Divenni presto consapevole di essere incinta.
Quando tornai a casa, lessi tutto d'un fiato una rivista datata di mia madre.
E capii.
Lo capii senza che ci fosse bisogno di un test di gravidanza.
Sentivo mio figlio dentro di me senza che si fosse neppure formato.
Tuttavia, pur avendone già la certezza, scelsi comunque di tacerlo a Bob.
Avevo compiuto diciotto anni due mesi prima, ma non era così semplice decidere cosa ne sarebbe stato della mia vita e di quella dell'esserino che portavo in grembo. Sebbene i Weiss avessero potere in ogni campo e avrebbero potuto senza fatica rendermi legalmente capace di prendere una qualsiasi decisione, io non avevo ancora capito che cosa volevo dal mio futuro.
Diventai giorno dopo giorno schiava del mio segreto ed esso purtroppo non fu l'unico che fui obbligata a portare sulle spalle come una croce.
Per il ballo di fine anno, Bob fu costretto a minacciare un ragazzo che frequentava un paio di corsi con lui. Lo obbligò a venirmi a prendere e a fingersi il mio fidanzato. Fu molto difficile per lui indossare per la prima volta i panni dei Weiss e farsi valere in quel modo.
Ma, alla fine, fu necessario.
Solo grazie a quello riuscimmo ad avere la nostra serata perfetta.
Fui costretta a mentirgli in più occasioni soprattutto ogni qualvolta provava a offrirmi qualcosa da bere che avesse anche una minima percentuale di alcool.
A parte alcuni piccoli momenti di ansia, tutto andò per il verso giusto, almeno fino a un punto di quella serata.
Io e Bob uscimmo mano nella mano alla ricerca della limousine che ci avrebbe condotti a casa sua, dove ormai, senza che nessuno dei due avesse amici, ci rifugiavamo.
Non appena fummo fuori, però, vidi qualcuno che non avrei mai potuto immaginare di ritrovarmi lì.
Incrociai lo sguardo fuori di sé di mio padre.
Vidi nei suoi occhi velati di lacrime il riflesso delle nostre mani intrecciate.
«Mi ha chiamato un mio collega per chiedermi come fosse possibile che Hannah Weiss si vantasse dicendo che mi aveva in pugno... che mia figlia andava a letto con suo figlio... io... oh mio Dio... Nora, sali in auto» era confuso, amareggiato, distrutto da ciò che aveva appena realizzato.
Una vita per costruire la sua carriera e, poi...
«Nora» mi richiamò fuori di sé.
«Signor Saintclaire, la prego. Io non sono come i miei genitori... glielo giuro... io amo sua figlia» Bob si rifiutò di staccare le sue dita dalle mie «mia madre non si permetterà più di fare certe illazioni... la prego... non mi tolga l'unica cosa che mi fa stare bene nella mia vita. L'unica ragione che non mi permette di diventare come loro» fece molta fatica a non scoppiare a piangere. Non lo guardai in volto, ma lo sentii dal modo in cui gli si incrinò la voce.
Io ero totalmente congelata.
Non riuscivo neppure a sbattere le palpebre.
«Non mi importa niente, ragazzino. Di chi sono i soldi che ti hanno pagato quel vestito? E quella limousine? Persino il corsage che le hai regalato... mi viene il vomito se penso al fatto che milioni di drogati assuefatti abbiano contribuito a pagare persino il bordino di quella camicia che sta sfiorando mia figlia».
«Papà» trovai il coraggio di controbattere.
«Se non entri immediatamente nella mia auto, sarà la polizia a venirti a prendere... e non credo che ai Weiss faccia piacere avere estranei in casa» si avvicinò di più tirandomi per un braccio.
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CODE 95023
RomanceSophia ha vissuto gran parte della sua giovane vita a inseguire un'immagine di sé che non rispecchiava neanche lontanamente ciò che lei avrebbe voluto essere. I suoi genitori, pur lasciandola crescere da sola, le avevano imposto, sin dalla nascita...