Pain and Gain

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"La cena è pronta! A tavola!"

"Arrivo mamma!"

Velocemente John saltò giù dal letto, pronto per recarsi in cucina.

Mh... c'è qualcosa di strano ma non capisco cos-

Una strana sensazione si diffuse lungo tutto il corpo del ragazzo, simile a quella che prova una gazzella quando gli si para di fronte un leone.

I peli delle braccia gli si rizzarono e una goccia di sudore gli solcò il volto.

Non capisco... sembra quasi che... abbia paura?

Improvvisamente una forza a lui estranea si abbatté su di lui.

Come se qualcuno lo avesse afferrato dalla testa, una forte spinta lo fece volare a terra.

*Boom*

Nuovamente, qualcosa lo afferrò dal colletto della maglia, sollevandolo dal pavimento, anche se davanti a lui non vi era nessuno.

"Ma che cazz-!"

*Slap!*

*Slap!*

*Slap!*

Un bruciore insopportabile gli infiammò le guance, facendogli torcere il collo ad ogni suono da un lato all'altro.

"Ma che diavolo?!"

Ancora una volta quella sensazione gli si diffuse per tutto il corpo.

Sto per morire!

Pensò il ragazzo.

Chiuse gli occhi e attese.

*Boom!*

Un dolore lancinante lo pervase, come fosse stato investito da un camion.

Sentì il suo corpo muoversi nello spazio, per poi atterrare qualche metro più in là.

Lentamente John aprì gli occhi.

"Ben tornato. Voglio che tu sappia sin da ora che ha fatto più male a me di quanto abbia fatto a te."

Un giovane dai capelli scuri e dall'espressione fredda come il ghiaccio lo fissava dall'alto in basso.

"Immagino quanto ti sia dispiaciuto."

Rispose John rialzandosi lentamente
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"Scusami ma era l'unico modo per farti risvegliare."

"E uccidere quella stronza no?"

"Riformulo. Era sicuramente il modo più semplice."

"..."

Senza pronunciare alcuna parola, John si voltò verso di Noah, concentrando il proprio mana sul suo pugno destro, per poi scagliarlo contro il ragazzo.

*BOOM!*

Il gancio impattò sulla mandibola del giovane, causando una rotazione del collo tanto forte da far quasi spezzare l'osso del collo.

"Ora siamo pari."

"..."

Questa volta fu Noah a non fiatare.

Giuro che la prossima volta lo ammazzo.

Pensarono i due all'unisono.

Come se nulla fosse appena accaduto, gli occhi di John si mossero da un punto all'altro della stanza.

"In tutto questo, chi sono queste persone?"

"... Diciamo che se non ti avessi svegliato in tempo saresti finito come loro."

"Cosa dobbiamo fare quindi?"

"Quello che abbiamo fatto fino ad ora: obliterarli."

"Okay."

E i due si mossero.
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I piedi di John danzarono sul pavimento, facendolo spostare da un punto all'altro della sala con una leggerezza senza pari.

Con ogni passo, un pugno tagliava l'aria, ed ad ogni colpo un corpo cadeva senza vita.

Come un lampo, John appariva e scompariva, ad una velocità impossibile da seguire ad occhio nudo.

Non si trattava di semplice magia.

Ma di abilità.

Con la sua precisione nel manipolare il mana, John era ormai in grado di concentrare le proprie energie nel modo più efficiente possibile, tanto da riuscire a condensare la minima quantità necessaria per il massimo risultato.

Ormai solo la fantasia rappresentava l'unico limite per il ragazzo.

Con un movimento fluido, John portò la mano destra al petto, sollevando il gomito sopra la propria spalla, per poi schiantarlo contro la tempia di uno degli avversari.

*Crack*

Il suono delle ossa che si sbriciolano si propagò sottoforma di vibrazioni lungo tutto il braccio del ragazzo.

Mi dispiace.

Pensò il giovane per un'istante.

Le persone davanti a lui erano state felici fino a qualche giorno prima, avevano una famiglia, un lavoro, dei sogni.

Ed ora erano semplici marionette nelle mani di un essere spregevole.

"Complimenti! Siete FA-VO-LO-SI! Vediamo come ve la cavate con qualcosa di un po' più... audace!"

Seduta sul trono con le gambe incrociate in una posa sensuale, Luxuria si godeva lo spettacolo sfiorandosi le labbra con un dito.

Alle sue spalle, un gruppo di uomini e donne apparve dall'ombra.

Molti meno rispetto a quelli che avevano combattuto fino ad allora, ma dall'aria completamente differente.

I soliti occhi vitrei fissavano i due ragazzi, non mostrando alcuna emozione.

Tra il gruppo, due colsero l'attenzione di John, bloccandolo sul posto.


Le labbra iniziarono a tremargli.


La testa iniziò a girargli, come mai capitato prima di allora.


Le ginocchia gli cedettero.


E un vuoto gli si formò nel petto.


Una singola lacrima scorse solitaria lungo il viso del ragazzo, bagnandogli la guancia per poi abbandonare il suo volto e infrangersi a terra.


"M... Mamma... Papà?!"

I am the OverlordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora