La settimana passò tranquilla. Orazio e Virgilio si avvicinarono sempre di più. Erano ancora in imbarazzo e spesso nel gruppo si creavano momenti di silenzio dove gli amici si scambiavano occhiate complici.
- Allora ve lo siete dati un'altro bacino? - chiese Vario il martedì.
- Vario non iniziamo... - lo ammonì Virgilio.
La verità era che moriva dalla voglia di baciare Orazio. Quei pochi giorni in cui erano consapevoli di cosa provavano l'uno per l'altro rendevano quella breve distanza insopportabile, e Virgilio voleva colmarla a tutti i costi.
Ma vedeva che Orazio non la pensava ugualmente. Tendeva a evitare di stare troppo vicino a Virgilio e quando lo faceva diventava totalmente rosso e iniziava a tremare. Il più grande voleva assolutamente evitare che la situazione a casa di Castorione si ripetesse, quindi aveva deciso che avrebbe aspettato che fosse Orazio a fare il primo passo. Peccato che non trovava il coraggio.
- Vabbè io chiedo, non si sa mai - riprese Vario.
Orazio naturalmente arrossì sentendosi preso in causa indipendentemente. Sapeva benissimo che era colpa sua se non avevano ancora sigillato... qualsiasi cosa fossero in quel momento, ma aveva davvero paura. Aveva già fatto molte cose con molte persone, ma ora era diverso. Ora amava con tutto il cuore Virgilio e aveva paura di rovinare tutto in ogni istante. Voleva davvero stringerlo a se è baciarlo fino a consumargli le labbra, ma per qualche ragione non poteva avvicinarsi a lui senza tremare.
Virgilio sembrava capirlo, non lo forzava e apprezzò molto la cosa.D'altro canto Virgilio era determinato a mettere a proprio agio Orazio e aveva già un'idea, ma gli serviva l'aiuto dei ragazzi.
Così quando il più piccolo andò a lezione Virgilio si confidò con Tucca e gli altri per spiegargli il piano.
- Aww ma che dolce - disse Tucca tirandogli una guancia per poi dargli uno schiaffetto - Ma guarda quant'è romantico.
- Si... Certo... - disse Virgilio massaggjandosi la guancia.
- Questo stasera? - chiese Vario.
- Si.
- Ne sei sicuro? Domani dobbiamo andare a Roma, la notte dovrai dormire.
- Chi ti dice che non dormirò.
- Vuoi dirmi che dopo tutto il piano resterai ancora vergine?!
Virgilio arrossì di botto, sia per l'imbarazzo che per la rabbia.
- Non lo faccio solo per quello. Se Orazio vuole aspettare aspetteremo. Per ora voglio solo metterlo a suo agio evitando che tremi quando lo tocco.
- Ah certo.. È lui che vuole aspettare.
- Che intendi dire Tucca?
- No dico solo che visto che non l'hai mai fatto ci sta che hai la strizza.
Virgilio ora andò in encandescenza. Non poteva mica far capire che aveva ragione.
- Ma strizza per cosa? Ma non è vero!
- Beh tu sei vergine, lui no.... Anzi lui ha anche un po' di esperienza, in entrambi i lati se per questo e magari non ti senti all'altezza di... dominarlo....
- Cos-? M-ma che! Ma che stai dicendo!!!
Ora Virgilio era in totale imbarazzo. Vario stava dando molte cose per scontate. Come faceva a sapere che sarebbe stato lui a... "dominare"? Ma poi che brutta parola, manco Orazio fosse uno schiavo e lui l'imperatore.
- Io vado via. Voi limitatevi a svolgere il vostro compito. IN SILENZIO!
Gli altri annuirono mentre Virgilio si diresse verso casa di Orazio.Mentre Orazio usciva dalla classe venne rapito da Vario, Tucca e Puccitelli che lo portarono in una locanda. Erano circa le 6 di sera. Le persone si riunivano lì dopo le attività cittadine fino al tramonto per poi tornare a casa, cucinare e andare a letto.
- Che ci facciamo qui?
- Nulla di particolare, festeggiamo il fatto che finalmente tu e Virgilio avete capito. E soprattutto farti sapere che ci avete fatto dannare. È stata una vera e propria tortura. Sapere che entrambi eravate cotti l'uno per l'altro ma negarlo e poi pensare che l'altro non ricambiasse...
- Concordo, è stato molto brutto. - Puccitelli non era molto credibile mentre lo diceva dato che aveva la bocca piena di patatine e la schiuma della birra a mo' di baffi.
- Si ma stiamo festeggiando me e Virgilio,... senza Virgilio.
- Cos'è? Non vedi l'ora di saltargli addosso? - disse Vario cambiando discorso.
Orazio arrossì.
- Cosa c'entra questo?
- Come ti vedi mentre condividi il letto con Virgilio?
- In che senso? - chiese Orazio pur sapendo la risposta.
- Insomma... - Vario cercò di dirlo in modo più raffinato possibile, ma si spazientì subito.
- Sei tu a metterglielo dentro o il contrario?!
- MA CHE RAZZA DI DOMANDE SONO?!
- Una tipica domanda che un'amico fa.
- Beh non è una cosa che ti riguarda!!
- Okk....Ma hai paura?
