Alle sei e trenta in punto, un'auto blindata guidata da Jeremiah Weiss venne a prenderci nell'ostello in cui avevamo passato la notte.
Zio Jer ci accompagnò in una pista di atterraggio privata poco fuori New York.
Lì trovammo Mer ad attenderci, seduta scomposta su un muretto, più agitata di quanto l'avessimo vista il giorno precedente.
Due aerei erano parcheggiati l'uno accanto all'altro, quasi come se si fosse trattato di due semplici autovetture.
Mi sembrava di essere la protagonista di un film thriller. Mi aspettavo che da un momento all'altro tutti noi fossimo costretti a salire sull'aereo in corsa, mentre Hannah e i suoi ci inseguivano rocambolescamente, bucando la superficie liscia del velivolo con i loro proiettili.
Tuttavia, invece che ritrovarci davanti nostra nonna, nei minuti successivi assistemmo all'arrivo di nostro padre insieme a sua moglie.
Lei scese dalla loro BMW fiammante, facendo scuotere al vento quei suoi capelli così lunghi da rischiare di incagliarsi tra le ruote. Ci rivolse un rapido sguardo che parve mascherare la vergogna infinita che provava nei nostri confronti e poi timidamente ci sorrise.
Io ricambiai, per cortesia e per amore di papà. Non mi accorsi di come l'avessero accolta gli altri, ma, sicuramente, nessuno di loro le rivolse un saluto ad alta voce.
«E lei chi è?» fu zia Mer a interrompere il silenzio animato soltanto dal venticello sferzante del mattino.
Guardai papà e mi accorsi di come quella domanda l'avesse nuovamente messo a disagio.
«Mer... lei è...» tergiversò.
«Sono sua moglie» udii le sue parole sostituirsi al silenzio di Bob. Quella fu la prima volta che sentimmo la sua voce. Tentò di non far trasparire quel senso di colpevolezza che doveva provare nel pronunciare un'eresia simile. Mio padre una moglie ce l'aveva già e senza dubbio non era lei.
«Cosa?» zia Mer parve più confusa di prima.
«Hannah mi ha chiesto esplicitamente di crearmi una nuova famiglia per dimostrarle la mia fiducia... questo, però, non vuol dire che io abbia tradito El... voglio che vi sia chiaro. Lei è mia moglie a tutti gli effetti, ma solo sulla carta» si scusò ancora, come già era stato costretto a fare con noi quando avevamo scoperto della sua relazione.
«Resterò a San Diego, non preoccupatevi... non è necessario che Eleanor sappia della mia esistenza, almeno per il momento. Io ho sostenuto Bob in ogni sua decisione e non ho mai voluto prendere il posto di nessuno nella sua vita. Tuttavia, mi renderebbe felice sapere che voi accettiate il fatto che anche io faccio parte della vostra famiglia e che Grace è a tutti gli effetti figlia di vostro padre, sebbene non lo sia biologicamente».
«Chi cazzo è Grace?» zia Mer nascose la bocca dietro il palmo della mano per domandare confusa, al primo di noi che potesse risponderle, di chi stesse parlando quella donna.
«La figlia adottiva di papà» Mike la informò, non smettendo per un secondo di guardare negli occhi quella che avrebbe dovuto essere per noi una specie di matrigna.
«Credo che attualmente ci siano altre priorità» il maggiore dei Robertson cercò di far cadere il discorso. Ancora non avevamo avuto modo di parlare approfonditamente tra noi di come ci facesse sentire l'idea di avere un'altra sorella.
«Ci proveremo, davvero... ma come potrai intuire adesso siamo alle soglie del momento più bello delle nostre vite e non abbiamo davvero la concentrazione necessaria per parlare di un fantomatico "dopo" che nemmeno abbiamo idea se arriverà o meno. Quindi hai la mia parola che non appena saremo più liberi avremo modo di conoscere Grace e di provare a essere per lei una specie di famiglia, ma fino a quel momento, possiamo per favore partire?» decisi di prendere in mano la situazione e di parlare a nome mio e dei miei fratelli. Non potevamo certo ignorare che le vite dei nostri genitori fossero andate avanti nel corso di tutti quegli anni che li avevano separati, ma non potevamo nemmeno concentrarci troppo sul futuro, se ancora c'era molto da vivere nel nostro presente.
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CODE 95023
RomanceSophia ha vissuto gran parte della sua giovane vita a inseguire un'immagine di sé che non rispecchiava neanche lontanamente ciò che lei avrebbe voluto essere. I suoi genitori, pur lasciandola crescere da sola, le avevano imposto, sin dalla nascita...