"Tucca brutto figlio di putt... No. No nono. Troppo volgare e non sarei in grado di urlarlo davanti a tutti. Tucca scusami se ti disturbo, sono venuto a conoscenza... MA NO! È UNO STRONZO NON DEVO ESSERE GENTILE! Devo trovare una via di mezzo. Innanzitutto devo capire lo scenario. Di sicuro ci saranno anche Vario, Puccitelli e Castorione. Vario starebbe dalla mia parte, credo. Insomma ha detto che avrebbe dato la caccia al responsabile, ma lui e Tucca erano amici da anni. Sceglierebbe davvero me? E gli altri due? Non ho mai scambiato parola con loro. Castorione è un tipo molto robusto che alle feste beveva e si divertiva con le donne con totale discrezione. Puccitelli spariva di continuo. Era lì, poi non più e ritornava con segni di rossetto sul collo o con un occhio nero. Orazio non so nemmeno se verrà. Quindi posso contare solo su me stesso. L'unica soluzione è beccarlo in solitaria, cosa molto difficile visto che si muove sempre in branco. Però a pensarci bene lui la mattina arriva prima di tutti e va a rubare del pane dalla mensa. È lì che devo parlarci. Poi se vuole picchiarmi sarà più facile scappare tra i tavoli. Ok deciso"
Mentre metteva a punto il suo piano si accorse che era già l'alba. Non aveva dormito per tutta la notte. Si alzò sorprendendosi di non essere stanco, forse era l'adrenalina.Arrivato in accademia percorse i lunghi corridoi vuoti fino ad arrivare in mensa. Non c'era nessuno. Tucca doveva ancora arrivare. Si sedette su un tavolo e osservò la mensa. Vendendo quella stanza tutti i giorni piena non si era mai accorto della bellezza architettonica. Le pareti erano interamente di pietra, tranne quella di sinistra che era tagliata a metà da un'enorme finestra lunga tutta la parete che mostrava il lungo mare di Napoli e in lontananza il Vesuvio. Adorava quella città. Si riproverò di non aver mai fatto caso a quello spettacolo. Si stava domandando cosa sarebbe successo se improvvisamente il vulcano sarebbe esploso quando la porta della mensa si aprì ed entrò Tucca. Il poeta sembrava sorpreso di trovare lì il ragazzo che lo fissava, anzi sembrava impaurito.
- Virgilio - cercò di sforzarsi di sorridere - cosa ci fai qui a quest'ora?
- Aspettavo te Tucca
Tucca rallentò il passo e si servì del pane.
-Ah davvero? E come mai?
- Non so dimmelo tu. Hai qualcosa da dirmi?
- Io? No. - Ora Tucca aveva un'aria divertita, si stava prendendo gioco di lui. Virgilio dal canto suo stava perdendo la calma e la rabbia iniziò a risalire.
- Che strano, fino ad ora hai avuto tanto da dire sul mio conto.
Tucca sbattè il vassoio sul tavolo e si girò verso Virgilio guardandolo con sguardo assassino.
- Hai problemi con me?!
Virgilio cercò di nascondere il più possibile la paura e la rabbia gli rese le cose facili.
Si alzò dal tavolo e gli si avvicinò. Tucca era alto almeno una testa in più a lui così dovette alzare lo sguardo per guardarlo negli occhi.
- Ci puoi scommettere stronzo! Sei andato a raccontare mie cose private a tutti! Non ti vergogni?
Tucca scoppiò a ridere.
- Aspetta mi stai dicendo che è tutto vero? O mia musa non ci credo, certo c'era il sospetto, ma tu caro mio hai confermato tutto. Ah aspetta che lo dica agli altri.
Virgilio strinse i pugni.
- Oh che c'è parthenias ti sei offeso?- si avvicinò al suo orecchio e sussurrò - perché non vai sotto le sottane di tua madre? Li sarai al sicu...
A metterlo a tacere era stato il pugno di Virgilio che si infranse con violenza sulla sua mandibola. Si pentì subito di averlo fatto. La sua mano era dolorante e dall'espressione divertita di Tucca non gli aveva fatto così male. Fece per prendergli le vesti e sollevarlo da terra, ma qualcuno li interruppe.
-Ehy! - Vario entrò nella mensa con estrema calma. - cosa succede qui? -
Tucca riportò Virginio con i piedi per terra e gli spolverò la veste.
- Una semplice chiacchierata tra amici- sorrise e si avviò verso la porta.
Vario lanciò un'occhiata a Virgilio.
- È stato lui?
Lui annuì.
Vario sembrava deluso e triste.
- Ehy Tucca vieni qui.
Tucca si bloccò ora davvero spaventato. Ma si avvicinò a Vario. Ora fu lui a tirargli un pugno sulla mascella e questo si vedeva che faceva male, ma a differenza di Virgilio, Vario non si guardava la mano con la faccia piena di dolore, ma continuava a guardare Tucca con sguardo deluso.
- Ma sei impazzito?! Perché l'hai fatto?! - A Tucca sembrava aver ferito di più l'atto del pugno che il pugno in sé.
- Chiedigli scusa!
- Stai scherzando?!
- HO DETTO CHIEDIGLI SCUSA!
- Tu sei impazzito, lo conosci da meno di un anno e stai dalla sua parte invece che dalla mia. Io non esisto più da quando c'è lui.
- Devvero hai fatto tutto ciò per gelosia?
- Io? Geloso di lui?
- E perché l'hai fatto allora?
Tucca abbassò lo sguardo - non importa.
- Chiedigli scusa! - ripetè Vario
Tucca lo fissò.
- Mi dispiace Virgilio
- più convinto
- Sono stato un idiota Virgilio e spero che tu possa perdonarmi.
Sembrava sincero, ma lo faceva per Vario non per lui.
- Ok...
- Puoi andare Tucca - disse Vario - sono sicuro che troverai un modo per farti perdonare totalmente.
Tucca annuì e se ne andò.
A quel punto Vario si giro verso di lui.
- Stai bene? Fa vedere la mano.
Prese la sua mano e la tastò ignorando il versi di sofferenza di Virgilio.
- Non dovrebbe essere rotta. Comunque sai ti ammiro, sei stato coraggioso. Non ti credevo capace di tirare un pugno; anzi mi correggo, non sai tirare un pugno, però hai avuto la forza di provarci. Sono fiero di te.
Virgilio si sentiva un bambino, però la cosa non gli dispiacque, così gli sorrise.
- Ehy. Cos'è successo?! Ho visto Tucca uscire da qui con gli occhi lucidi e la mascella leggermente spostata.
Orazio entrò di corsa e appena vide la mano di Virgilio si bloccò.
- Non ci credo gli hai davvero tirato un pugno?!
Virgilio arrossì.
- Vi lascio da soli; Orazio prenditi cura di lui e cerca di coprire il più possibile la mano. Il maestro non deve sapere che 2 studenti hanno fatto a botte nella sua scuola. Ci sono delle bende li infondo, usa quelle.
Si prese due secondi per guardare sia Orazio che Virgilio, poi fece un sorrisino strano e se ne andò.Orazio corse da lui.
- Ma ti sei bevuto il cervello?!
Gli diede un pugno sulla spalla.
- Ma lo hai visto a Tucca? Basta una carezza a spezzati le ossa.
Virgilio sorrise nel vedere Orazio tutto rosso dalla preoccupazione, poi distolse lo sguardo imbarazzato.
- Grazie di aver creduto almeno per un secondo che potessi farcela a batterlo.
Orazio lo guardò male e Virginio rise. Il più giovane andò a prendergli le bende e iniziò a fasciargli la mano.
- Sai mi ha chiesto scusa, Tucca. Credo sia geloso di me dato che Vario cerca sempre di difendermi. Credo... credo che Tucca lo veda come più di un amico.
Orazio lo guardò.
