Capitolo 30 - Un uomo da niente

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Mike

Mi svegliai con la testa pulsante. 

Era fin troppo tempo che non perdevo così tanto il controllo di me stesso. 

Chris non era più accanto a me. 

Al suo posto soltanto un groviglio di lenzuola, una maglietta stropicciata con la quale aveva dormito e il suo cellulare.

Lo sbloccai per leggerne l'ora.

Avevo dormito la bellezza di dieci ore.

Era già pomeriggio.

Sgattaiolai nella camera che era stata assegnata per la notte a Elle e a Tony, cercando nelle tasche dei loro vestiti e nella borsa di mia sorella un pacchetto di sigarette.

Riuscii a trovarne soltanto una.

A quel punto, non scontento del mio bottino, andai a fumarla nel bagno della mia stanza.

Spalancai la finestra e aspirai lentamente, espirando sempre con estrema premura verso l'esterno, onde evitare che la camera da letto si trasformasse per la presenza del fumo nel set di Chicago Fire. Anche perché, se Chris si fosse accorto del mio piccolo sgarro mi avrebbe sgridato per settimane.

Ormai, in effetti, stavo facendo di tutto per far sì che il mio futuro andasse a puttane. Anche se con me, del resto, nessuno avrebbe potuto certo stupirsi. Era da sempre che a tutte le cose belle mettevo i bastoni tra le ruote. Ero sicuramente un grande auto-sabotatore e lo sarei rimasto per gran parte della mia vita.

Quando gettai il mozzicone all'esterno, potei finalmente tornare a letto. Conscio del fatto che non avrei voluto parlare con nessuno fino a quando la mia emicrania non si sarebbe placata.

Cercai per l'ennesima volta di capire, attraverso le sue pagine social, cosa fosse accaduto a Lot; ma, nessun post o storia comparvero nella mia home. Probabilmente quella stronza era stata troppo presa dal suo fidanzatino fantasma persino per farmi sapere se fosse ancora in vita. L'ultimo messaggio che le avevo inviato e che lei aveva deliberatamente ignorato, pur avendolo letto, la diceva lunga. 

Al diavolo lei e tutte le donne del mondo, mi dissi tra me e me.

Infilai la mano destra sotto il cuscino e provai a lasciarmi andare nuovamente. 

Dormire era da sempre la risposta a ogni problema.

Se solo avessi avuto la mente sgombra, forse, sarei anche riuscito a farcela... ma, purtroppo, anch'io alle volte non riuscivo a fare a meno di annegare nei miei pensieri.

La mia esistenza, infatti, si stava rivelando ogni giorno che passava sempre più inutile. L'unica cosa buona che avevo fatto in tutta la mia vita era stata chiedere a Chris di partire con noi.

Difatti, noi Robertson, io per primo, avevamo ormai perso ogni importanza nella lettura degli indizi che nostra madre ci aveva lasciato. 

Tutto era nelle mani di mio fratello. 

L'unico abbastanza sveglio da ritrovare un indizio seppellito sotto una coltre infinita di frasi, rese più complicate da chissà quale scrittore da strapazzo, intento soltanto a creare un artificio di finta intellettualità per vendere qualche copia in più di un libro che altrimenti nessuno avrebbe voluto leggere. Nessuno oltre mia madre, ovviamente.

Tuttavia, mi sembrava negli ultimi giorni di aver raggiunto una calma atipica, mi sentivo finalmente tranquillo, malgrado tutti i problemi che mi stavo lasciando alle spalle conscio che prima o poi sarebbero riusciti a raggiungermi. Eppure quella serenità, che in passato avevo tanto sperato di poter ottenere, stava iniziando a preoccuparmi.

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