The Aftermath

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"Grazie per avermi donato la vita eterna mio sire."

Disse il cavaliere rialzandosi da terra accettando la mano offertagli da Noah.

"Renditi utile da ora in poi."

Rispose il ragazzo ignorando la creatura.

È un peccato che non possa tornare indietro e prendere gli altri cavalieri... ma hey, ho già avuto più che abbastanza.

Pensò Noah guardandosi alle spalle.

Il portale che avevano utilizzato per raggiungere l'ultima sala era ormai scomparso da tempo.

Tsk... è comunque uno spreco...

Gli occhi del ragazzo si fissarono su John.

"Hey nuovo re... è ora di andarsene da questa topaia, non credi?"

Affermò con scherno il giovane indicando un punto poco più in là.

"Immagino di sì... quindi non vogliamo parlare di come ti stia portando a spasso un peccato capitale?"

Domandò John osservando come Superbus sembrasse quasi un ubbidente cane da guardia.

"No. E ringrazia che sia solo uno."

Rispose di tutto tono Noah incamminandosi verso quello che sembrava essere l'ultimo buco nello spazio.
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Senza perdere altro tempo, Isabelle accorse al fianco di Grace.

La pelle bianca come perla era ora macchiata dallo stesso sangue di quel corpo innocente.

"Mi dispiace... mi dispiace davvero! Non doveva finire così!"

Disse la ragazza scoppiando in lacrime.

"Non è stata colpa tua."

Affermò Kevin poggiando una mano sulla spalla della giovane.

Sono io che sono debole e non vi ho protetto...

Ma questi pensieri mai lasciarono la mente del giovane.

Con assoluta riverenza, si inginocchiò accanto a Isabelle e finalmente trovò il coraggio di guardare la bambina.

Senza proferire parola alcuna la caricò tra le sue braccia, come fosse una principessa a cui si è rotta la scarpa.

"Dobbiamo tornare... John deve sapere cosa è successo questa notte."

E solo la malinconia li accompagno tra le strade e i detriti.

Voltandosi verso le rovine della chiesa ormai andata distrutta, Kevin pensò a quanto fosse felice di non credere in un Dio che permette queste cose.
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Gli occhi di Jeffry si aprirono, rivelando un mondo a lui sconosciuto.

"Ben venuto..."

Eruttò una voce a lui sconosciuta.

"È raro che io faccia spazio nella mia agenda per incontrale l'anima di un mortale... credo che l'ultima volta sia stata per quell'ometto tedesco... come si chiamava Lilith?"

"Non ricordo... scusate mio sire."

"Non ti preoccupare... sai che in realtà nemmeno mi importa. Per me sono tutte uguali le anime dei peccatori."

Lentamente il prete sollevò lo sguardo.

"C-Chi sei?"

"Non credo di averti ancora interpellato."

Improvvisamente la pressione sulle spalle di Jeffrey si fece più forte, tanto da schiacciarlo a terra come fosse un moscerino su un parabrezza.

La sensazione di essere nelle grinfie di un qualcosa di primordiale lo avvolse, facendolo desiderare di non essere mai nato.

Raccogliendo tutte le sue forze l'uomo tentò di guardare davanti a sé.

E quello che vede fu terribile.

Solo l'aura emanata da quell'essere si manifestò letteralmente, sollevandolo da terra.

Solo l'aura emanata da quell'essere si manifestò letteralmente, sollevandolo da terra

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"Dimmi umano... cosa si prova ad essere al cospetto della Stella Del Mattino?"

Domandò Satana nella sua forma di pura energia.

"Grluakfneuacudjmeotjaytn"

Nessuna parola di senso compiuto lasciò le labbra di Jeffrey.

Improvvisamente il corpo del prete iniziò a scuotersi e a contrarsi in spasmi incontrollati, fino a dissolversi nell'aria come polvere al vento.

"Si rompono troppo in fretta questi nuovi giocattoli..."

Affermò il demone riprendendo la sua vera forma.

I am the OverlordDove le storie prendono vita. Scoprilo ora