Lo fissai da sotto le ciglia lunghe, rimanendo immobile. Si era accasciato sul bancone e aveva abbassato la testa, quasi per nascondere quelle lacrime che, in realtà, non avevo neppure bisogno di vedere.
Lo sentivo sin dentro me stessa quanto fosse lacerante per lui vedermi lì, in piedi, in un'improvvisa collisione di due mondi che lui aveva sempre saputo esistessero.
Per me era diverso, io non ne avevo mai avuto consapevolezza, non avevo vissuto davanti a una finestra, osservando il susseguirsi di quasi venti primavere, chiedendomi costantemente come avrei fatto a ricongiungermi con le parti più importanti di me. Io avevo vissuto il passare delle stagioni facendo sì che il tempo mi scivolasse addosso, per lui invece non era stato così, ogni rintocco di vita non aveva fatto altro che allontanarlo sempre di più dal nostro ricordo.Rimasi impalata con la testa piena di pensieri e il cuore frammentato.
Durò poco, però, perché le mie gambe mi spinsero verso mio fratello.
Allargai le braccia e, senza sapere come oltrepassare la barriera che ci separava, lasciai che essa rimanesse a fare da argine nel nostro abbraccio.
Lui singhiozzò sul mio corpo e io percepii ogni sua perla salata grondarmi sullo sterno.
Alzò piano lo sguardo in mia direzione. I suoi occhi più scuri dei miei erano completamente arrossati. Provò a parlare, ma non ci riuscì subito. Ci volle ancora qualche minuto prima che si riprendesse.«Non posso crederci» fu l'unica cosa che riuscì a dire.
«Io non lo sapevo Mike, non sapevo di essere stata adottata... scusami se non ti ho creduto» sentii che avrei dovuto dirgli questo prima di qualsiasi altra cosa. Non ero stata cieca volontariamente, erano stati i miei genitori a non darmi la possibilità di afferrare l'opportunità di conoscere mio fratello sin dal primo istante in cui le nostre strade si erano riunite.
«Cosa?» si allontanò leggermente dal mio petto, guardandomi in maniera interrogativa.
«L'ho scoperto solo dopo il nostro incontro e sono partita subito a cercarti» gli sorrisi, mentre una lacrima sfuggì al mio controllo.
Prima di essere in grado di ricominciare a parlare, repressi ogni emozione. Non potevo assolutamente permettermi di sciogliermi così come era accaduto a lui.«Chris mi ha anticipato qualcosa... ma ho bisogno di sapere... la nostra storia, i nomi dei nostri fratelli, dei nostri genitori. Io ho la necessità impellente di capire chi sono davvero, e solo tu puoi aiutarmi in questo. Voglio scoprire me attraverso te» quasi lo implorai. Avevo urgente bisogno che si riprendesse perché avvertivo dentro di me un'ombra sempre più grande che aveva la necessità di essere nutrita.
Lui mosse il capo, si schiarì la voce e fu immediatamente di nuovo il ragazzo che avevo visto l'istante prima che mi riconoscesse. Anni di sofferenza si erano abbattuti su di lui come macigni, ora, però, dopo qualche minuto di riflessione, sembrava di nuovo in grado di gestirne il carico, come se esso si fosse tramutato in piume.
Ci staccammo a malincuore e, entrambi, come fossimo stati programmati allo stesso modo, ci volgemmo con naturalezza in direzione del signor Eliot.
Ridemmo all'unisono quando ci rendemmo conto che lui ci stesse guardando con il viso pieno di lacrime e il naso che colava. Si era praticamente attaccato alla parete pur di lasciarci spazio e aveva morso così forte una mano per placare i singhiozzi da averla resa violacea.
«Papà, come avrai capito, lei è Elle... mia sorella» mi introdusse orgogliosamente.
Lui cercò invano di salutarmi, di presentarsi o di dire una parola qualsiasi, ma era così emozionato da avere difficoltà anche soltanto a pronunciare un ciao.
In quel preciso istante il campanello della porta introdusse un altro membro della famiglia Eliot.
«Hai visto che bel regalo di compleanno, in ritardo, ti ho fatto? Tu ti lamenti sempre che non ti compro mai nulla» mi oltrepassò, cingendomi rapidamente con una mano, per poi concentrarsi su Mike. Gli diede un pugno sulla spalla e lui fece lo stesso.
Un po' in quel frangente fui gelosa del loro rapporto e del fatto che a Chris fosse stata data la possibilità di vivere ciò che io avrei dovuto vivere al fianco di mio fratello.
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CODE 95023
RomanceSophia ha vissuto gran parte della sua giovane vita a inseguire un'immagine di sé che non rispecchiava neanche lontanamente ciò che lei avrebbe voluto essere. I suoi genitori, pur lasciandola crescere da sola, le avevano imposto, sin dalla nascita...