XXV. Corruzione

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Note dell'autore: lungo il capitolo troverete un trigger warning. Se siete sensibili potete saltare la parte fino a dove è segnata la fine. Sono riferimenti leggeri, che ci saranno lungo anche il resto del capitolo
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Erano trascorsi pochi giorni dalla sera in quel palazzo ed ero di nuovo lì, seduto su quel divano.

Quel giorno avevo chiesto a Sasha di poter prendere il suo posto durante il turno del pomeriggio, chiedendole di fare il turno di sera al posto mio.
I ragazzi non rifiutavano mai le mie richieste per venirmi incontro, visto che sapevano quanto la mia situazione fosse difficile di quei tempi.

Anche quella sera ero nervoso, ma almeno ero un po' più convinto sul da farsi ed ero certo di star compiendo la scelta giusta. O almeno era quello che continuavo a dirmi, tentando di combattere contro i pensieri contrastanti nella mia testa.

Ero andato sempre allo stesso orario e, ancora una volta, non avevo trovato nessuno alla hall.
Avevo raggiunto l'ufficio del signor Maxime autonomamente, certo però che avessero già notato la mia presenza da qualche telecamera di sicurezza.

Mi aveva accolto, ancora una volta sorridente.
Mi aveva spiegato che lui non si occupava direttamente di gestire il giro di prostituzione ma che aveva delegato un suo fidato amico ad occuparsi di tutto.

Nel mio caso avrebbe fatto un'eccezione perché si sarebbe impegnato personalmente per donare all'ospedale la somma necessaria per le cure di Amy.

Mi aveva rassicurato sul fatto che si sarebbe accertato che i pagamenti venissero effettuati in forma anonima ma che, ovviamente, il tutto sarebbe accaduto solo e soltanto se avessero appurato la mia serietà.

Mi diede il contatto di Pedro, il suo amico. Mi disse che sarebbe stato lui ad inviarmi dei messaggi con la posizione degli appartamenti in cui sarei dovuto andare a lavorare.
Sì, perché inizialmente avrei dovuto fare tutto a domicilio.
Una volta che mi fossi guadagnato la loro fiducia, mi avrebbero comunicato un indirizzo in cui si trovavano l'ufficio di Pedro e gli appartamenti di possesso di Maxime, usati come luoghi d'incontro, centro di quel giro di affari.

E così giunse la mia prima notte di lavoro.

tw: riferimenti vaghi ad episodi di prostituzione

Di quel giorno non ricordo molto, probabilmente chiesi, anche quella volta, di scambiare il turno con Sasha.

Raggiunsi facilmente l'edificio con un bus ed entrai in casa di una signora che aveva circa una quarantina d'anni.

Pedro mi aveva rassicurato, dicendomi di non essere troppo nervoso: alla signora era stato comunicato che non avessi esperienza e proprio per questo lei aveva pagato profumatamente per godersi "la mia compagnia".

Cosa accadde?
Non lo ricordo bene.
Fu tutto annebbiato, come un incubo che ti fa tanto terrore ma che, una volta sveglio, non ricordi più.

Ricordo solo momenti vaghi, in questo grande letto duro e la striscia di led blu che percorrevano il soffitto dal lato della testiera del letto.
Ricordo però come mi ero sentito: un oggetto.
Usato come meglio si preferiva, toccato più e più volte, girato e rigirato fra le mani e poi gettato.

Eppure, guardando un po' più avanti nel mio passato, sono sicuro di poter dire con certezza che lei fu una delle persone più gentili che avrei incontrato e forse fu proprio un bene avere lei alla mia prima esperienza e non qualcun altro, che avrebbe certamente fatto di peggio.

Non ricordo quando mi rivestii, né quando uscii dall'appartamento e scesi le scale. Ricordo la sensazione che provavo sul bus, aspettando la mia fermata: gli occhi bruciavano ed ero vuoto.

Black petals of a Blue rose - MAXIDENTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora