Penseri O Sogni?

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Virgilio era sull'orlo di una crisi di nervi. Voleva solo che Orazio si scusasse, gli dicesse che gli dispiaceva, non gli interessava neanche più il motivo. Voleva solo che le parole "mi dispiace tanto Virgilio" uscissero dalla sua bocca. Invece no. Continuava a non fare nulla. E non avrebbe fatto nulla neanche lui. Era una tortura stare lontano da lui, ma Virgilio non doveva essere l'unico a trainare questo rapporto. Aveva fatto molti passi verso Orazio. Ora toccava a lui.
Si accucciò nella coperta; nonostante stesse iniziando a far caldo a Virgilio piaceva essere avvolto come in un abbraccio. Lo faceva sentire al sicuro.
Aveva sonno, ma non riusciva a dormire. Gli lacrimavano gli occhi e gli bruciavano, perciò li strinse. Ma nulla, non riusciva a dormire. Tenne gli occhi chiusi per provar a far calmare almeno il bruciore, ma si fece trasportare dai pensieri e la sua mente iniziò a creare scenari immaginari, come Orazio che nel bel mezzo della notte veniva in camera sua dicendo che non riusciva a dormire per i sensi di colpa, che doveva scusarsi e voleva dormire con lui. Oppure Orazio fuori casa di Vario, sotto l'albero dove hanno avuto la loro prima conversione, lo abbraccia in lacrime chiedendo perdono farfugliando tra i singhiozzi il motivo per cui l'ha fatto che però non era comprensibile dato che Virgilio non lo sapeva. Lo scenario cambiò di nuovo e si ritrovarono a casa di Orazio, entrambi vicino al camino,entrambi urlavano, Virgilio voleva sapere il perché lo avesse abbandonato, urlava i suoi sentimenti, ma essi furono zittiti dalle labbra di Orazio premute sulle sue; si staccarono per un momento solo affinché Orazio sussurrasse "ecco perché" ; era un controsenso, Orazio si era allontanato perché voleva stargli più vicino? Ma non ebbe il tempo di pensarci perché Orazio si gettò dinuovo sulle sue labbra spingendolo verso la camera da letto...
Virgilio si mise di scatto seduto. Mentre viaggiava con la mente era come se si fosse addormentato e i suoi pensieri si stavano trasformando in sogno, ma aveva ancora abbastanza lucidità per tirarsi indietro e svegliarsi. Si mise una mano sulla fronte per verificare se avesse la febbre, di certo stava delirando. Non c'era altra spiegazione per quei pensieri. Ma la sua fronte era fresca; sudata, ma fredda. Fece scivolare la mano sotto la coperta con il terrore di quello che poteva trovare. Quando sentì un rigonfiamento tirò di scatto la mano, come se si fosse scottato. Si sforzò di pensare a qualcos'altro. Iniziò a recitare i versi di Cicerone che aveva ascoltato al Circolo, ma gli venne in mente il dibattito con Orazio che lo riportarono alla scena prima immaginata. Si strinse la testa tra le mani come se potesse accartocciare quel pensiero e buttarlo nel camino, ma non poteva.
Cercò di canticchiare delle canzoni, di contare fino a mille, di dire tutte e 5 le declinazioni al contrario, ma quella scena ritornava alla mente. Si alzò in piedi e andò alla finestra per respirare un po' d'aria. Ma ormai il dubbio era sorto. Virgilio era innamorato di Orazio? Insomma, innamorato era una parola grossa, ma infatuato? In fondo erano simili, condividevano più cose di qualunque altro. Ripensò alla scena al mare di quando stava insegnando ad Orazio a nuotare; a pensarci quella non fù l'unica volta in cui ebbe.... Ma no! Non poteva nemmeno pensarlo. Orazio era il suo migliore amico! Non poteva immaginarlo in quel modo. Però... Forse si era dato solo delle scuse per tutte le volte.
Battè la fronte contro il muro.
Poi gli venne in mente un'idea che poteva chiarire tutto. Non sapeva se fosse l'adrenalina o la disperazione che lo condussero in camera di Orazio.
Spalancò la porta. Neanche lui stava dormendo visto che si drizzò di colpo.
- Virgilio ma che....
Non finì la frase che Virgilio lo mise a tacere. Orazio sconvolto arretrò fino a che la sua testa non affondò nel cuscino. Aveva gli occhi spalancati mentre Virgilio gli afferrava la testa tra le sue mani e lo tirava verso le sue labbra.
Orazio però era troppo in imbarazzo e sorpreso e lo spinse via.
- MA CHE TI PRENDE?!
Virgilio ora si sentiva in colpa. Come aveva potuto farlo?!
- Io.... Mi dispiace...
Uscì di casa di corsa, mentre Vario e Castorione uscivano confusi dalle loro camere e si diresse verso il fiume alla fine della strada. Non era vicino, ma Virgilio corse più velocemente possibile, magari così avrebbe superato la vergogna. Si tolse velocemente i vestiti e si tuffò nel fiume. L'acqua era ghiacciata e il contatto con la pelle sudata di Virgilio ebbe l'effetto di gettargli tutta l'aria fuori dai polmoni. Resistette circa due minuti poi corse fuori e cercò di coprirsi con la veste.
Si era calmato. Guardò in basso per confermarlo.
Si prese la testa fra le mani mentre stava ancora tramando, non sapeva se per il freddo o per l'agitazione.
Aveva ragione. Orazio non era un semplice amico. Se non lo avesse spinto via non sapeva fin dove sarebbe arrivato.
Era innamorato di lui.
E ora aveva rovinato tutto.

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