Verso Hogwarts

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Harry continuò a sorridere e a salutare, anche se era come un piccolo lutto vedere suo figlio allontanarsi...

L'ultima traccia di vapore svanì nell'aria autunnale. Il treno svoltò. La mano di Harry era ancora alzata in segno di saluto.

"Non avrà problemi" mormorò Ginny.

Harry la guardò e distrattamente abbassò la mano a sfiorare la cicatrice a forma di saetta sulla fronte.

"Lo so"

Ginny lo guardò per qualche secondo, un sorriso che gli aleggiava sulle labbra.

"Anche se capiterà in Serpeverde, saremo sempre orgogliosi di nostro figlio".

Harry prese per mano Lily, e, insieme a Ron, Hermione, Ginny e Hugo, si allontanò dal binario 9 e 3/4, dove all'età di undici anni, insieme alla famiglia Weasley, vide per la prima volta la locomotiva scarlatta che lo portò ad Hogwarts, nonché la sua prima, vera casa.

"Cerchiamo uno scompartimento, Rose" Gli occhi di Albus Potter roteavano freneticamente in tutte le direzioni: c'erano ragazzi e ragazzi che lo guardavano curiosi, gli occhi fuori dalle orbite. "Perché mi fissano?"

"Oh, non so, forse perché sei il figlio di colui che ha sconfitto il mago più oscuro di tutti i tempi..." Gli rispose Rose con un sorrisino "... oh, eccolo, sediamoci" E si infilarono dentro uno scompartimento.

Il paesaggio che si mostrava dal finestrino era incantevole, e Rose si perse con gli occhi tra le vaste colline e i fiumi che scorrevano qua e là per le immense pianure. Albus si affacciò dalla portiera di vetro e in lontananza vide suo fratello James, un anno più grande di lui, con Lee Jordan Junior e Louis Weasley, il terzo figlio di Bill Weasley e Fleur Delacour. Albus chiuse la portiera e si mise a sedere, gli occhi chiusi, il pensiero della Cerimonia dello Smistamento che gli premeva minacciosamente sulla testa: Grifondoro o Serpeverde? La casa di suo padre e di Albus Dumbledore o la casa di Tom Riddle e dei Malfoy? La casa dove erano stati scelti i veri eroi o la casa dove si erano formati gli orribili Mangiamorte? Questo Albus non lo sapeva, doveva solo aspettare, aspettare quel cappello parlante dire "Un'altro Potter". E poi nei Grifondoro c'erano tutti i Weasley, che considerava come fratelli... Non avrebbe mai accettato di far parte della combriccola verde-argento.

"Albus Severus Potter" Tuonò la voce della professoressa McGonagall. Al si fece avanti, ansante. La Preside gli mise il cappello. Tutti gli sguardi della sala erano solamente per lui, come centinaia di pugnali affilatissimi. Dopo quello che avrebbe potuto essere un secondo, il cappello urlò "SERPEVERDE! "

"No, NO!"

"Al, Al, AL! " Urlò Rose scuotendogli il viso. Albus era sdraiato sul soffice sedile dello scompartimento: aveva sognato. La stanchezza gli aveva fatto uno bello scherzo.

"Che ti è successo? Cosa..."

"Un sogno... Solamente un sogno. Non preoccuparti, Rose"

Gli occhi di Rose indugiarono su quelli di Albus per qualche istante, sospettosi.

"Be', ok. Comunque guarda, ci sono le montagne! Ci stiamo avvicinando!" Squittì allegra mordendosi un labbro.

"Sì, ci stiamo avvicinando" Sibilò distrattamente Al, che stava pensando al sogno che aveva appena fatto; i brividi al pensiero del cappello che urlava "SERPEVERDE!".

Al Potter: non tutto finisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora