«Il giorno in cui ci siamo conosciuti ha cambiato tutto nella mia vita» mi appoggiai con entrambe le mani alla scrivania, dandogli le spalle.
«Sei davvero venuta fino a qui per raccontarmi quello che ti è accaduto? Non potevi chiamarmi?» sorrise schernendomi, prendendo posto sul letto addossato alla parete opposta. Lo guardai con la coda dell'occhio, voltandomi verso di lui.
Era anche merito suo se quell'avventura era cominciata e, per quella ragione, meritava senza dubbio di conoscerne ogni particolare.
«Voglio tornare indietro alla sera in cui ci siamo incontrati e ripercorrere tutto senza tralasciare nessun dettaglio. Non sarebbe stato lo stesso farlo a distanza e poi, sei tu che mi hai chiesto di dirti tutto per poterne un giorno scrivere un libro, o forse l'hai dimenticato?» gli domandai, raggiungendo in pochi passi la sua posizione. Lui mi guardò annuendo, agitando una mano in mia direzione. «Siediti e comincia, ho tutto il pomeriggio da dedicarti» mi invitò a continuare, quando, dopo qualche istante di silenzio, notò come la mia bocca si aprisse per poi immediatamente richiudersi.
«Tutto ebbe inizio nel mese di Maggio...»
Maggio, 2022.
Schiena dritta.
Petto in fuori.
Mento all'insù.
«Sei una Harbour-Fitzgerald» mi ripetei ancora una volta allo specchio.
«Togliti tutto quel trucco e quella parrucca, prima che ci appicchi un incendio. E Dio mio, hai degli occhi meravigliosi, non capirò mai perché tu li nasconda sotto quelle lenti colorate» sussurrò, comparendomi improvvisamente alle spalle.
«Sei una Harbour-Fitzgerald, Sophia, non dimenticarti mai chi sei» appoggiò una mano sulla mia spalla, stringendomi la carne con le sue dita lunghe. «Gli ospiti saranno qui a momenti, spero riuscirai a essere pronta per accoglierli. In ogni caso, attieniti al copione. Facciamo affari con loro, non sono nostri amici» sorrise, osservandosi riflessa accanto a me. «Sei tutta tua madre» aggiunse fiera, prima di uscire definitivamente dalla stanza.
«Non ci assomigliamo per niente» le risposi, senza che ormai lei potesse più sentirmi.
***
Chi ero io davvero?
Sophia Harbour-Fitzgerald mi ripetevano in continuazione, eppure, sin da bambina, io avevo faticato a sentirmi lei persino per un misero istante.
Avevo l'impressione costante di portare con me due me: la ricca ereditiera di una grande fortuna, l'unica figlia di Patricia e Dominic, la bionda dagli occhi azzurri; e, al tempo stesso, la ragazza con il volto stravolto dall'eyeliner, con le parrucche scure, le iridi fosche, il piercing al capezzolo e una vasta collezione di tatuaggi collocati in posti strategicamente invisibili.
Ero due persone e lo sapevo dal principio, ancora prima che conoscessi la verità.
Ho vissuto quasi interamente una vita da sola, ritrovandomi poi a scoprirmi un pollice di una mano mozza, un solo angolo di un pentagono, l'unico raggio di un sole disegnato da un bambino...
Non ho mai saputo prima di maggio chi fossi davvero, perché in realtà non avevo minimamente idea di chi io fossi.
Non ero ancora in grado di comprendere quanto la mia esistenza fosse una finzione.
Sophia Harbour-Fitzgerald era stata creata, ma non generata, come una macchina, un essere non animato, ma programmato.
Ero io, ma non lo ero davvero.
Mi guardavo allo specchio e non riconoscevo il mio volto.
Eppure, quella era l'unica cosa che appartenesse alla verità, tutto il resto era menzogna, ma non il mio viso.
Quella sì che ero io, erano soltanto i presupposti a essere sbagliati.
Un lungo viaggio attraverso me stessa mi ha permesso finalmente di giungere a una conclusione: chi ero, chi sono, chi sarò...
Vi racconto una storia, mettetevi comodi.
La morte di Sophia ebbe inizio con una cena...
La nascita di un'altra me, dal nome più corto e grazioso, ebbe inizio al Port Authority Bus Terminal di New York...
Spazio autrice:
Oggi inizia ufficialmente una nuova avventura...
spero che qualcuno pronto a seguirmi ci sia.
Non so quando inizierò davvero a pubblicare, sono ferma ai primi capitoli da tempo, ma sentivo che oggi fosse il giorno giusto per dare inizio a un altro percorso.
Non mi abbandonate (è bello dirlo nuovamente)🥀,
e siate pronte a partire...
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CODE 95023
RomansaSophia ha vissuto gran parte della sua giovane vita a inseguire un'immagine di sé che non rispecchiava neanche lontanamente ciò che lei avrebbe voluto essere. I suoi genitori, pur lasciandola crescere da sola, le avevano imposto, sin dalla nascita...