Lo Publichiamo?

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La notte tra il lunedì e il martedì Virgilio non chiuse occhio. Stava per pubblicare il suo primo libro... Era una cosa straordinaria, il suo sogno finalmente si realizzava. Ma come ogni sogno che si rispetti, esso includeva un bel bagaglio di paure e paranoie. La più grave ovviamente era l'opzione che la sua opera non piacesse a nessuno, nessuno avrebbe comprato il suo libro. Magari sarebbe andato da Mecenate e lui gli avrebbe detto che si era sbagliato, che lui non meritava di stare nel suo circolo e magari gli altri membri si sarebbero messi a ridere. Non tutti. Forse Vario non avrebbe avuto la forza di ridere a causa della delusione. E gli altri suoi amici? Magari essere amici di un "poeta" del genere avrebbe abbassato gli standard su di loro e non potevano permetterselo. Orazio? Lui ha sempre detto che ci sarebbe stato, ma lo stesso discorso valeva per lui. Non voleva di certo trascinarselo con se nel baratro della dimenticanza. Chissà, forse sarebbero stati cacciati insieme dalla scuola e costretti a vivere insieme in una casetta lontano da tutti con 2 cani e 3 gatti....
Per un momento sorrise a quella visione, immaginando il paesaggio di campagna nel quale avrebbe costruito la casetta, magari con il Vesuvio in lontananza...sempre se sarebbero rimasti a Napoli....
"Ma a cosa sto pensando?! A parte che io e Orazio non vivremo mai insieme, ma poi in generale non potrei mai permettere una cosa del genere, Orazio non sacrificherà il suo futuro per restare mio amico"
Scosse violentemente la testa cercando di trovare un appiglio per lasciare i brutti pensieri e aggrapparsi alla positività che tutto andasse per il meglio. Magari poi lui e Orazio la casetta potevano comprarsela con la fama ricevuta dalle loro opere. Si bloccò dinuovo a pensare al fatto che si era immaginato di vivere con Orazio. Perché vivere in una sola casa se potevano permettersene benissimo due? Comunque ritornando al fatto che va bene, come ha detto Orazio potrebbe diventare così famoso da essere studiato nelle scuole, e chissà magari qualche giovane autore lo avrebbe preso a modello. Nah... Stava esagerando. Ora si immaginava Mecenate che si congratulava con lui, il resto del circolo che gli dava pacche sulla spalla mentre lui si faceva piccolo piccolo e tutto rosso, i suoi amici che sicuramente lo avrebbero abbracciato urlando, Vario sicuramente avrebbe fatto una festa in suo onore, Orazio preso dall'euforia del momento avrebbe potuto baciarlo.........
No....aspè perché dovrebbe? Si era lasciato trascinare troppo. Lo avrebbe abbracciato. Lui avrebbe fatto lo stesso quando anche lui avesse pubblicherà i suoi epodi. Saranno perseguitati insieme dai fan....
I fan... Si era dimenticato dei fan. Non lo lascerebbero vivere. Scoprirebbero dove vive e lo avrebbero perseguitato...
Nah... Era poco probabile.... O si?
Mal che vada si sarebbe rifugiato a casa di Orazio e se dovessero scoprire pure quella si ritorna alla casetta sperduta in campagna solo loro due.
Dinuovo? Bastaaaa, non succederà questa cosa!!!

Virgilio ormai esasperato dai martellanti pensieri si girò a pancia in giù schiacciando la testa sotto il cuscino nella speranza di soffocare i pensieri.

Era finalmente mattina. Virgilio non aveva il coraggio di alzarsi. Se non lo avrebbe fatto, quella giornata non sarebbe mai iniziata e il tempo si sarebbe fermato e il momento della pubblicazione non sarebbe mai arrivato.
Si ributtò la coperta in faccia. Ma qualcuno gliela tolse di scatto.
- SEI ANCORA NEL LETTO?! TI VUOI MUOVERE?
A Virgilio per poco non venne un infarto.
Fece un salto e per poco non cadde da letto. Si aggrappò al materasso mentre con una mano sul pavimento cercava di riportare il bacino sul letto.
Vario eri lì a fissarlo con aria severa.
- MUOVITI!!!
- COME DIAVOLO SEI ENTRATO VARIO?! SEI PAZZO?! PER POCO NON M'AMMAZZAVI.
- Ma stai zitto! Mi ha fatto entrare tua madre da sopra. Ora per gentil cortesia, ALZA IL TUO CULO FLACCIDO DA QUESTO LETTO E MUOVITI! Gli altri sono già li.
- Gli altri chi?! Io l'avevo detto solo ad Orazio....
- Lo so, a proposito grazie di avercelo detto amico, ma Orazio ha pensato che ti servisse supporto e a quanto pare aveva ragione.
Gli afferrò la veste da notte e lo trascinò per terra.
Virgilio cercò di protestare, ma Vario era più forte. Venne scaraventato su una sedia dove gli vennero lanciati delle vesti, gli stivali e un pezzo di pane. Virgilio ormai rassegnato andò in bagno e si cambiò. Mangiò il pane, che tra l'altro era pure vecchio e duro, e si lavò. Quando uscì vide Vario col blocco di fogli in mano, la sua sacca a tracolla e uno sguardo severo. Lo afferrò e lo spinse fuori casa. Chiuse la porta e gli lanciò le chiavi. Virgilio le prese goffamente, poi si ritrovò su una carrozza che sfrecciò per le stradine di Napoli.

-Oooooo, È VIVOOOO.
L'urlo di Tucca si era sentito da gran distanza. Erano circa le 7 del mattino e le strade erano abbastanza vuote
- Ce l'abbiamo fatta - aggiunse Puccitelli.
- Come stai? - chiese invece Orazio. Almeno una persona che non mi urlava a prima mattina.
- Bene - mentii, ma iniziò a tremare e questo non aiutò a sorreggere la bugia.
- Si vede - scherzò Tucca.
Virgilio lo guardò male ma prima che potesse dire qualcosa Vario gli buttò sul petto le pergamene e lo spinse dentro la struttura dell'editoria.
Posto molto più piccolo di quanto si aspettasse, ma c'era un odore incredibile di pagina nuova e inchiostro. Vario lo spinse verso un bancone dove vi era seduto un signore anzianotto.
- Marone?
- Si.
- Sei in ritardo.
- Em lo so.
Il vecchietto lo fissò.
- Vuoi farmi gli occhi dolci tutto il giorno o vuoi darmi queste pergamene?
Virgilio si accorse solo in quel momento che le sue unghie erano avvinghiate al manoscritto, così allentò la presa e gli porse il malloppo.
Il vecchietto gli diede una rapida occhiate e disse:
- Bene, nel giro di un mese circa e li vedrai in vetrina nelle librerie. Inizieremo a stamparne 100. Se vengono vendute e i librai ci chiederanno altre copie allora ne stamperemo ancora. I soldi del ricavato dei primi ordini andranno a me per pagare le prime copie, poi potrai prendere il 65% del guadagno. Ora sparisci.
- Aspetti, perché 65%
- 16% al libraio, 5% al ragazzo che si occupa delle copertine, 2% al fattorino e 12% a me. Chiaro?
- Ehm si...
- Bene, ora sparisci che devo lavorare. Anche voi - disse riferendosi a Tucca e gli altri.

Usciti dall'edificio Virgilio aveva le gambe tremanti e per poco non cadde. A sorreggerlo fu Tucca.
- Okk amico. Dobbiamo andare in accademia ora su.
- È stato... Veloce?
- Hai visto? Rapido e indolore.

Era fatta. Aveva consegnato la bozza. Aveva mandato a stampare la sua  opera. Ora bisognava star a vedere cosa sarebbe successo.

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