Frecce

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Virgilio passò gli ultimi due giorni a letto. Si alzava solo per andare al bagno. Per lo più pianse dando libero sfogo alla sua rabbia. Urlò, prese a pugni il cuscino e insultò Orazio nei peggiori modi possibili. Ma alla fine del secondo giorno non aveva più energia, sarà per la mancanza di cibo in corpo, sarà per la tristezza, ma si sentiva come se potesse dormire per sempre, magari sarebbe andato in letargo. La mattina del terzo giorno però qualcuno bussò alla porta.
Virgilio non pensò minimamente alla possibilità di alzarsi, camminare e restare in piedi per vedere chi lo cercasse. Non voleva vedere nessuno.
Fù sollevato quando chi c'era fuori la porta se ne andò. Guardò fuori la finestra, chiuse gli occhi e si godette il sole sul suo viso. Li riaprì ma ciò che vide lo fece balzare sul letto. Alla finestra c'era Vario che lo guardava con aria servera, con le braccia sui fianchi.
- Apri immediatamente questa porta o giuro che la sfondo e ti porto a Roma per le orecchie.
Il suo grido era ovattato dal vetro della finestra, ma non lo rese meno intimidatorio.
Cavolo. Era giovedì, il circolo. Si rigettò sul letto quando ricordò che quello sarebbe stato il primo giorno di Orazio.
Vario vedendo che Virgilio si era rigettato sul letto se ne andò.
" Wow, si è arreso subito" pensò.
Ma Vario non si era per nulla arreso, anzi.
Senti dei rumori strani alla porta. Virgilio si posizionò sui gomiti per guardare cosa stava succedendo e dopo qualche minuto, Vario gettò a terra la porta. L'aveva scardinata dai muri.
- MA TU SEI FUORI.
- Ti avevo avvisato.
Vario si diresse furioso verso il letto cercando di afferrare le orecchie di Virgilio.
- VIENI QUI!! DOBBIAMO ANDARE O FAREMO TARDI! VIENI QUI HO DETTO.
Ma Virgilio iniziò a scappare in cerchio intorno al tavolo.
- NON VOGLIO VENIRE!
- E invece verrai, ti ci trascino altrimenti.
Ad un certo punto Vario vi ci saltò sopra e si fiondò su Virgilio.
- Miei dei quanto puzzi.
Trascinò Virgilio per le orecchie fino al bagno!
- Lavati.
- No.
Vario lo fissò.
- Va bene.
Iniziò a tirargli su le vesti.
- Vorrà dire che ti laverò io.
Stava per abbassargli le mutande quando Virgilio lo bloccò.
- OKOK BASTA MI LAVO!
- E ti vesti.
- Ok!
10 minuti dopo era lavato e vestito con ancora i capelli bagnati ma alleggerito di 3 kg di sporcizia.
- Devo ammettere che mi sento leggermente meglio.
Lo sguardo soddisfatto di Vario non gli impedì di essere spinto violentemente fuori la porta che nel mentre Vario aveva messo al suo posto.
La carrozza arrivò in quel momento. Era una semplice carrozza nera senza tettuccio e questo offrì la visuale sulla faccia di Orazio già seduta.
Virgilio si irrigidì.
- Muoviti! - lo esortò Vario.
- Non poteva prendere un'altra carrozza?!
- Muovitiii.
Con riluttanza salì sulla carrozza e si appiattì sul lato opposto evitando lo sguardo del suo ex amico stronzo.

