L'indomani io e Chris ci alzammo più confusi del solito. L'alcol ci aveva resi totalmente impossibilitati a svolgere anche le attività più semplici come alzarsi dal letto.
Ci misi più del previsto a trovare il modo giusto per restare in piedi senza crollare inesorabilmente al suolo.
Mike, d'altro canto, appariva estremamente debilitato. Aveva perso praticamente due chili di liquidi a causa delle sue improvvise vicissitudini gastro-intestinali. Oltre alla malattia, però, sembrava che dietro quel ciuffo scuro e quegli occhi altrettanto foschi ci fosse qualcos'altro a preoccuparlo.
Lot, infine, che avrebbe potuto essere tra noi l'unica in perfetta salute, era ritornata inspiegabilmente al suo solito atteggiamento di nervosismo. Che novità del resto, lo era stata sin dal primo minuto in cui si era unita al nostro viaggio.
A eccezione del più giovane dei due Eliot, quando giunse il momento di rimetterci in marcia, né io né l'altra ragazza sembrammo disposte a comunicare con Mike.
Non sapevo cosa fosse accaduto tra loro due, ormai la loro relazione aveva preso una piega più strana di quella che si era venuta a creare tra me e Chris.
In realtà, per tutto il corso del nostro viaggio, non volli mai interferire con ciò che avveniva tra Mike e Lot. Scelsi volutamente di lavarmene le mani.
Per quanto riguardava me e il nostro rapporto, il modo in cui mio fratello mi aveva parlato e mi aveva guardata la sera precedente, quando io e Chris eravamo tornati dal pub, mi aveva fatta arrabbiare al punto da farmi passare la voglia di chiedergli spiegazioni e di rivolgermi a lui per qualsiasi altra cosa.
Non c'era un vero e proprio motivo in verità.
Semplicemente preferivo raccontarmi di quanto fossi stanca del suo atteggiamento protettivo, anche se, in realtà, molto più probabilmente, vedevo in lui un ostacolo insormontabile per raggiungere un obiettivo di felicità che mi sembrava di scorgere in lontananza, ben più dietro dell'orizzonte.
Decidemmo di partire in fretta e furia, come se tutti noi fossimo consapevoli di quanto il metterci in moto ci avrebbe permesso di svuotare la mente e di celare i nostri timori sotto strati e strati di asfalto.
Riuscimmo finalmente a recuperare il pick-up, rimesso a nuovo dal meccanico.
Il guasto era avvenuto a così poca distanza da Seattle che, quando riuscimmo ad arrivare a destinazione, non mi sembrò di aver percorso più che qualche chilometro. Ormai ero così abituata alla guida di Chris da vivere i nostri spostamenti come veri e propri momenti di relax. In fondo, dopo aver praticamente attraversato da est a ovest tutti gli Stati Uniti, quell'auto era diventata una seconda casa.
Non appena giunti in città, decidemmo di fermarci a prendere un hamburger non lontano dall'indirizzo che era scritto sulla pratica di Lisa e Lena.
Né io né Mike mangiammo, eppure quella della sosta fu una nostra proposta. Parve che fossimo intenzionati a rinviare costantemente il momento fatidico.
A un certo punto, con l'ansia che mi stava divorando dall'interno, decisi di uscire fuori con la scusa di fumare una sigaretta.
In quel frangente, però, non stavo desiderando nient'altro che prendere una boccata d'aria illudendomi che ciò avrebbe curato le mie ferite.
Pochi secondi dopo, ovviamente, mi ritrovai mio fratello alle spalle.
«Non possiamo continuare così» sospirò «se ho fatto qualcosa, devi dirmelo Elle... è così che funziona» sembrò un rimprovero, ma dentro di me non ci fu neanche bisogno di riflettere sul fatto che in verità non lo fosse. Rimasi in silenzio, accendendo per davvero la sigaretta che fino ad allora avevo soltanto tenuta stretta tra le labbra.
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CODE 95023
RomanceSophia ha vissuto gran parte della sua giovane vita a inseguire un'immagine di sé che non rispecchiava neanche lontanamente ciò che lei avrebbe voluto essere. I suoi genitori, pur lasciandola crescere da sola, le avevano imposto, sin dalla nascita...