarmi prima di quella serata.
Davanti a me svettava il grattacielo specchiato in cui il mio capo aveva il suo "studio".
Non c'era traffico, solo qualche taxi che passava di tanto in tanto.
Sembrava tutto così silenzioso, o forse era solo la mia testa che cercava di ignorare tutti i suoni ed i rumori.

Spensi la sigaretta che avevo fra le dita contro la ruvida parete e la tenni in mano, per poi gettarla nel posacenere davanti alla vetrata che costituiva l'entrata.

Superata la grande porta a vetri, feci un cenno al portinaio, che sbloccò l'ascensore. Era lucido e luminoso come sempre, non un'impronta sullo specchio, non una sbavatura a terra. Evitai anche quella sera il mio riflesso.
Pigiai il pulsante istintivamente, lasciando alle mie dita ricordare quale fosse il tasto senza cercarlo con gli occhi.
Salì in modo rapido e silenzioso, giungendo direttamente all'interno dell'appartamento.
Mi diressi verso il salone: la vista dalla lunga parete trasparente era sempre stupenda, si potevano ammirare tutte le luci della città.
Una delle ragazze sedute sul divano mi salutò ed io ricambiai.

Mi avviai verso lo studio del capo, bussando alla sua porta.
"Avanti" ricevetti in risposta.

Abbassai la maniglia, aprendo la porta ed entrando.

"Buonasera, sei in ritardo"

"Di un minuto" risposi.

"A volte un minuto può essere prezioso, sai?" mi rispose col solito tono affabile, in mano un bicchiere di gin giapponese. Chiunque l'avesse visto avrebbe pensato che fosse un semplice uomo d'affari, dal fascino irresistibile e di grande cultura.

E lo era.
Oltre ad essere un pappone.

"Siediti pure, le ragazze si stanno preparando. Vuoi del Whisky?"

"Volentieri, grazie" risposi.
"Anche loro hanno da fare stasera?" domandai, guardandolo versare il liquido ambrato in un bicchiere e poi porgermelo.

"Stasera lavorate insieme, hanno pagato bene per un bel gruppetto scelto"

"Orgia?" domandai prendendo il freddo bicchiere tra le dita.

"Qualcosa del genere"

Mandai giù tutto il contenuto.

"Non te ne verso mica dell'altro, dovresti andarci piano" disse ridendo.

"Non mi piace andarci piano" risposi battendo il bicchiere al tavolo, anch'esso di vetro.

"Nervoso stasera?" disse ancora, fra una risata ed un altro sorso.

"Vado a prepararmi, ci si vede più tardi." dissi voltando le spalle e uscendo dalla stanza.

Una volta chiusa la porta cacciai fuori un sospiro.

Dentro di me sperai che mi avesse mentito e che semplicemente ci saremmo ritrovati tutti a prostituirci nello stesso posto, perché quello a cui stavo pensando non era per nulla piacevole.

Mi incamminai nel corridoio buio, dirigendomi verso l'unica stanza da cui proveniva della luce.
La porta era aperta.
Dentro le ragazze si stavano truccando.

"Felis!" disse Nuria, con il suo solito accento spagnolo.

"Hey" disse Ania sorridendomi. Indossava un vestito verde di pailettes, corto e attillato, e dei tacchi a spillo neri. Sedeva di fronte alla toletta, mentre finiva di aggiungere dettagli al suo make-up.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 08 ⏰

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