- Pensi che Tucca sia innamorato di Vario?
Virgilio non sapeva decifrare l'espressione sul suo volto.
- Si credo di sì.
- E per te è un problema?
- Certo che no, basta non crei problemi a me.
Orazio sorrise e bloccò le bende cercando di nasconderle sotto la veste.
- Cerca di non alzare il braccio.
Virgilio si guardò la mano.
- La mia prima ferita di guerra - ironizzò.
- E fa sì che sia l'ultima.
Mentre Orazio metteva a posto le bende, Virgilio contemplò dinuovo il paesaggio.
- Tra poco iniziano le lezioni. Vieni con me?
- Si
E insieme si avviarono verso l'uscita.Finite la lezione di retorica, Orazio dovette andare a quella privata di Sireno per recuperare i giorni saltati. Andò verso l'uscita facendo un saluto a Vario. Quando girò l'angolo in lontananza vide Tucca, da solo seduto su un muretto. Fece un respiro profondo e andò vicino a lui.
- Cosa vuoi?! Ti ho già chiesto scusa
- Sei innamorato di Vario vero?
Non ebbe neanche il tempo di sbattere le palpebre quando se lo ritrovò addosso con il dito rivolto al suo naso.
- Tu mi stai davvero scocciando, ti conviene stare attento verginello.
Virgilio gli abbassò il dito con delicatezza.
- Tranquillo, non vado mica a raccontarlo in giro ("beh Orazio non contava")
Tucca si rimise seduto.
- Vario aveva ragione, ero geloso di te.- fece una risata ironica - di te. Capisci quanto sto messo male? -
- Ehy non c'è bisogno di offendere - disse Virgilio ridendo.
- Chi altro lo sa?
- Nessuno, tranne Vario. Lui l'ha capito, ma non ha quel tipo di... interesse.
- Mi dispiace
- È a me che dispiace. Posso fare qualcosa per farmi perdonare?
- Ti ho già perdonato tranquillo.
Tucca sorrise.
- E tu invece?
- Che c'entro io?
- Perché sei ancora vergine?
- Oh, non lo so.
Poteva fidarsi? Infondo gli aveva chiesto scusa e sapeva qualcosa che non voleva che altri sapessero.
- Non ho mai avuto quel tipo di interesse... Non riesco a parlare con una persona figurati a fare... certe cose. Pensavo che forse un giorno se avessi incontrato qualcuno.... Non lo so è stupido.
- No non lo è. Io avevo 11 anni quando ho avuto la mia prima volta. Mio fratello mi presentò questa cortigiana e quasi mi obbligò a farlo. All'epoca già avevo capito che non erano le donne quello che volevo, però ero piccolo e volevo rendere fiero mio fratello e così lo feci, e ancora e ancora con tutte le donne che mi portava.
- Lo hai mai fatto con un uomo?
- No, speravo di poterlo fare con Vario, ma beh la vita non ti dà tutto ciò che vuoi.
Virgilio guardò il pavimento.
- Va bene. C'è troppa tristezza qui, credo che andrò a chiarire con Vario, magari mi offre del vino.
Si alzò e gli porse la mano. Virgilio la strinse.
- Ci vediamo domaniTornato a casa si buttò direttamente sul letto. Non dormiva da trentaquattro ore e quella era stata una giornata pesante. Si mise sotto le coperte e si guardò la mano dolorante ricordando della delicatezza e della preoccupazione con cui Orazio gliel'aveva fasciata. Si ritrovò a sorridere. Non sapeva perché sorridesse, però era felice di avere Orazio come amico e ora forse anche Tucca lo era diventato. Con quei pensieri chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo.
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carpe diem
FanfictionPer chi di voi ha studiato in latino Virgilio sa che lui non si è mai sposato e che non ha mai avuto figli, ma perché? Certo il suo carattere non gli rendeva facili le cose. Ma se ci fosse un altro motivo? Se Virgilio avesse voluto sposarsi e pronun...