XXXIII. Sorrisi

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Rivedemmo Amy dopo quattro giorni.
Quattro giorni lunghissimi, che lei trascorse sotto monitoraggio, facendo diversi controlli.

Stava bene, l'operazione era stata un successo.

Quando tornò a casa era più affaticata del solito.
Non riusciva a parlare bene, né a muoversi molto.
Decidemmo di aiutarla a salire su.
La dottoressa raccomandò che trascorresse tre settimane minimizzando assolutamente i movimenti, per riprendersi al meglio.

Io dovetti tornare a lavoro, Shaila e le sue sorelle facevano del loro meglio per aiutarmi ad accudirla.
Io, seppure stanco, riuscivo ad occuparmi di lei durante il mattino.
Ci supportammo a vicenda, come una vera famiglia.

Periodicamente i dottori venivano a visitarla a domicilio, controllando che vi fossero miglioramenti.
Continuava a prendere le solite medicine ed altre se ne erano aggiunte.

Riuscì nuovamente a parlare, con sorpresa anche dei medici, dopo appena dieci giorni. Si stava davvero riprendendo al meglio.
Farla ridere al momento era un no assoluto, perché l'avrebbe fatta affaticare troppo.
Trascorreva la maggior parte del tempo a letto a leggere o a guardare serie.
Ogni tanto la aiutavamo a fare qualche breve camminata per la stanza per sgranchire le gambe o per andare verso il bagno.
Era ancora molto affaticata e bisognava stare attenti a possibili incidenti.
Fummo meticolosi e, grazie al cielo, quelle settimane andarono alla grande.

Amy stava finalmente meglio ed io ero davvero felice.

Avvertii anche Jeongin.

Dave e Sasha dissero di voler organizzare una festa a sorpresa al locale, tenendolo chiuso al pubblico per una sera, non appena possibile.
Non vedevamo tutti l'ora di riaverla fra noi, non solo a lavoro, ma di sapere che era finalmente libera di poter uscire di casa.
Mi disse tante volte di voler fare delle passeggiate da sola al parco, o di portarci la bimba a cui aveva fatto da babysitter, che non vedeva da tanto tempo ormai.

Sarebbe stato bello anche fare un picnic insieme.

I pranzi li trascorrevo nella sua stanza, chiacchierando per lo più io, visto che per lei era ancora una fatica farlo troppo a lungo.

Ero così felice che tutto stesse andando bene.
Ero così felice di aver fatto quel dono ad Amy, ed ero felice di vederla finalmente sorridere perché sapeva che la libertà era ormai vicina.

E anche se a lavoro Pedro era uno stronzo e le clienti non erano da meno, la sera tornavo a casa ed il mattino seguente facevamo colazione insieme nella sua stanza.
E tutto andava bene.
E tutto era bello.
E tutto sarebbe stato presto normale.

Solitamente cercavamo di fare i turni, ma quando capitava che Shaila avesse qualche momento libero ci riunivamo tutti e tre per mangiare insieme.

Il primo giorno in cui Amy uscì di casa fu per recarsi in ospedale, sempre grazie all'aiuto di Dave.
Sarebbe iniziata una serie di controlli periodici.

I primi registrarono dei miglioramenti.
I medici raccomandarono ancora assoluto riposo per diverse settimane.

I controlli seguenti furono persino più ottimisti.
Inizialmente ogni settimana e, dopo due mesi, ogni due settimane.
Col tempo si sarebbero distanziati sempre di più.
Amy si stava riprendendo in fretta.

Riuscì ad uscire, con le proprie gambe e senza affaticarsi troppo, dopo due mesi dall'operazione.

Io e Shaila la portammo al parco per un picnic e una breve passeggiata.
Quel giorno il sole sembrava splendere come non mai, il cielo era azzurro, senza foschia o nuvola alcuna.
Il vento spirava fresco ed il sole era così caldo sulla pelle.
Restammo lì, sdraiati sul telo sotto un albero a godere di quell'aria e dei raggi del sole che arrivavano su di noi.
Amy era così felice, come non lo era stata da lungo tempo.
Realizzai da quanto tempo non vedevo più il suo vero sorriso, da quanto tempo non l'avevo più vista felice, da quanto tempo i suoi occhi avevano smesso di brillare.
Eppure tutto quello stava tornando, stava tornando in fretta, trasportato da quel calore estivo che si diffondeva sempre più in fretta.
Ed in estate avremmo dovuto fare maggiore attenzione a lei, perché con le alte temperature sarebbe arrivata la spossatezza.
Ma ogni volta che usciva questo argomento lei ci rimproverava dicendoci di dimenticarcene e goderci il momento, e aveva ragione.
Quel giorno ci disse che avrebbe tanto voluto andare a mare presto.

Poi venne la festa a sorpresa al locale.
Sasha e Dave avevano addobbato con festoni tutta la sala, tanto che era diventata irriconoscibile.

Per l'occasione non c'era solo l'intera famiglia di Shaila ma era stato invitato anche Jim.
Avevamo chiesto anche a Ben e Jeongin di unirsi, ma entrambi avevano dovuto declinare l'invito per degli impegni.

Finalmente Amy era libera anche di mangiare ciò che voleva, anche se, per il momento, in dosi molto ridotte.

Quel posto non sprizzava di allegria da lungo tempo e fu quasi come tornare ai vecchi tempi, quando Amy aveva appena cominciato a lavorare lì, quando Sasha si era unita e Dave ed Amy avevano cominciato a complottare per farci mettere insieme o farmi scherzi.

Mi mancavano quei tempi.
Ed in quel momento, mentre tutti schiamazzavano, ridevano, parlavano sopra quel sottofondo di musica latina, mangiando e bevendo felici, il cuore mi si scaldò.
Era bello vedere tutti felici.
Era bello tornare nel passato anche se eravamo nel presente.
Era bello essere insieme.
Era bello divertirci.
Era bello sentirsi un po' vivi.

Black petals of a Blue rose - MAXIDENTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora