Un sogno senza perdono

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Tutti i presenti nella Sala spalancarono gli occhi, alcuni portarono la mano sulla bocca ed altri ancora borbottarono da soli, increduli, in preda al panico, schiacciati da quella tremenda notizia.

Albus rimase pietrificato alla notizia, Rose anche. Malfoy respirava profondamente, sembrava tremare.

La Bacchetta di Sambuco, La Stecca della Morte, La Bacchetta del Destino, aveva diversi nomi. Sì, era stata rubata, e non si sapeva da chi. Ultimi proprietari? Draco Malfoy, Harry Potter ed Albus Dumbledore. Ancora una volta la tomba dell'ex Preside di Hogwarts era stata violata. Ancora una volta, quella tomba bianca, dove diciannove anni prima Harry Potter ripose la Bacchetta di Sambuco, era stata soggetta ad un furto, e che furto. La bacchetta più potente che sia mai stata creata si trovava nelle mani di uno sconosciuto. Si trovava nelle sbagliate, mani già sporche di omicidio, o chissà che non ne avesse commessi altri. La mente di Al cominciò a lavorare freneticamente, pensando a cosa sarebbe successo in quel periodo in cui l'oggetto più potente del mondo si trovava in mani sbagliate, pensava alle conseguenze, ai morti... alla sua famiglia. E se questo ladro avrebbe avuto modo di entrare ad Hogwarts? O di ferire qualche suo caro?

Nessuno parlò per qualche secondo, tanto erano tutti sconcertati. Al sentiva la testa battere come il cuore.

"Minerva, scherzi?" La Umbdrige si alzò dalla sedia, il volto serissimo. Anche se era un po' pallida, non riusciva a far trapelare sconcerto dai suoi goffi lineamenti.

"Ti pare che sto mentendo? E anche se lo facessi, non mi inventerei una cosa così grave" 

"Ma... S-sei sicu-cura?" Balbettò il professor Longbottom. Era il più terrorizzato in quella combriccola di adulti.

"Sì. Kingsley deve riferirlo al Primo Ministro Babbano, o anche per loro sarà una brutta faccenda"

"Chi è Kingsley?" Sussurò Malfoy ad Albus sotto il mantello. Solo ora al si rese conto che stava ancora vivendo, che era tutto vero, che non era un sogno.

"Kingsley Shacklebolt, il Ministro della Magia! È in carica da diciannove anni!" Sussurrò con forza distratto. Malfoy annuì.

"Oltre a noi, chi lo sa?" Chiese Lumacorno, la fronte aggrottata e sudata. Si lisciava la giacca che indossava come se fosse un cucciolo di animale.

"Solo il Ministero. Potter sarà su tutte le furie, lui con quella bacchetta ha molti ricordi, e per dirla tutta, appartiene a lui. Il mondo magico non lo sa, nessuna famiglia, ma bisognerà avvertirli". La preside levò la bacchetta a mezz'aria e dalla punta uscì quello che sembrava un gatto soriano, bianco come la luce, illuminando ulteriormente la sala. L'animale oltrepassò la vetrata della Sala Grande e sparì.

"Perché non ce l'hai riferito prima?" Chiese debolmente la professoressa Gewerind di Babbanologia, una streghetta bassa e con capelli bianchi e bluastri.

"Avevo timore, che, che... Non lo so, ora vorrei solo una tazza di tè" Rispose esausta la McGonagall. 

"Oh, ci penso io cara" S'intromise ridacchiando la Umbridge. I colori rosei fecero di nuovo capolino sul suo volto.

Dopo quelli che avrebbero potuto essere due minuti, tutti i professori si alzarono dalle sedie e si incamminarono verso il grande portone di quercia.

"Ti aspetto nel mio studio, Minerva" Tuonò Dolores dall'altra parte della sala.

Albus, Rose e Scorpius rimasero a fissare la McGonagall, dietro il tavolo Grifondoro. Sembravano paralizzati dalla notizia, tranne Malfoy, che continuava a tremare.

"Ok ragazzi, potete levarvi il mantello"

I tre si guardarono stupiti, con un aria del tipo come-fa-a-saperlo. Albus non si mosse: forse lo avevano solamente immaginato. Forse lo shock per quello che era successo aveva giocato loro brutti scherzi.

Al Potter: non tutto finisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora