Garanzia

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A svegliare Virgilio quella mattina non fu la solita sveglia, ma qualcuno che lo prendeva a cucinate.
- MA TI VUOI SVEGLIARE?! È TARDI.
- MA CHE - CHE ORE SONO?!
- LE 7 E 30. È DA MEZZ'ORA CHE TI CHIAMO.
Virgilio balzò in piedi.
- MA CHE DIAMINE... NON HAI UNA SVEGLIA?
- NO! IO ODIO LE SVEGLIE. MI SVEGLIO DA SOLO. HO L'OROLOGIO IN TESTA CHE NE SO NON È IL MOMENTO DI PARLARNE. MUOVITI!!
Virgilio si lavò, si vestì e si sistemò i capelli il più velocemente possibile tanto che gli avanzò un minuto per gustarsi un muffin avanzato, ma Orazio lo sgridò e dovette finirlo per strada.
- Stai attento a non strozzarti. È secco ed è facile che ti rimanga in gola.
- Troppo tardi...
Virgilio era già alla ricerca di una fontana.
Quando la trovò però era più l'acqua che si era buttato addosso che quella che gli era finita in gola.
- Sei incorreggibile...
Virgilio, che non aveva ancora mandato giù il mal modo in cui era stato svegliato, guardò la sua veste bagnata, poi la fontana e infine la veste ben asciutta di Orazio.
Un sorriso maligno si aprì sul suo volto.
Orazio non ci mise troppo a capire.
- Non ci provare nemmeno! VIRGILIO NO!
Ma Virgilio non lo ascoltò e iniziò a buttare l'acqua addosso a Orazio come un bambino che si divertiva a schizzare al mare.
- Piccolo... Bastardo. Te la farò pagare.
Cercò con le mani di togliere il grosso dell'acqua dalla veste e con le mani bagnate si sistemò i capelli.
Virgilio non poté fare a meno di notare come stesse bene con i capelli bagnati e arruffati. Oggettivamente parlando ovviamente.
- Dai, con questo caldo ci voleva una rinfrescata.
- Si caldo... Se domani ti ammali ti lascio morire da solo. E se mi ammalo io morirai lo stesso.
- Se ci ammaliamo assieme troveranno i nostri scheletri sul letto. Magari il tuo avrà il braccio steso nel tentativo di far volare nella tua mano un bicchiere d'acqua invece di alzarti.
- Ah ah divertente. Dai muoviamoci che è tardi.

Arrivati in accademia videro i loro amici raggruppati vicino all'aula magna. La porta si aprì e ne uscirono Mecenate, Vario e Sireno.
Mecenate uscendo fece un cenno a Virgilio e un sorrisino a Orazio. Vario fece cenno di sì al gruppo che gridò entusiasta. Sireno aveva la solita vecchia faccia indifferente alla vita.
- IN CLASSE!
Vario in quel momento notò Orazio e Virgilio.
- Buongiorno miei piccioncini. Dormito bene? Anzi... Avete dormito?
Virgilio ben deciso a ignorarlo si rivolse a Tucca e Puccitelli.
- Che ci faceva qui Mecenate?
I 3 si guardarono.
- Ci sono novità..
Sorrisero.
- Pare che uno scrittore del suo circolo sia venuto... tristemente....a mancare e beh pare che si sia liberato un posto....
Fissò Orazio...
- Aspetta vuoi dirmi che...
- Si e no. Il posto è teoricamente tuo, ma non hai ancora pubblicato un'opera, quindi lui ha bisogno di certezze diciamo. Vuole chiedere dei pareri... Ha già consultato Vario, poi vorrebbe consultare te V.
- Ma è fantastico!
Virgilio si girò verso Orazio.
- Sei praticamente dentro anche tu.
Orazio era paralizzato.
- Non buttare seccia Virgì. Certo il mio intervento è stato a dir poco lusinghiero, ma adesso tocca a te convincerlo.
- Poca ansia...
- Chi meglio del suo innamorato può trovare tante qualità a convincere l'uomo più famoso di Roma ad accettarlo nel suo circolo?
Virgilio e Orazio lo guardarono storto nello stesso momento, ma questo provocò in Vario un sorriso di sfida.
- Comunque Virgì, noi andremo a Roma e sarà lì che dovrai convincere lui e tutto il circolo ad ammetterlo.
- Ok vabe... Aspetta. DAVANTI A TUTTO IL CIRCOLO?! Non dovevo parlare solo con lui?
Virgilio sorrise, alzò le spalle e si avviò verso la classe.
- Prepara un bel discorsetto d'amore Virgì.
Virgilio guardò Orazio.
- Il  tuo futuro è nelle mie mani a quanto pare.
Orazio stava per fare una battuta ironica, ma poi cambiò idea.
- Non potrebbe essere in mani migliori.
Sorrise e anche lui si avviò verso la classe.
Poteva farcela. Alla fine doveva solo elogiare il suo migliore amico davanti ad un gran numero di persone. Semplice.

-

Non era affatto semplice.
Il Giovedì, come tutte le settimane, Vario e Virgilio si diressero a Roma.
Lo misero su una piattaforma sovraelevata con davanti un leggio in modo tale da essere visto da tutti.
La cosa positiva fù che non era presente l'intero circolo, ma solo i 10 membri più importanti che a quanto pare erano consiglieri di Mecenate e lo aiutavano nella scelta dei candidati.
La maggior parte dei loro volti gli era nuovo, Vario gli spiegò che molti di loro lavoravano a corte con Augusto e che non avevano tempo per presentarsi al circolo.
- Che ci stanno a fare allora?
- È comunque un titolo molto ambito, inoltre sono praticamente la ruota che fa girare il meccanismo. Propongono spesso nuovi personaggi e spesso sono loro che li presentano ad Augusto.
- E io, Virgilio, devo convincere loro? Io?
- Si mio caro. Ma non preoccuparti. Loro sono semplici consiglieri, alla fine è sempre Mecenate a decidere chi entra o meno. Quindi devi convincere solo lui. Puoi farcela.
Virgilio annuì poco convinto.
- Io non posso restare starò nella stanza accanto. Quando avrai finito mi troverai di sopra su qualche poltrona. Dopo andremo da Castorione ok?
Virgilio annuì dinuovo.
- Puoi farcela, tu conosci Orazio meglio di chiunque altro. Solo tu sai come farlo amare.
Quasta volta Virgilio annuì più convinto.
Vario gli fece l'occhiolino e si allontanò mentre la sua platea si metteva a sedere.
- Ehm salve a tutti - prese la pergamena sulla quale si era scritto il discorso e la posizione sul leggio.
- I-io sono Virgilio, per chi non mi conoscesse. Sono qui perché mi è stato chiesto di parlare a favore di Orazio, mio caro amico, affinché possa entrare nel circolo. Nonostante la... dolorosa perdita che il circolo ha affrontato, sono contento che sia stato proprio Orazio ad essere stato scelto per appunto...
-  Sai chi è morto?
- Cosa?
- La dolorasa perdita che il circolo ha affrontato, sai il suo nome?
Panico. No che non lo sapeva. Oltre a Vario non conosceva nessuno di quel circolo nonostante fossero passati un paio di mesi da quando vi era entrato.
- Ehmm...
- Lasciamo perdere, vai avanti.
"Ok... Iniziamo male, molto male."
Saltò tutta la parte in cui faceva un particolare elogio alla persona defunta.
- Come dicevo sono molto contento e orgoglioso che un mio caro amico abbia tale occasione, è tra i migliori del suo corso, ha buoni rapporti con tutti gli studenti e il nostro maestro crede che sia il più promettente.
- Sireno? Quel vecchio imbronciato che fa complimenti a degli studenti? Andiamo Virgilio, non c'è bisogno di mentire.
- Certo che no, emh. Qui ho i suoi ultimi voti, i risultati degli esami e delle lettere da parte delle persone a lui più care.
- Non ci interessano queste cose Virgilio, molti poeti vanno bene a scuola, fanno volontariato e amano i cuccioli. Questo non lo rende più appetibile di qualcun'altro. Poi non ci interessa quello che pensano gli altri, sei stato chiamato tu qui a esporre le sue qualità. Ma qualità reali, non quello che ci si aspetta da un buon oratore.

Virgilio era entrato nel pallone. Tutto il discorso che aveva scritto era praticamente da buttare e se con l'ansia lui non riusciva a parlare, in quella situazione non riusciva nemmeno a respirare.
Iniziò a balbettare parole incomprensibili maledicensosi mentalmente immaginando il volto deluso di Orazio quando gli avrebbe detto che non sarebbe entrato a causa del suo pessimo discorso.
- I-io.
- Credo possa bastare così.
Gli uomini iniziarono ad alzarsi. Tutti tranne Mecenate che era stato in silenzio per tutto il tempo osservandolo. Dalla sua espressione non si percepiamo emozioni.
Gli fece un cenno deciso.
Virgilio non sapeva bene cosa significasse però sapeva che Orazio meritava quel posto e lui avrebbe lottato per farglielo ottenere.
- Orazio è il mio migliore amico.- sbottò.
Gli uomini si bloccarono e si girarono. Aveva attirato la loro attenzione.
- È la persona con cui mi sono aperto di più, e conoscendomi so quanto questo sia importante. Mi è stato vicino in momenti in cui ero in difficoltà. È una persona che sa ascoltare, che non giudica. E sa scrivere. Io lo so. Posso confermarlo. Sono la singola persona che ha l'onore di leggere i suoi versi. Sono...particolari certo, rivelano una parte nascosta di Orazio, ma sono meravigliosi. Orazio merita di entrare in questo circolo e credo possa aiutarlo ad avere più fiducia in sé stesso e spingerlo magari a pubblicare la sua prima opera. Lui... lo merita. Merita il mondo...
- Bene... Questa è decisamente più realistica come descrizione... Ma....
Il barlume di speranza si spense subito negli occhi di Virgilio.
- Ma cosa? - si sorprese per il tono un po' brusco con il quale aveva detto quella frase.
- Non sono convinto ancora.
- Non eri convinto neanche di Virgilio mio caro, eppure eccolo qui, l'uomo più famoso del momento. -
A parlare era stato Mecenate che aveva deciso finalmente di prendere parola.
- Proprio per questo. Orazio è... molto simile a Virgilio. Sono entrambi persone molto chiuse. Il circolo serve per mettere in comunicazione i poeti emergenti, farli discutere e farli conoscere. Virgilio è qui da un paio di mesi e non ha legato con nessuno. Per Diana non sa neanche chi è morto.
Virgilio abbassò lo sguardo.
- Inoltre non ha pubblicato nessuna opera. Non abbiamo garanzie.
- Sono io la garanzia.
- Come?
- Sarò io la garanzia.
Guardò con severità l'uomo fissandolo dritto negli occhi.
- Accettate Orazio, dategli una possibilità. Se non dovesse essere di vostro gusto... se ne andrà, e io con lui.
- Mio giovane ragazzo sei disposto a rischiare questa opportunità per lui?
Virgilio ci pensò per un momento.
- Come ha detto signore, io e Orazio siamo molto simili, se lui per voi non è degno di stare con voi, non lo sono nemmeno io.
Adesso aveva un tono di sfida e guardò Mecenate che aveva uno strano sorriso in volto, quasi orgoglioso.
- Sono scettico, ma la decisione spetta a Macenate. Come sempre.
Mecenate non distolse lo sguardo da Virgilio che questa volta però non si fece intimidire. Aveva una certa adrenalina in corpo e una lieve rabbia. Non poteva permettere che dubitassero del talento di Orazio solo perché aveva un carattere più timido.
- Dì al tuo amico di presentarsi qui il mese prossimo, dopo le vacanze di primavera. Sarà accolto con gentilezza.
Il resto degli uomini abbassarono il capo in segno di resa, Virgilio invece non si sentiva più le gambe.
Ce l'aveva fatta.
- Grazie signore. Non se ne pentirà.
Ricevette un sorriso come risposta.

-

- Allora?
Vario era fuori la porta impaziente.
- Non dovevi stare su una poltrona al piano di sopra?
- Taci! Com'è andata?!
Virgilio abbassò lo sguardo.
- No... Non mi dire che...
Si bloccò quando vide il sorriso di Virgilio.
- È dentro.
- È dentro?
- È DENTRO.
Vario lo abbracciò forte.
- Aaaa lo sapevo che ce l'avresti fatta Virgì.
Gli sconbinò i capelli.
- Che gli hai detto?
- Beh all'inizio è andata malissimo, poi è andata meglio. Mi....sono fatto da garante.
Il sorriso di Vario si alleviò.
- In che senso?
- È una sorta di messa in prova. Se Orazio non andrà bene dovrà andare via... e anche io...
Il sorriso di Vario svanì del tutto.
- Stai scherzando?
Virgilio scosse la testa.
- Tu sei totalmente pazzo. E continui a negare che sei cotto di lui...
- MA NON È VERO!!! È il mio migliore amico! E non voglio stare con persone che non riconoscono il suo valore. Se dovrà andare via lo seguirò a testa alta.
Vario lo fissò, rise e cambiò discorso.
- Io ho fame. Che dici andiamo da Cas?
Virgilio annuì e si diressero verso la casa del loro amico.

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