Allora?

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Erano circa le 9 di sera.
A quell'ora le strade di Roma erano praticamente deserte. Ogni tanto si vedeva qualche carrozza che riportava le persone a casa.
- Ho voglia di bere qualcosa. Tu?
- Si perché no.
- Bene, raccattiamo Castorione e andiamo in qualche taverna, così lo aggiorniamo.

Bussarono alla porta di casa di Castorione che aprì con un gran sorriso.
Abbracciò Vario e diede una pacca sulla spalla di Virgilio.
- Hai già cucinato Casto?
- Eddai non chiamarmi così. Comunque no, ho la dispensa vuota.
- Perfetto, andiamo in una taverna.
Castorione fece un sorriso entusiasto.
- Conosco il posto perfetto.
Uscirono di casa e si avviarono in stradine decisamente più affollate.
Si ritrovarono a scendere delle strette scalinate di una baracca non tanto stabile fino a ritrovarsi in una vasta stanza piena di persone.
Virgilio dovette correggersi. Non erano persone, erano cortigiane. Castorione li aveva portati in un bordello.
- Cas, dovevamo mangiare e bere qualcosa....
- Tranquillo Virgilio, al bancone c'è un barman amico mio che fa delle costolette di maiale che sono la fine del mondo. E di alcool ce n'è a volontà.
Si sedettero al bancone e ordinarono qualcosa da mangiare.
Vario prese le costolette con delle patate che si gustò seguendo con lo sguardo le ragazze che gli passavano accanto. Una in particolare lo osservava avidamente da un divanetto dall'altra parte della stanza.
Vario non finì neanche di mangiare che abbandonò i suoi amici.
- Scusate ragazzi, vado a fare conoscenza.
Mentre Castorione se la rideva, Virgilio abbassò la testa nel piatto mangiando imbarazzato le sue costolette.
- Allora Vir. Che mi racconti?
- Nulla di che Cas. La settimana è stata abbastanza tranquilla.
- Ho saputo che ormai convivi con Orazio.
A Virgilio andò di traverso la costoletta.
Iniziò a tossire e bevve il liquido che Castorione gli porse.
Ne assaporò un sorso, ma lo sputò immediatamente.
- Che diavolo è?!
Castorione rise di gusto.
- Non conviviamo. Io e Orazio intendo. Semplicemente sto da lui un paio di giorni perché non mi va di stare a casa da solo. Semplice.
- E come mai non vai mai da Vario?
- E dormire con qualche cortigiana troppo ubriaca per tornare a casa? No grazie.
Ordinò del vino.
- Comunque sai Orazio ora fa parte anche lui del circolo, quindi trova un'altro letto a casa tua.
- Davvero? Che bello!
- Beh è una messa in prova, io e Vario abbiamo dovuto convincere Mecenate per farlo entrare. I suoi consiglieri non sono affatto d'accordo, ma Mecenate si è opposto e ha comunque voluto dargli una possibilità. Spero vada bene.
- Che succede se va male?
- Non è più ammesso e beh... neanche io....
- E che c'entri tu?
Virgilio non voleva dirglielo. Non voleva essere dinuovo chiamato pazzo. Castorione però insistè.
- Mi sono offerto come garanzia.
" Ecco l'ho detto, su chiamami pazzo forza, o fai qualche battuta su quale meravigliosa coppia saremmo io e Orazio."
- Lo trovo molto carino da parte tua.
" Ah.. Non me l'aspettavo"
- Davvero? Sei il primo a dirmelo, fino ad ora non hanno avuto peli sulla lingua nel dirmi che sono pazzo.
- Vir io ho sempre saputo che sei il tipo di persona che fa di tutto per le persone a cui tiene. Per Orazio poi credo moriresti pur di vederlo felice. Perché è il tuo migliore amico ovviamente - aggiunse quando Virgilio lo guardò torvo.
- Beh spero solo che vada tutto bene.
- Andrà tutto bene tranquillo.
Virgilio sorrise e tornò a mangiare, ma una mano gli si poggiò sulla spalla.
- Ehy Vario sei già torn...
Non era Vario. Il corpo formoso e decisamente troppo poco vestito che Virgilio si ritrovò davanti non era decisamente Vario.
- Ciao bell'uomo - disse la cortigiana con voce seducente.
- Non conosco questo Vario di cui parli, ma se mi seguì di là magari possiamo andare a cercarlo.
Virgilio avvampò. Castorione invece scoppiò a ridere.
- Si Vir, vai a cercare Vario vai, potete formare un bel quartetto d'archi.
Virgilio era paralizzato dell'imbarazzo e cercava in tutti i modi di non posare lo sguardo sul petto che la cortigiana gli premeva sul viso.
- N-no grazie, sei molto gentile m-ma sono apposto c-così.
- Oh- guardò Castorione - se vuoi si può aggiungere anche lui.
Castorione rise fino a piangere.
- N-NO GRAZIE. Troppo gentile ma no.
- Ah forse ho capito. Abbiamo anche uomini di là. Ti consiglio Elgildo, ha un gran bel...
- OK, OK CREDO SIA IL MOMENTO DI ANDAR VIA.
Virgilio afferrò il braccio di Castorione che stava letteralmente urlando dalle risate e lo trascinò fuori.
- OH MIE MUSE NON HO MAI RISO COSÌ TANTO IN VITA MIA AHAHHAHAHAHHAHA
- Ah ah ah sisi divertente. Prendiamoci gioco dell'imbarazzo di Virgilio.
Castorione finalmente si calmò.
- Dobbiamo aspettare Vario e mi sa che non abbiamo pagato il conto.
- Io là dentro non ci torno.
Castorione rise e dopo che Virgilio gli diede la sua parte di conto, tornò dentro.
Virgilio approfittò di quel momento in solitudine per prendere un bel respiro.
Odiava imbarazzarsi così tanto per certe questioni. Per una volta anche lui voleva comportarsi come Vario. Prendere la vita con leggerezza e semplicemente divertirsi. Insomma, persino Orazio riusciva a farlo... Perché lui no?
Forse lui e Orazio non erano così simili in fondo.
Mentre faceva quelle riflessioni Castorione ritornò seguito da Vario. Aveva la veste sbottonata, i capelli arruffati e rossetto sbavato sulle labbra e sul collo.
- Divertito? - chiese Virgilio.
- Oh si, aveva 2...
- NON MI INTERESSA GRAZIE.
- Parla per te, a me interessa.
Virgilio accellerò il passo per non sentire quei discorsi.
Immerso nei pensieri immaginò la reazione di Orazio quando avrebbe saputo della sua ammissione. Probabilmente lo avrebbe abbracciato.
Sorrise. Ora aveva voglia di abbracciarlo. Dopo tutti quei giorni di "convivenza" come l'aveva chiamata Castorione, gli faceva strano pensare che quella sera non avrebbe dormito nel letto con lui.
Infatti arrivati a casa Virgilio si sentì solo nel letto vuoto. Si alzò e bussò alla camera di Vario.
- mmmmmh - rispose lui.
- Vario scusami, non è che posso dormire con te?
- Che c'è ti manca il fidanzato?
- Ok niente lascia stare.
Fece per andarsene ma Vario lo fermò.
- Vieni qui idiota. Come sei permaloso. Basta che non russi e che non ti muovi.
- Grazie.
Chiuse gli occhi, ma non riuscì a dormire. C'era qualcosa che non andava. E non c'entrava il fatto che Vario si era preso 3/4 del letto lasciando Virgilio in un angolino. Semplicemente Vario non era Orazio.
" È solo questione di abitudine" pensò.

