Albus sentì qualcosa di metallico toccargli la schiena mentre ruotava a tutta velocità. Stringeva la mano di Connor, fregandosene degli affilati artigli che premevano sui suoi polpastrelli. Sentì lo stomaco restringersi e poi si lasciò andare: vomitò. Non seppe dove il vomito andò a finire, e nemmeno lo voleva sapere. Dopo quelli che avrebbero potuto essere dieci secondi, atterrarono violentemente su della terra umida e fresca. Il loro volto era rivolto verso il cielo cosparso di stelle. Quel posto era pieno d'alberi...
"Aaaaaaaahhhhhh" Connor stava urlando e ululando dal dolore, mentre i suoi peli diminuivano sul suo corpo. Anche la sua massa corporea diminuì, e gli artigli sparirono, lasciando spazio a delle semplicissime unghie umane. Dopo alcuni secondi di urla e spavento per Albus, Connor ritornò umano, sospirando in una maniera pazzesca.
"La Smaterializzazione... mi fa tornare... normale..." Disse tra un profondo respiro e l'altro.
Albus lo guardò, poi si rimise a guardare le stelle, sperando che tutto quello che era accadutto fosse solamente un sogno.
"Dovete spiegarmi tutto... come cavolo siete arrivati lì?... E come sapevate che io ero lì? Sapete che posto era quello?"
Il volto di Connor, che pochi attimi prima era stanco e un po' addolorato, come tre anni prima nell'aula di Pozioni, diventò gelido, come quello di sempre.
"Scorpius..." Albus lo chiamò, visto che ancora non aveva parlato. Si udirono solamente i pesanti sospiri dei ragazzi.
"Scorpius" Si mise su a sedere, cercando di vederlo bene.
"SCORPIUS!" Si alzò di scatto e si mise in ginocchio accanto a lui, guardando terrorizzato il coltello del ladro infilzato nel punto in cui ci avrebbe dovuto essere il cuore.
"Oh no... Oh Scorpius... Andiamo!" Lo strattonò con forza, prendendolo a pizze e agitando la testa per vedere se ci fosse qualcuno che lo potesse aiutare.
"Oh no! Non respira!" Le lacrime in volto lo stavano divorando.
"Connor... Connor... No... Aiutami... Ti prego. Scorpius... non morire... no..."
Connor, con una calma incredibilmente inquietante, si alzò e si mise in ginocchio accanto a Scorpius. Borbottò qualche incantesimo, e il coltello, metà infilzato nella carne e metà fuori, si staccò, come una foglia si staccava da un albero. Levitò per alcuni centimetri finché lo prese e lo buttò da una parte. Mentre Albus ripeteva "Scorpius" sottovoce per quelle che avrebbero potute essero cento volte, il Serpeverde toccò delicatamente il polso di Malfoy. Rimase quasi venti secondi fermo in quella posizione.
"Allora, cosa c'è? Cos'hai scoperto?" Chiese rapidamente Albus disperato.
Connor si alzò, levò la bacchetta a mezz'aria ed evocò un Patronus, che ovviamente era un bel lupo. La figura argentea prese la rincorsa e poi sparì dietro gli alberi, verso Hogwarts. E proprio in quel momento Albus capì che si trovavano nella Foresta Proibita.
"CONNOR! COSA STAI FACENDO?" Albus stava per svenire: si sentiva malissimo. Gli importava solamente di Scorpius, una grande macchia rossa che colorava la sua maglia grigia, sulla parte del petto.
"Albus..." Connor mantenne sempre quel viso gelido, ma i suoi occhi si stavano colorando di un grigio spettrale e il volto di un giallastro inquietante "Scorpius è morto"
Sentì qualcosa dentro di sé cadere, cadere e attraversare la terra, lasciarlo per sempre. Il suo volto si imbiancò all'improvviso, i suoi occhi si gonfiarono ancora di più di lacrime, e in quel momento voleva morire anche lui. Il suo cuore sembrava battere a rallentatore, mentre posava dolcemente gli occhi sulla sagoma senz'anima di Scorpius Hyperion Malfoy, la bocca e gli occhi chiusi, come se fosse caduto in un lungo sonno. Le sue braccia erano spalancate, come in segno di arresa: ma Scorpius Malfoy non si era arreso, aveva combattuto, aveva salvato Albus.
STAI LEGGENDO
Al Potter: non tutto finisce
FanfictionUn mondo fatto di magia, di colpi di scena, di morte, di amore e di rabbia. Un mondo che ci ha accompagnato per molti anni e che non dimenticheremo mai. Il fantastico mondo che ci ha regalato la Rowling. Un mondo troppo coinvolgente per farlo volare...