Sotto la ruota

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Il terrore gli lacerò il petto e i suoi lineamenti furono modellati del tutto dall'incredulità. Non è vero; non può essere vero.

L'urlo di spavento non lo lasciò mai: rimase lì, in ginocchio, ai piedi di Draco Malfoy, senza dire una parola.

"Hai recitato molto bene la tua parte, figlio" Le labbra secche e giallognole dell'uomo si mossero appena e i suoi occhi grigi penetrarono quelli verdi di Albus.

"Un gioco da ragazzi, padre" Rise beffardo Scorpius in risposta. Teneva la bacchetta levata puntata contro il petto di Albus.

Non è vero, stai solamente sognando. Sei morto, sei solamente morto, è tutto finto.

L'ampia, pallida fronte dell'uomo era imperlata di sudore e i suoi capelli erano unticci e raccolti tutti quanti all'indietro.

Sei morto; stai immaginando tutto.

I due Malfoy gli parvero due Maledizioni Mortali. Il più basso nascondeva un ghigno e fissava Albus con una ferocia che avrebbe potuto far invidia a Fenrir Greyback. Il più grande era ancora lì, immobile e la Bacchetta di Sambuco stretta in pugno.

Non può essere vero. Scorpius non farebbe mai una cosa del genere. Il tuo migliore amico non ti tradirebbe mai.

Sette anni di scuola corsero da una parte all'altra nel cervello di Albus, come se viaggiassero sopra un piccolo Hogwarts Express, e lui, sopraffatto da un migliaio di emozioni indescrivibili, scosse la testa.

"Tu... no... Draco... non puoi essere..."

"Smettila di meravigliarti ed alzati in piedi, feccia" Vide improvvisamente la mano di Scorpius afferrarlo per il colletto del giacchetto e tirarlo su. Si meravigliò di tutta la forza che ora mostrava il suo... cos'era? Come avrebbe potuto definire Scorpius? Chi era veramente? Non può essere vero.

Il suo sangue fu infettato dalla verità che ormai sembrava concretizzarsi col passare dei secondi: tutto tornava. Tutto era successo perché era così stato stabilito. Era tutta una messa in scena. Era tutta una recita. Draco era sempre stato informato. Il suo cuore sembrava appartenere ad un altro corpo, o addirittura ad un morto, forse ad un Infero.

"Siamo giunti alla fine, Albus" Flautò Draco mentre la luce rossa della ruota panoramica alla sua sinistra gettava raggi infuocati sul posto, unendosi alla già accesa luce del fuoco alle spalle di Albus.

La lingua del ragazzo sembrava essersi legata in un nodo lunghissimo: non riusciva ad emettere alcun suono. 

Ora Scorpius aveva cominciato di nuovo a puntare la bacchetta contro Albus, il cui cuore pareva un grande animale rinchiuso in una gabbia troppo piccola per le sue dimensioni.

Tutto torna. Scorpius è stata la spia di sempre. Scorpius mi ha tradito per sette anni.

E come se fosse comandato da qualcuno, Al parlò. "S-Scorp... Tu? Lui... cos... n-no. Come hai potuto..."

"È stato facile" Lo interruppe Scorpius. Sulle sue labbra aleggiava un senso di malvagità, qusi perfino di derisione.

Perché Albus non era ancora morto? Credeva che lo sarebbe stato a momenti. Credeva che avrebbe raggiunto i suoi nonni e sua sorella. Ma era ancora vivo, davanti a quella verità che ormai lo aveva ucciso dentro, nel profondo di tutto se stesso.

Tutto torna, si ripeté a mente mentre fissava gli occhi grigi schizzati di rosso di Draco Malfoy. È sempre stato così.

Le parole gli scorticarono la gola. "Scorpius... Tutto questo tempo... Tu, tu sei stata la spia. Tu gli hai rivelato i nostri piani. Tu, tu... tu sei suo figlio..."

Al Potter: non tutto finisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora