Risate

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Orazio stava correndo in avanti ridendo, con Virgilio inpanicato che cercava di dargli spiegazioni.
-NO ASPETTA, TI POSSO SPIEGARE.
Però parlava a fatica, aveva una certa età e l'affanno lo uccideva.
-Fermati un attimo!!
Orazio che continuava a ridere decise di fermarsi e si voltò con gli occhi lucidi.
- Non ho mai riso così tanto in vita mia.
-È stata tutta opera di Vario, era ubriaco, lei era ubriaca, doveva essere per te ma tu non c'eri; a proposito, TU DOV'ERI?!
- Che c'è mi controlli?- stava continuando a ridere, come se la faccia rossa di Virgilio fosse la cosa più divertente del mondo.
- Beh se ci fossi stato non avrei dovuto subire ciò. È stato molto imbarazzante.
-Ma dai Virgy, è una cosa normale, io lo faccio molto spesso, anche prima se devo essere sincero.
-C-c-c-o.... T-t-tu, prima... Di la, sempre? Cosa? Tu? TU?!.

COSA?! Come poteva riuscure a farlo, con non curanza, con tanta tranquillità e a parlarne con altrettanta disinvoltura. L'aveva gia detto che lui era rosso come un peperone?
-Cosa vuoi dire con "TU?!". Io ho un carattere timido e riservato ma ciò non mi impedisce di divertirmi ogni tanto.
Ok... Ok.... Dovette ammettere che dopo aver letto le sue poesie doveva un attimo cambiare prospettiva su quel ragazzo, e poi era giovane, si sa che i giovani hanno i... gli ormoni e quelle cose lì da ragazzi. Poi si diede uno schiaffo. Anche lui era giovane, aveva solo 5 anni in più rispetto ad Orazio.
-Tutto ok?
-Uhm? Si, una zanzara. Comunque certo puoi fare quello che vuoi, semplicemente non me lo aspettavo.
Poi un dubbio gli trafisse il cervello.
-Ma le rimorchi o le paghi.
- Le pago ovviamente, chi ci parla con le donne.
- E la compagnia sa di questo? Vario ti aveva procurato quella ragazza perché "ne avevi più bisogno di me"
- No, non parlo di certi argomenti con gli altri
- Ma con me l'hai fatto
- Ma tu non sei "gli altri", tu sei tu.
Il suo cuore saltò un battito, Orazio era definitivamente il suo migliore amico, così lo abbracciò. Orazio dopo un po' si staccò e lo guardò
- E poi vederti in imbarazzo per questi argomenti mi fa volare sulla luna, ribadisco, non ho mai riso così tanto in vita mia. Mi hai fatto piangere!
Virgilio gli mollò un pugno affettuoso.
- Ah si? Bene, sappi che troverò il tuo punto debole e lo userò a tuo svantaggio. Uomo avvisato...
- Mezzo salvato si.
Andiamo a vedere che fine ha fatto Vario e la sua compagnia.

Vario era ancora più ubriaco fradicio di prima, non so quale fosse il suo limite, ma sembrava avere difficoltà a parlare. Virgilio non osava pensare al risveglio di quell'uomo l'indomani.
C'erano molte più persone rispetto a prima e adesso si faticava anche a camminare. Afferò le vesti di Orazio da dietro per non perderlo in quel covo di uomini e cortigiane. Visto che la casa era piccola e il giardino incolto, si domandò dove andassero a nascondersi per fare cose, sempre se si preoccupassero di nascondersi...
Preferì non scoprirlo.
Virgilio vide Orazio un po' in difficoltà e in panico. Uscirono fuori di casa facendo lo slalom tra le persone e si misero sotto un albero a guardare lì in fondo la città in movimento.
- Scusa se ti ho fatto uscire, c'era troppa ...
- gente - continuò Virgilio
Orazio annuì
- Neanche a me piace la calca, soprattutto se non si preoccupano di schiacciarti in preda all'alcol e ti calpestino scambiandoti per un tappeto molto alto
Orazio face un sorriso  e rispose
-Non fraintendermi, mi piacciono le feste, festeggerei sempre per qualcosa, e anche di più se non fosse per il mio carattere, ma a patto che non ci sia troppa gente e che io non sia al centro dell'attenzione.
Virgilio lo capiva bene, ma aveva la costante invidia che lui in qualche modo riuscusse comunque ad aprirsi prima o poi. Si chiese se a tu per tu Orazio parlasse in quel modo anche con Vario e gli altri; poteva reputarlo il suo migliore amico ma restava comunque un cubo di rubik, appena completava una faccia doveva distruggerla per ricreare l'altra.
- Vivi da solo?
Virgilio si appoggiò al tronco dell'albero e lo guardò
- più o meno - rispose - vivo in questa casa a due piani comunicanti, io ho le stanze giù mentre i miei genitori vivono sopra di me. Ma non si fanno problemi a scendere e salire come fosse un'unica casa. Tu?
- Oh io si, i miei sono rimasti a Roma, è per questo che ci torni spesso.
Anche Virgilio tornava spesso a Roma per prestare servizio ad Augusto.
- Tuo padre è un liberto vero?
Virgilio lo capì dopo che Orazio si arrabbiò per essere stato chiamato schiavo
- Si, ma non mi va di parlarne.
Virgilio annuì e guardo la luna. Erano circa le 4 del mattino e si chiese se la città sentisse il frastuono incessante della felicità di Vario.
-Tuo padre invece?
- Vasaio
Ora fu Orazio ad annuire.
Poi fece un saltello e si girò verso Virgilio
- Vuoi sapere un aneddoto della mia vita?
Orazio sorpreso di quell'emozione improvvisa saltellò anche lui.
- Ovvio che domande
- Ok, quand'ero più piccolo avevo un
Maestro che definivamo "plagosius" (manesco) perché ci faceva imparare a memoria i versi dell'Odissea e ci interrogava con questo libro davanti alla faccia e nel momento in cui sbagliavi anche solo una parola BANG, libro dritto in testa.
- O mia Musa -
- AHAHAHAHA tranquillo, noi ci divertivavamo, scommetttevamo su chi riceveva più librate e a volte sbagliavamo di proposito solo per vedere i nostri compagni picchiati e il nostro professore rosso per la rabbia che mentre urlava ti bagnava la faccia con i suoi sputi. Ovviamente eravamo molto discreti nel divertirci, altrimenti saremmo stati cacciati.
- E ora ricordi qualche verso?
- Devo essere sincero? No, ho rimosso tutto
Scoppiarono entrambi a ridere finché Vario non li richiamò dentro.

Vario era in piedi sul tavolo, anche se tremava e si appoggiava al muro in continuazione. Prese un bicchiere e un cucchiaio e annunciò un discorso.
-MIEI CARI AMICI, GRAZIE PER ESSERE VENUTI A QUESTA FEEEEEEEESTA. GRAZIE PER AVER BEVUTO CON ME, GRAZIE PER AVER BALLATO CON ME, GRAZIE PER AVER BEVUTO CON ME.
- L'HAI GIA DETTO
-TACI! COMUNQUE, CHE DI QUESTE FESTE CE NE SIANO ALTRE 100, MA AHIMÈ QUESTA FESTA QUI, È TEEEERRRMINATA.-
Ebbe un conato di vomito. Fece per scendere ma poi ci ripensò come se si fosse dimenticato qualcosa - AH A PROPOSITO. PRETENDO UN GRAZIE DA 2 MIEI CARI AMICI CHE ULTIMAMENTE STANNO PASSANDO MOOOOLTO TEMPO INSIEME, OVLAZIO E TELIGIO.
Li indicò col dito e loro arrossirono seduta stante. Era quello che Orazio definiva "stare al centro dell'attenzione".
- VOI LI VEDETE LÌ, SOBRI, TRISTI, RISERVATI, SOBRI... MA LORO SONO SIIIMPATICI, LI ADORO. E SONO FELICE CHE TRA LORO PARLINO. INSOMMA, RIDONO INSIEME, MA NON QUELLE RISATE DEL TIPO AH AH AH, MA DI QUELLE RISATE CHE FANNO FATICA A RESPIRARE. QUINDI RAGAZZI, SONO FELICE DI ESSERE STATO FANTASTICO NELL'AVERVI FATTO INCONTRATE. VIIIII VOGLIO BENE.
Orazio e Virgilio rossi come pomodori ora avevano un sorriso sincero sulle labbra.
La sala calò nel silenzio.
- NON AVETE NULLA DA DIRE- Tucca, brutto... Taci...
Tutti si voltarono a guardarli.
Orazio e Virgilio si scambiarono uno sguardo di incoraggiamento e insieme dissero.
- Grazie Vario, ti vogliamo tanto bene anche noi.
Tutti iniziarono ad urlare di felicità versandosi l'ultima bevanda nei bicchieri.
Pian piano la casa si svutò. Virgilio e Orazio, gli unici sobri, decisero di dare una sistemata al manicomio in cui si era trasformata la casa. Gettarono la spazzatura e si misero a cercare Vario. Lo trovarono addormentato abbracciato ad un secchio pieno di vomito. Lo trascinarono in camera, ma appena aperta la porta si bloccarono e si trattenero a stento dal ridere. C'era ancora Flaminia a dormire. Decisero di farli dormire assieme e mentre uscivano osservarono quei due in posizioni molto dolorose, ma del resto l'indomani avrebbero dovuto far fronte ad un mal di testa di proporzioni cosmiche. Uscirono ridacchiando e si incamminarono in giardino; arrivati all'incrocio del vialetto Orazio si fermò e guardò Virgilio.
- Comunque Vario ha detto la verità, non ho mai riso così tanto in vita mia con qualcuno, riesco veramente ad essere me stesso con te.
Virgilio che fino a quel momento aveva gli occhi piantati sull'alba, sorrise.
- Ti voglio bene - continuò Orazio - sei il mio migliore amico e ti ringrazio per moltissime cose.
In quel momento Virgilio si girò con non curanza.
- Scusa cosa hai detto?
Orazio gli diede un pugno ed entrambi risero.
- Ti voglio bene anch'io
Si scambiarono un'ultimo sorriso poi, chi a destra chi a sinistra, si incamminarono verso casa.

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