Orazio si calmò, ma il suo tono era comunque burbero.
- Perché dovrei, non è la prima volta per me.
- Ma lo è per lui, secondo me hai paura di deluderlo o cose del genere, hai paura di rovinare tutto ora che hai trovato qualcuno di speciale.
Orazio doveva riconoscere che Vario per quanto fosse stupido ti sapeva leggere dentro neanche sapesse leggere nel pensiero.
Non rispose e si rigirò verso il bancone.
Vario invece sorrise soddisfatto.
- Posso solo dirti che Virgilio è pazzo di te e lo renderai felice, in qualsiasi posizione tu decida di farlo. - ridacchiò.
Orazio chiuse gli occhi per disperazione e per reprimere l'istinto omicida.Il sole iniziò a tramontare.
Orazio si alzò.
- Va bene ragazzuoli, direi che è il momento di tornare a casa.
Si salutarono e Orazio si avviò per la solita strada. Dietro la collina il cielo si colorò di arancione, rosa e viola. Si soffermò un momento per guardarlo. Amava i tramonti.
Arrivato alla porta prese le chiavi, ma si accorse che la porta era aperta. Si bloccò.
Si guardò intorno alla ricerca di un qualcosa con cui difendersi. Trovo un bastone, era corto e sottile, ma meglio di nulla. Lo afferrò con due mani e aprì lentamente la porta. C'era troppa luce. Poi capì. C'erano candele dappertutto, per terra, sul tavolo e sul camino. Stava per abbassare il bastone shoccato quando una figura gli balzò davanti.
- Ti pia- AHI.
Orazio aveva colpito Virgilio sulla testa.
- Oddio! Scusami!
Lasciò cadere il bastone e si avvicinò.
- Menomale che non sei tanto forte...
- Ehy! Credevo fossi un ladro!
Poi ritornò alle candele.
- Hai fatto tutto da solo?
- Si... - rispose imbarazzato Virgilio.
Orazio camminò in mezzo a loro e giocò con la fiamma di una di esse.
- Perché?
- Come perché?
- No si cioè non mi fraintendere è meraviglioso.
- Si beh ho pensato che fosse carino. Poi ho notato che tremi spesso quando mi avvicino quindi ho pensato di metterti a tuo agio...
Orazio si girò e lo guardò. Alla luce delle candele Virgilio lo trovò ancora più bello.
Si avvicinò lentamente.
- Quindi.... Ti piace la sorpresa?
- Beh avrei preferito che la distrazione non fosse stata Vario e le sue battute, ma questo... - arrivò difronte a Virgilio - questo è perfetto, grazie.
Virgilio sorrise soddisfatto, rimase però sorpreso quando Orazio gli getto le braccia al collo e lo strinse in un abbraccio.
Il suo profumo salì dritto nel naso di Virgilio e si rilassò stringendolo a sè.
Dopo mesi se non anni finalmente poteva stringerlo a sé. Non sopportava più dover mantenere la distanza sia per la paura che per l'imbarazzo. Poteva restare in quella posizione in eterno, ma sentì la presa di Orazio allentarsi e fece lo stesso. Orazio però non si staccò, ma portò il suo viso a pochi centimetri da quello di Virgilio e abbassò le braccia sulle sue. Lo guardò dritto negli occhi e Virgilio sentì un brivido lungo la schiena. Spostò la sua mano sul volto di Orazio e gli scostò i capelli e con il pollice gli accarezzò la guancia. Sorrise. Orazio fece lo stesso portando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra per poi ritornare agli occhi. Restarono così un paio di secondi, poi Orazio prese l'iniziativa e, alzandosi sulle punte, diede un rapido bacio a Virgilio. Tornò indietro e riguardò Virgilio negli occhi. Aveva un po' il fiato pesante come se avesse paura che a Virgilio non fosse piaciuto. A Virgilio invece era piaciuto eccome e aveva deciso che non era abbastanza. Si gettò in avanti e prese tra le mani la testa di Orazio e la tirò a sè unendo le loro labbra. Entrambi si abbandonarono a quel bacio ed entrambi non riuscirono a trattenere un sorriso. Si staccarono solo per guardarsi ancora negli occhi. Entrambi avevano le pupille dilatate e un sorriso stampato in faccia. Ripresero con più passione di prima. Virgilio spinse leggermente Orazio fino a che non urtò il muro.
Orazio però irrigidì le labbra e Virgilio si allontanò quel poco per farlo respirare.
- Preferirei non andare oltre... stavolta... se non... Ti dà fastidio.
Virgilio sorrise.
- Ho aspettato per più di 30 anni, posso aspettare ancora un po'.
Ora fù Orazio a sorridere.
- Però non posso più evitare di baciarti. Ormai mi hai fatto assaggiare l'oppio, mi hai dato la dipendenza.
- Beh allora vieni a prendermi. - rispose il più piccolo con uno sguardo divertito e di sfida.
E così tornarono a baciarsi.

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carpe diem
أدب الهواةPer chi di voi ha studiato in latino Virgilio sa che lui non si è mai sposato e che non ha mai avuto figli, ma perché? Certo il suo carattere non gli rendeva facili le cose. Ma se ci fosse un altro motivo? Se Virgilio avesse voluto sposarsi e pronun...