-

- Allora?
- Ma avete le battute predisposte?
- In che senso? - chiese confuso Orazio.
- chiedete le stesse cose allo stesso modo.
- Beh direi che io ho il diritto di saperlo no?
- Si
Però Orazio non sapeva quello che aveva in mente.
Orazio vedendo che Virgilio non rispondeva iniziò ad agitarsi.
- Virgilio?
Virgilio sfoderò le sue più grandi doti da attore. Ovvero si ficcò due dita negli occhi per farli lacrimare.
Imprecò per il dolore.
Cercò di guardarlo, ma non riusciva a tenere gli occhi aperti.
Orazio la prese diversamente.
- Non è andata bene vero?
Virgilio alzò lo sguardo con gli occhi rossi che gli bruciavano e con le lacrime che gli scendevano sulle guance. Si sforzò di non ridere.
- Orazio mi spiace, davvero.
Orazio non lo guardò.
- Che è successo?
- Mi sono bloccato, hanno iniziato a farmi domande a raffica e...
In quel momento alle spalle di Orazio arrivò Vario.
- EHEHYYY
Mentre Orazio si girava Virgilio gli fece un cenno.
Vario capì al volo e cambiò immediatamente espressione.
- Ehy... Orazio.... mi spiace...
- Non importa, infondo all'inizio dell'anno non sapevo neanche chi fosse...
Detto questo si diresse verso la classe.
- Tu. Perfido perfido uomo.
Ma stava ridendo.
Virgilio sorrise cercando di dare pace ai suoi occhi che non smettevano di lacrimare.
- Puoi smettere di piangere Virgì, è andato via.
- Se riuscissi... Mi sono ficcatole dita negli occhi per ottenere tale bravura.
- Pazzo bastardo uomo.
- Glielo dirò stasera.
Orazio però lo evitò per tutta la giornata e non lo aspettò per tornare a casa.
- Oh oh, il maritino si è arrabbiato. - lo schernì Vario.
Virgilio guardò Orazio da lontano mentre i sensi di colpa si facevano strada nel suo cuore. Si affrettò a raggiungerlo.
Bussò alla porta e Orazio gli aprì senza guardarlo.
- Ehy Orazio, scusami, io stavo solo sche-
- Non sei stato in grado neanche di dire delle cose belle su di me..
- Cosa? No Orazio io...
- Credo che sia il momento per te di tornare a casa Virgilio.
Virgilio era senza parole. Lo stava cacciando per quello? Non... sapeva cosa pensare, non se lo aspettava.
- Ok... tolgo il disturbo.
Prese le sue cose e lasciò la casa con Orazio intento a non guardarlo.
Quando aprì la porta della sua casa tutta l'angoscia lo affogò. Le gambe gli credettero e si accasciò per terra.
Per un errore, per un errore che probabilmente avrebbe commesso anche lui, gli aveva voltato le spalle.
Si maledisse per aver fatto uno scherzo tanto stupido, ma poi pensò che forse era stato un bene, aveva tirato fuori un lato di Orazio che non pensava minimamente esistesse.
Si gettò sul letto senza neanche cenare e si addormentò tra le lacrime.

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