L'atto finale

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Tutto l'odio che provava per il ragazzo che fino a pochi minuti prima considerava la bestia peggiore che potesse esistere sulla faccia della terra svanì. Un mantello di tristezza e dolore lo avvolse, e qualcosa di più spesso di un semplice mantello gli perforò il cuore: la storia di Connor Spartamus lo aveva letteralmente sconvolto. Non se lo sarebbe mai aspettato. Pensò per un attimo se tutto quel trambusto fosse accaduto a lui. Non poteva nemmeno minimamente immaginare di uccidere inconsapevolmente Ginny o un suo amico. Non riusciva a concretizzare l'idea. Scosse la testa e, molto lentamente, si alzò a sedere e si sentì più libero, libero da tutto il disgusto e l'odio che aveva provato nei confronti del lupo per tutti quegli anni. Ma qualcosa dentro di lui ardeva ancora forte, e ora avrebbe potuto essere una piuma bagnata: leggero, ma zuppo di qualcosa che lo faceva cadere giù in fretta...

"Dov'è? Dov'è andato?" Chiese meravigliandosi del suo tono calmo e freddo.

"Albus... è andato via... tornerà"

Un senso di colpa minaccioso gli premette contro il petto. Inspirò più aria possibile, come se servisse a farlo tranquillizzare. Ma nitide immagini di Connor che assaliva la madre gli offuscarono il cervello. Che cosa brutta che era l'incoscienza. Sembrava che sentisse ancora il calore delle lacrime di Connor scorrergli sul viso.

Provò a dire qualcosa, ma si afflosciò di nuovo a terra e puntò gli occhi su nel cielo, osservando l'immensità delle stelle che, seppur lontane, gli parvero mille volte più grandi di lui. Si muovevano lentamente... così piano che per un momento parvero cantare una ninna nanna. Al chiuse gli occhi, credendo che così potesse addormentarsi e dimenticare tutto per un po'. Ma qualche altro odio profondo lo sommerse di nuovo. Avrebbe voluto sputare in faccia a Mark, il padre di Eyolf. Davvero era esistita una persona del genere? Viziare la moglie e trascurare il figlio affetto dalla sindrome della licantropia... Ma Mark aveva commesso l'errore più grosso della sua vita: aveva cacciato suo figlio, che era un bambino dall'aria troppo trasandata, fuori di casa. E Eyolf si era trasformato e aveva ucciso entrambi i genitori, inconsapevolmente. Ma, pensò Al, anche se fosse stato cosciente, li avrebbe comunque fatti fuori. E Lucinda... povera Lucinda... farsi sentir dire che suo figlio era un mezzo lupo mannaro... che suo marito si ubriacava. Inspiegabilmente, Eyolf aveva cominciato a ubriacarsi e a spendere i soldi, che avrebbero dovuto essere spesi per la Pozione Antilupo, sia per lui sia per Connor, per comprare alcool. Come aveva potuto esistere un padre così? Era tutta colpa sua se Lucina era morta. Avrebbe dovuto prendere la Pozione Antilupo e darla al figlio. Ma lui era diventato un ubriacone, e la sua stupidità gli aveva fatto perdere una moglie, l'unica donna che gli era stata vicina per così tanto tempo e che lo aveva aiutato in questioni che forse lui non avrebbe mai risolto da solo.

Albus scacciò per un istante quei pensieri, e fissò le stelle più intensamente, catturandole con gli occhi verdi di sua nonna, di suo padre, e di sua sorella...

D'un tratto le stelle luminose si chiazzarono di blu, o almeno era quello che stava accadendo dentro la sua testa. Blu... il colore degli occhi di Filenide, di Eyolf, di Lucinda, di Connor. Di Connor... Il ragazzo solo ma forte, trasformato da persone che avrebbe creduto migliori.

"Ora capisci perché ci sto insieme? Ora capisci quanto lui possa sentirsi solo? Capisci quanto ha bisogno di amare e di avere una persona al suo fianco?" La voce di Rose lo cullò con grazia.

"Sembra che lo devi fare per forza, però" Osservò Albus fiutando l'odore di pioggia misto a terra. Udì il suono di una chitarra in lontananza.

"No, non lo sto facendo contro la mia volontà. La sua storia mi ha toccato moltissimo, ed è stato tipo come... se il mio corpo fosse stato attratto dal suo. Come una calamita che non si sarebbe mai più potuta staccare. Ho sentito il bisogno di stargli vicino..."

Al Potter: non tutto finisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora