La storia del lupo

5.4K 319 210
                                    




"Cosa... dove sta andando?" Chiese stranamente Al rialzandosi da terra, il volto livido e lo stomaco contorto dal dolore.

Rose si voltò verso di lui, scoccandogli un'occhiata severa e un po' spaventata. Non parlò. Immerse il braccio dalla borsetta di perline e vi frugò dentro per qualche decina di secondi.

"Cosa... cosa mi devi far vedere? C-cosa devo capire? Perché..." Ma si bloccò di scatto. I suoi occhi si dilatarono nel vedere l'oggetto che teneva in mano Rose. Sembrava un piatto di pietra contenente una strana sostanza, né liquida né gassosa.

"Cosa... ma che..."

"Zitto e vieni qui" Ordinò Rose tirando su col naso. Scorpius la fissava con gli occhi ridotti a fessure, ancora rannicchiato a terra.

"ROSE! COSA DEVO VEDERE!?"

"Albus" E dai suoi occhi sgorgarono delle lacrime. "Ti prego, devi vedere. Dopo capirai tutto"

Infilò di nuovo la mano nella borsetta e stavolta vi frugò per un po'. Poi tirò fuori una piccola fialetta di vetro contenente quella che sembrava una piuma argentea.

E ora Albus capì.

"Di chi è? Di chi è il ricordo? Di Connor? Perché..."

Sentì il cuore accelerare. Come aveva fatto Rose a prendere il Pensatoio e a metterlo dentro la borsetta? Lo aveva preso in prestito dall'ufficio della McGonagall o lo aveva rubato? Perché non gli aveva mai detto niente?

Fece scorrere il ricordo dentro il bacile di pietra. La sostanza prese a vorticare velocissima, come un tornado, mandando Al nella confusione più totale.

"Im-immergi la testa, Albus. Non lo ripeterò un'altra volta" Disse asciutta asciugandosi le lacrime la Weasley.

Chiedendosi se valesse la pena di darle retta o meno, avvicinò la testa al bacile di pietra che ora fluttuava a mezz'aria a pochi centimetri da lui. Gli occhi gli bruciarono per un istante, e sentì lo stomaco urlare dal dolore: Connor lo aveva colpito per una ventina di volte sullo stesso punto appena pochi minuti prima.

Con un misto di confusione, rabbia, incredulità e dolore, immerse la testa.

Cadde lungo disteso nella luce del sole, su un suolo tiepido. Quando si mise in piedi, scoprì che si trovava in un parco giochi quasi deserto. Un'enorme ciminiera dominava l'orizzonte. Un bambino si dondolava su un'altalena, gli occhi fissi sul prato. Il suo volto sembrava un arcobaleno: era chiazzato di rosso e la fronte di un giallo chiaro. I suoi occhi blu mare sembravano due lunghi tunnel persi nel vuoto. I suoi capelli neri erano tagliati così male che Albus si chiese se fosse una parrucca o meno, ed era vestito di un giaccone tutto strappato e consunto che copriva metà del jeans che portava. Si avvicinò al bambino, che ora prese a rallentare, facendosi trasportare dal venticello che premeva sulle catene dell'altalena.

"Eyolf! Si è fatto tardi, andiamo. Tra poco ti colpirà!" Una graziosa, zuccherosa voce echeggiò per il parco. Il bambino mosse appena la testa, poi, molto lentamente, scese dall'altalena e trascinò i piedi secchi e storti verso una bellissima signora giovane. Era vestita di un gran cappotto di pelliccia grigia, e teneva in mano una borsa alquanto particolare, incastonata di pietre preziose. I suoi boccoli d'oro le cadevano graziosamente lungo la schiena, e la sua pelle era completamente liscia, a parte qualche graffietto e qualche ustione sul collo e sulle braccia.

"Su, bravo. Andiamo ora" Mormorò la signora avvolgendo con un braccio il ragazzino. Lui era vestito malissimo, mentre lei sembrava una di quelle ragazze babbane che si facevano fotografare per le riviste di moda. Avanzarono verso una stradina colma di automobili babbane, ed Albus li seguì, chiedendosi chi fosse quel ragazzino e quella signora tanto bella.

Al Potter: non tutto finisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora