Luxuria

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"Hey, John! Come é andata oggi a scuola?"

"M-ma cosa?!"

"Su dai, raccontami!"

"È andata... bene... ma cosa ci faccio qui?"

"In che senso? Dove dovresti essere se non qui a casa? Papà oggi farà tardi, ti va se prendiamo il sushi?"

"O-Okay..."
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"Mentre lui fa un sonnellino cosa ne dici se io e te facciamo una chiacchierata? Sai, sei proprio il mio tipo."

Disse Luxuria avvicinandosi lentamente a Noah.

La mano della donna si appoggiò al suo petto, per poi scorrere delicatamente lungo il collo del ragazzo fino a sfiorargli il mento.

Gli occhi Di Noah scrutarono la sala, rivelando la realtà celata dietro l'illusione.

Ai lati della sala, centinaia di uomini e donne erano immobili come manichini, nelle pose più disparate.

Accanto a lui, John fissava il vuoto con occhi vitrei.

"Te l'hanno mai detto che sei molto carino."

Sussurrò la ragazza al suo orecchio.

"Sono in pochi quelli che riescono a resistermi... ma prima o poi si spezzano tutti."

"Mi dispiace. Non sei il mio tipo."

Rispose Noah freddamente.

La sua mano si sollevò a mezz'aria, per poi atterrare la ragazza per il collo.

"Mi piace un po' violento, sai?"

Come se mai nulla fosse stato lì, il corpo della ragazza scomparve, come fumo tra le dita di Noah.

"Ma generalmente preferisco essere io ad essere quella che domina nella coppia!"

Affermò Luxuria, riapparendo seduta sul trono.

"Vediamo come te la cavi, ragazzo."

E i manichini iniziarono a muoversi.
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Le palpebre di Kevin si aprirono delicatamente.

Ogni centimetro del suo corpo gli faceva male.

I polsi, legati ad una sedia di metallo avevano iniziato a mostrare i segni della futile lotta compiuta per liberarsi.

Erano passate un paio d'ore da quando Padre Jeffrey aveva preso con sé Grace.

Un paio di ore di troppo.

Aveva tentato in vano di proteggerla, senza successo.

Devo farlo... quanto vuoi che faccia male?

Pensò il ragazzo disperato.

Con calma infilò il pollice destro sotto la corda che lo immobilizzava.

Avvicino il viso al collo, prendendo la maglia tra i denti.

Fece un respiro profondo.

Poi spinse il braccio verso l'alto.

*Crack!*

Merda se fa male!

Pensò Kevin con le lacrime agli occhi.

Il giovane abbassò lo sguardo: il dito, arrossato e gonfio, era piegato in una posizione innaturale.

Con precisione e pazienza, Kevin fece scivolare la mano dentro il nodo, per poi liberarsi dalle rimanenti restrizioni.

"Shop."

Scrollando sul catalogo, il ragazzo selezionò una pozione.

Non appena il liquido entrò a contatto con la sua bocca, il dito iniziò a contorcersi, ritornando come nuovo.

"Bene."

Portando la mano dietro alla schiena, Kevin estrasse un enorme scudo dal suo inventario.

Solo una porta si frapponeva tra lui e il suo obbiettivo.

Un'enorme quantità di mana si condensò attorno allo scudo.

"Shield Dash!"

Flettendo le gambe il ragazzo si gettò contro il portone.

*Boom!*

Un'esplosione echeggiò nella stanza.

La parete sulla quale aveva caricato era crollata quasi completamente, rivelando un lungo corridoio senza luci.

Il ragazzo si fece avanti nel l'oscurità.

"Vi libererò ragazze!"

Promise Kevin a sé stesso.

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