Incisi nei duri lineamenti di Draco c'erano disgusto e odio. Ma qualcosa dentro di lui - ovvero dentro Albus - sembrava avere delle mani, delle mani che, partendo dal cuore, raggiungevano Scorpius. La sua adolescenza, sempre se si poteva definire in tal modo, era legata a Malfoy quanto quella di suo padre era stata legata a quella dei suoi zii, Ron e Hermione. Non riusciva ancora a realizzare che il ragazzo che aveva a pochi metri di distanza lo avesse tradito per sette lunghi anni, e che al primo giorno del primo anno lo avesse comandato, spingendolo ad accettare la Nota Selettiva. Immagini e ricordi saettavano da una parte all'altra della sua mente - aveva una mente o no? -.
"Padre, ma cosa..."
"Stai zitto, n-non fiatare" Quelle parole lo fecero tremare ancora di più. Voleva andarsene da quel corpo, perché era veramente una sensazione disumana, aldilà di quanto avesse mai provato prima.
Una parte di lui stava cercando di aggrapparsi a tutti i momenti vissuti con Scorpius, a tutte le risate e a tutte le notti trascorse insieme nella stessa stanza, a tutti i pasti, a tutte le lezioni e a tutti gli interminabili viaggi nell'Hogwarts Express. Non poteva ucciderlo, non ci sarebbe riuscito. Mentre un'altra parte, forse un lato malvagio che gli aveva offerto volentieri la morte, spingeva Albus a farla finita, ad ammazzare il giovane di fronte a lui e uscire dal corpo del ladro. Sempre se avesse funzionato. Ma cosa diavolo avrebbe potuto fare? Era l'unica soluzione.
I suoi occhi, ora grigi, si mossero in tutte lei direzioni. Gli venne quasi da vomitare di nuovo nel vedere il suo corpo morto, posizionato in una strana angolatura. Provò un'altra volta un miscuglio di emozioni indescrivibili, quasi morte. E solo ora si rese conto di quello che aveva il cadavere sul petto. Sembrava un disegno. Gran parte del petto non era coperto dai vestiti e qualcosa di rosso vi perdeva sangue: una cicatrice a forma di saetta.
Gli venne voglia perfino di ridere.
"Perché lo guardi in quella maniera, padre? Cos'è successo?" Gli occhi azzurri di Scorpius luccicarono sotto il bagliore rosso della ruota panoramica sopra di lui.
Albus, incapace di parlare, lo fissò a bocca aperta. Non aveva forze. Gli erano state strappate via dopo tutto quello che aveva sentito e visto. E poi notò che il suo braccio si era abbassato: non ricordava di averlo mai fatto. Spostò di nuovo lo sguardo sul petto del suo corpo morto. La cicatrice a forma di saetta continuava a perdere sangue e sembrava luccicare come gli occhi del traditore. Gli venne improvvisamente in mente suo padre, Harry, e di come anche lui si era procurato la cicatrice: dopo essere stato colpito sotto protezione da un Avada Kedavra.
Tutto torna, pensò.
Era stato colpito da una Maledizione Mortale sotto la protezione di sua sorella, la Protezione Fedele, una protezione minore rispetto a quella che aveva avuto Harry. Era stato spedito nella mente di Draco Malfoy, un luogo della battaglia completamente desolato e scombussolato. Poi era stato catapultato - forse con l'anima ancora viva - nel corpo del ladro.
Come può essere tutto vero?
La cicatrice a forma di saetta. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso, come se quella fosse il simbolo di tutto, il simbolo disegnato sulla fronte del Ragazzo-Che-È-Sopravvissuto.
Basta pensare, agisci!, si rimproverò da solo.
Scosse la testa e ritornò al presente.
"Padre, cos'hai intenzione di fare? Perché prima..."
Ma un urlo che Albus credette disumano, di un altro pianeta, di un'altra razza intelligente, perforò l'aria.
Si voltò di scatto: Rose correva verso di lui, la bacchetta levata, il volto rigato dalle lacrime.
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Al Potter: non tutto finisce
FanfictionUn mondo fatto di magia, di colpi di scena, di morte, di amore e di rabbia. Un mondo che ci ha accompagnato per molti anni e che non dimenticheremo mai. Il fantastico mondo che ci ha regalato la Rowling. Un mondo troppo coinvolgente per farlo volare...