Ma Che Buongiorno Di M...

52 2 1
                                    

La pacifica dormita di Virgilio fu disturbata da un suono orrendo, amplificato a mille. Così forte che poteva essere benissimo un'esplosione avvenuta nella sua testa percependo anche il dolore.
Dopo aver sfondato gli occhi con le mani si alzò leggermente per capire da dove venisse quell'orribbile suono.
Si girò e capì che era la sveglia. Solo la sveglia. Qualcuno aveva messo il volume sparato al massimo perché non lo aveva mai sentito così forte. Si sporse dal letto per cercare di spegnerla, ma era troppo addormentato per fare uno sforzo in più. Così gli lanciò il cuscino sopra. Essa cadde e venne soffocata dalle piume d'oca, ma il volume era sceso di poco. Imprecò è si alzò di scatto. Pessima idea. Per poco non cadde a terra. Il mal di testa era accompagnato dalla casa che aveva deciso di fare la trottola. Una volta riassestato l'equilibrio si abbassò per spegnere la sveglia e riportare il cuscino al suo posto.
Si appoggiò per un momento al muro con la mano in fronte.
Si era sicuro preso un malanno. Qualche febbre rara alla quale non c'era cura. Era sicuro che sarebbe morto a causa di qualche malattia straniera. Lo sapeva che doveva coprirsi prima di andare alla festa di Vario. Ha passato tutta la serata a... A fare cosa? Fissò un punto del muro imbambolato cercando di ricordare. L'ultima cosa che ricordava era quando stava rientrando in casa con... UN CALICE. IL SECONDO PER LA CRONACA. SI ERA UBRIACATO.
Portò anche la seconda mano sulla fronte.
Ma che aveva combinato. Non era certo il tipo di persona che si ubriaca. Poi com'era possibile che dopo due calici osse così andato da dimenticare tutto? E... E se non ne avesse bevuto solo uno?
- Oh mie muse.
Andò in bagno cercando di spegnere la luce con la mano. Si guardò allo specchio e si accorse che aveva un aspetto orribile.
Aveva ancora le vesti eleganti del giorno prima, ma ormai erano tutte spiegazzate. Sotto gli occhi aveva delle occhiaie da far invidia a un panda (non so se all'epoca già sapessero dell'esistenza dei panda, ma shh) è I capelli erano sparati verso l'alto. Inoltre aveva nella roba bianca stra vicino al labbro. Cos'era? Quando si accorse che era vomito per poco non rimise i succhi gastrici del suo stomaco. Non vomitava da quando era piccolo e prese l'influenza greca. Si lavò immediatamente i denti e si cambiò. Poi si risedette sul letto. Qualcuno lo aveva accompagnato a casa. Il suo cappotto era ordinatamente piegato sulla sedia e i suoi stivali messi perfettamente in ordine vicino all'armadio. La coperta poi sembrava essere stata messa da qualcuno visto che lui era sdraiato a pancia in giù con la coperta fino al collo. Ma chi? Vario? Tucca? Orazio? No Orazio era impegnato con.... Oh ecco il motivo per cui aveva bevuto. Si ributtò sul letto a fissare il soffitto. Con le mani si coprì gli occhi super sensibili al sole. Guardato l'orario capì che era il momento di alzarsi per andare in accademia. Così si alzò, questa volta lentamente e prese un cappellino con visiera. Era abbastanza elegante, ma al momento serviva un riparo dal sole. Mise il cappotto è uscì. Il rumore della città era amplificato al massimo. Anche le donne che camminavano con tacchetti sulla strada risultavano una tortura. Arrivato in accademia scorse il solito gruppetto e si avvicinò.
-MA BUONGIORNO FESTAIOLO.
- SHHHHHH. MA SEI PAZZO NON URLARE.
Tucca se la rise mentre Virgilio cercava di comprimere il dolore schiacciandosi la testa.
- Scusami. Primo post-sbornia?
- Si. Ma che ho combinato ieri?
- Quello che non ha combinato...
Virgilio guardò Castorione preoccupato, poi Orazio che sembrava in imbarazzo.
-Allora. Dopo due calici eri mezzo andato, io beh me ne sono approfittato e te ne ho dato un altro. Da lì sei partito. Ha ballato, cantato, urlato a caso parole incomprensibi, ha vomitato nel vaso che avevano regalato a Vario, ha ballato con Vario, hai litigato con Orazio, Orazio ti ha portato a casa e... Orazio continua tu.
- Aspetta aspetta ho litigato con te? - chiese rivolto ad Orazio - Perché? -
Orazio maledisse mentalmente Tucca.
- Per l'oppio - mentì.
Tucca è gli altri si scambiarono uno sguardo d'intesa, tranne Vario. Vario fissava tutti senza capire nulla. Anche lui la sera prima era totalmente andato, ma a differenza di Virgilio sembrava un fiore.
- Oh... Quindi mi hai accompagnato tu a casa?
- Ehm si, barcollavi è mi hai usato un po' come bastone, mi hai vomitato sulle scarpe... E urlavi imprecazioni.
Virgilio era scioccato.
- Poi giunti a casa volevo cambiarti le vesti, però ti sei buttato sul letto e non volevi rialzarti, così ti ho tolto il cappotto e te l'ho messo sulla sedia mentre gli stivali vicino all'armadio, ti ho rimboccato le coperte e infine ti ho dato il........ Il..... Coso...
Virgilio sempre più sbigottito.
- Il coso? - chiese Castorione con una faccia maliziosa.
Orazio avvampò.
- No intendo che ti ho messo la sveglia, altrimenti stamattina non ti svegliavi - concluse.
Gli altri si scambiarono sorrisi.
Vario li stava ancora fissando.
- Aspe quindi in tutto ciò Virgilio si è ubriacato. Ubriacato così tanto da dimenticare tutto. Alla mia festa...
- Eh già, ti sei perso un bello spettacolo amico mio-disse Puccitelli.
Virgilio arrossì fino alle orecchie.
- Sentite, rendetevi utili e spiegatemi come togliere questo mal di testa!
Tucca gli porse un paio di briosche e del caffè.
Virgilio li ingurgitò a fatica, ma dopo si sentiva leggermente meglio. Diceva solo sperare che Sireno non si mettesse ad urlare durante la lezione

-

Usciti dall'Accademia Virgilio aveva ancora mal di testa. Sireno aveva urlato eccome. Come un vecchietto come lui potesse cacciare una voce tanto potente non se lo spiegava. Orazio era silenzio, per fortuna, però era strano e così iniziò a pensare che fosse ancora arrabbiato per ieri, o per l'oppio o per il vomito doveva scusarsi.
- Senti mi dispiace per ieri. Non ricordo la nostra lite, però per l'oppio alla fine... Non fa niente. Ormai è andata, mi piacerebbe solo essere informato prima di fare atti illegali. Per quanto riguarda le tue scarpe, sono disposto a comprare e delle nuove e mi dispiace che mi sia accollato a te per tornare a casa. Ah a proposito grazie, sarei finito in un fosso o investito da un cavallo se non fosse stato per te.
Orazio gli sorrise e cercò di nascondere gli occhi lucidi.
- Tranquillo l'ho fatto con piacere, ma accetto un paio di scarpe nuove, le mie le ho buttate.
Virgilio sorrise imbarazzato.
-Mi spiace
- Tranquillo, forse un giorno dovrai ricambiare il favore.
- Beh allora non te le compro ancora le scarpe, metti caso che poi sarai tu a vomitare sopra le mie eheh...
Entrambi risero. Virgilio si soffermò soprattutto a guardare gli occhi marroni di Virgilio e per un momento anche Virgilio fissò gli occhi blu di Orazio, però li distolse subito preso dall'imbarazzo.
- Vabbè direi che è ora di tornare a casa Virgy..
Virgilio lo guardò. Non lo aveva mai chiamato così. O forse si. Non lo ricordava. Gli suonava strano essere chiamato così da 𝒍𝒖𝒊, ma non in modo negativo.
-si, direi di sì

carpe diem Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora