«Tiffany ti ha davvero fatto una torta d'addio?» mi affacciai tra i sedili anteriori, guardando mio fratello con disapprovazione.
«Una torta e un paio di altre cose che non posso ripetere ad alta voce» sghignazzò, ingurgitando tra un risolino e un altro metà di una fetta del dolce preparatogli da quella povera ragazza.
«Io non so che cosa faccia alle donne... ma fidati che se rimaniamo senza soldi, sapremo sfruttare i suoi talenti» Chris mi guardò divertito dallo specchietto retrovisore.
«Mio Dio, siete disgustosi» mi coprii il volto con le mani.
«Che c'è Mini? Ne vuoi un po'?» mi sventolò il contenitore davanti al viso. Lo rifiutai con il minimo garbo.
«Prima di prendere la route 29 dobbiamo passare da Carol... stamattina l'ho sentita al telefono e ci teneva a salutarci» Mike ci informò della nostra deviazione e tutti e tre convenimmo fosse giusto congedarci nel migliore dei modi. In fondo era una delle poche persone della nostra infanzia che ci era rimasta.
Arrivammo in pochi minuti da Lot's Jewels e vi trovammo, così come era stato la prima volta che ci eravamo stati, sia la madre che la figlia.
Mio fratello si occupò di ricostruire tutto ciò che avevamo scoperto, omettendo il furto del faldone, infiocchettando una storia che sembrasse credibile. Carol non riuscì comunque a mettere insieme i pezzi. Le sembrò incredibile che fosse da così tanto tempo che i nostri genitori stessero organizzando quella fuga.
Alla fine, dopo averci ascoltati ricostruire tutto quello che avevamo scoperto, continuò a essere dell'opinione che fosse accaduto loro qualcosa di più grande e ci invitò con tutta sé stessa a continuare a indagare oltre.
Proseguimmo raccontando loro quali fossero i nostri piani, le nostre difficoltà economiche e l'intenzione di riunire, prima, la nostra famiglia e, poi, di decidere insieme agli altri come comportarci con le indagini sui nostri genitori.
Quando Lot scoprì che la nostra destinazione ultima era Seattle, pregò sua madre in ginocchio di poterci accompagnare.
Mi sembrò strano che avesse espresso quell'improvvisa voglia di unirsi a noi, ma subito dopo capii quali fossero le sue vere intenzioni.
A quanto pare aveva conosciuto un tale sui social che abitava in Canada e che le stava promettendo un futuro roseo e persino un lavoro. Quella storia gridava catfish in ogni suo dettaglio, ma, quando ci mise a disposizione cento dollari, come se fossimo dei barboni davanti a un bidone con il fuoco - ciò che effettivamente eravamo - accettammo di buon grado di portarla con noi.
Io e Chris ovviamente per i soldi, Mike, perché, come avevo sospettato dal primo istante in cui li avevo rivisti insieme, probabilmente sognava di farsela da quando erano due bambini.
Alla fine mi ripromisi di non giudicarla prima di conoscerla per davvero, ma la sua sola presenza accanto a me nell'auto mi fece storcere il naso.
Tuttavia, il punto più critico lo raggiungemmo quando si permise di flirtare con Chris. Infatti, non sarebbe riduttivo affermare che immaginai di aprire all'improvviso lo sportello e di farla spiaccicare sull'asfalto rovente.
Provai a dormire un po' durante le prime ore del viaggio, ma le continue chiacchiere tra lei e mio fratello mi tennero sveglia, aumentando sempre di più il mio nervosismo.
La prima tappa in un'area di sosta mi permise di soddisfare i miei bisogni, fumando un paio di sigarette.
«So che non ci siamo realmente presentate e che eri troppo piccola per ricordarti di me... ma ti adoravo da bambina. Provavi sempre a chiamarmi Charlotte, ma alla fine ciò che riuscivi davvero a fare era produrre dei suoni insensati» si sedette accanto a me, sorseggiando una birra.
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CODE 95023
RomanceSophia ha vissuto gran parte della sua giovane vita a inseguire un'immagine di sé che non rispecchiava neanche lontanamente ciò che lei avrebbe voluto essere. I suoi genitori, pur lasciandola crescere da sola, le avevano imposto, sin dalla nascita...