Passarono tutto il tragitto a ignorarsi mentre Vario cercava di smorzare la situazione con battute molto squallide. Dopo la decima battuta si arrese.
Arrivati a circolo Virgilio vide Vario sussurrare qualcosa ad Orazio che un po' rosso annuì.
Chissà che combinavano ora.
Orazio venne accolto con gentilezza, come promesso.
Lui era stranamente sorridente.
Meglio, doveva dimostrarsi il più aperto possibile.
Strinse la mano a Mecenate che gli fece l'occhiolino e successivamente strinse la mano a Virgilio.
-  Virgilio... Come va tutto bene? Stai scrivendo qualcosa di nuovo?
- Signore, tutto bene. Mi sto prendendo un periodo di pausa dalla scrittura.
- Mai! Se smetti di scrivere perdi la mano. Scrivi qualsiasi cosa, il resoconto della giornata, la descrizione di un fiore, la scena di un cavallo che nitrisce, ma mai e dico mai tenere ferma la penna.
- Oh... Ok grazie del consiglio signore.
Lui gli strizzò l'occhio e si mise a chiacchiere con Vario.
- È lui il tuo amico?
Tibullo si era avvicinato a lui. Era una delle poche persone con cui chiacchierava lì al circolo, anche se secondo Virgilio non era una persona affidabile in fatto di mantenere segreti, quindi stava ben attento a tener a freno la lingua.
- Si. Se amico si può definire.
- In che senso?
- Niente - rispose Virgilio maledicendosi.
- Sei stato coraggioso... A farti da garante intendo. Non la vedo bene, se posso dirlo...
Virgilio lo guardò male. Poteva anche odiare Orazio in quel momento ma nessuno poteva parlare di lui in quel modo.
- Io credo che invece verrà apprezzato per quello che è.
Tibullo visto lo sguardo duro di Virgilio annuì debolmente e si allontanò.
- Colleghi, prego avvicinatevi.
Tutti i presenti presero posto alla lunga tavolata. Virgilio si trovava in mezzo tra Vario e Orazio e aveva difronte Tibullo, Ovidio (era quello il suo nome?) e Properzio.
- Bene. Argomento di oggi.... Cicerone.
Orazio, il nuovo arrivato. Che frasi dici se pensi a Cicerone?
Orazio che non si aspettava di essere interrogato già dal primo giorno fissò il pubblico di colpo tutto rosso. Ma nonostante ciò riuscì a rispondere.
- Fino a quando insomma abuserai, Catilina, della nostra pazienza?
- Oh si, più famosa di quella... Virgilio?
- L’amicizia comincia dove termina o quando conclude l’interesse.
Guardò Orazio. Voleva provocarlo.
- Molto bene Virgilio.. Var-
- L’amicizia migliora la felicità e abbatte l’infelicità, col raddoppiare della nostra gioia e col dividere il nostro dolore. - lo interruppe Orazio.
- Ehm si Orazio molto bene... Var-
- Non siamo nati soltanto per noi stessi. - Lo interruppe dinuovo Virgilio.
- OK ragazzi. Bravissimi, che ne dite di far parlare anche gli altri?- intervenne Vario
Virgilio guardava Orazio in cagnesco ma annuì.
- Si scusate.
- Bene... Vario...
- Il loro silenzio è un’eloquente affermazione.
Ora sia Virgilio che Orazio guardarono Vario che fece loro un sorriso malefico.

Dopo circa un'ora e mezza tutti si stavano alzando per andar via e lo stesso stavano facendo Virgilio e Orazio quando vennero chiamati in disparte da Mecenate.
- Non provate mai più a fare una sceneggiata come quella avvenuta prima.
I 2 sconcertati lo guardarono.
- Qui non siamo in accademia, non si fa a gara a chi sa di più. Qui si ha rispetto verso tutti. Non si toglie la parola ad un'altro compagno figuriamoci a me, il fondatore!
- Ci scusi - dissero all'unisono.
- Qui le faccende personali non influenzano la serenità del circolo. Non si urla, non si insulta, non si litiga. Chiaro?!
- si.
- Bene.
- La prossima volta verrete a recitare un passo di Cicerone, a memoria, davanti a tutti. Va bene?
- si... - dissero con tono incerto.
- Potete andare.

- Ramanzina?
Virgilio annuì.
- Bene, così imparate a rubarmi la scena!
Andarono a casa di Castorione che abbracciò con particole affetto Orazio.
Virgilio storse il naso e si sentì stringere lo stomaco.
Non voleva che Castorione lo stringesse così anche se non si vedevano da mesi. Non per qualcosa, ma era semplicemente arrabbiato.
Cenarono e parlarono un po'.
- Bene, Vario dormi nella solita stanza. Orazio, ho aggiunto un materasso nella stanza di Virgilio, spero non ti dispiaccia dormire per terra.
- NO! - sbottò Virgilio - Dormirò io nella stanza di Vario.
- peeerchè?
- Perché si.
Castorione guardò Vario che gli fece un'occhiata del tipo "te lo spiego dopo"

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