Una settimana passò come una Maledizione Senza Perdono colpiva un innocente. Non ci fu nessuna novità e per Albus e compagni furono sette giorni di solo studio.
"Salve professoressa McGonagall"
"Oh, Albus. Ti stavo aspettando, tè?" Chiese con aria dolce.
"Ehm... No la ringrazio" Rispose un po' timido rimanendo in piedi sulla soia dell'ufficio della Preside.
"Bene, non posso mica insegnarti un Incantesimo di Disarmo qui nel mio ufficio, no? Seguimi"
La preside si alzò e, dopo aver riposto un libro su una mensola di legno, superò Al e camminò. Al la seguì, chiedendosi dove lo stesse portando. Fuori al parco? Ad Hogsmeade?
"Professoressa, dove andiamo?" Chiese mentre salivano una rampa di scale.
"Nella Stanza delle Necessità" Disse lei asciutta salutando il professor Frigan di Astronomia, vestito di un lungo mantello blu brillantinato.
"Ehm... E cosa sarebbe?" Non aveva mai sentito parlare di quella stanza. Forse era una stanza segreta o una stanza che usavano solamente i professori.
"Eccola" La McGonagall indicò ad Albus un enorme parete, bloccandosi di colpo.
Albus fissò la parete: non c'erano porte o passaggi secondari. Rimase per un paio di secondi immobile, poi chiese "Da dove si entra?" Di certo non potevano passarci di traverso, sarebbe parso assurdo.
"Oh, un secondo" Gemette lei.
Parve pensare intensamente, e all'improvviso, il cemento davanti ai due sparì, facendo spazio ad una grande porta di ciliegio. Albus rimase stupito.
"Come ha fatto?"
"La Stanza delle Necessità appare solo se si necessita di qualcosa di molto importante, in questo caso mi serve un luogo sicuro dove posso insegnarti l'Expelliarmus" Disse lei a mo' di spiegazione mentre abbassava la maniglia. Varcarono la soia e si ritrovarono dentro una stanza gigantesca.
Eccola, grande quanto una cattedrale, con migliaia di oggetti sparsi dappertutto. Le pareti erano occupate da librerie di legno e al posto delle sedie c'erano grandi cuscini di seta. In fondo alla stanza, una scaffalatura ospitava una serie di strumenti come Spioscopi, Sensori Segreti e un grande Avversaspecchio scheggiato
Dopo una decina di minuti di dimostrazioni e una piccola spiegazione, Albus era pronto.
"Bene Albus. Punta la tua bacchetta contro la mia, sii chiaro" Ordinò la Preside puntando gli occhi su quelli del ragazzo.
"Devo disarmare lei?" La proposta della preside era un pò rischiosa.
"Certo, avanti" Lo incoraggiò allungando un angolo della bocca in un sorriso.
Albus inforcò la bacchetta e prese la mira. Quello era l'incantesimo preferito del padre...
"Expelliarmus!"
Niente. Nemmeno un soffio d'aria. La delusione invase Albus da capo a piedi.
"Concentrati Al, questo incantesimo è uno dei più utili nel mondo magico. Al primo tentativo puoi sbagliare, come tutti gli incantesimi. Dai, su, riprova"
"Ok" Albus trasse un bel respiro, chiuse gli occhi pieni di speranza e senza guardare lanciò l'incantesimo.
Uno sbuffo rossastro fuoriuscì dalla sua bacchetta e quella della preside schizzò in aria; gli occhi di Al si riempirono di pura felicità: ce l'aveva fatta. Una vera soddisfazione. Avrebbe voluto scriverlo subito ad Harry. La McGonagall rimase stupefatta.
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Al Potter: non tutto finisce
FanfictionUn mondo fatto di magia, di colpi di scena, di morte, di amore e di rabbia. Un mondo che ci ha accompagnato per molti anni e che non dimenticheremo mai. Il fantastico mondo che ci ha regalato la Rowling. Un mondo troppo coinvolgente per farlo volare...