cap. 7

1.1K 26 0
                                        

Io lo guardai seria.
"Va tutto bene?"- mi chiese. Io gli feci segno di stare zitto. Mostrandogli i messaggi, per poi sussurrare nel suo oreccho ...
"Ci stanno ascoltando "

Mi prese per la mano portandomi verso la mia camera.
"Come e possibile? Sono entrati in casa tua?"- mi chiese evidentemente irritato.
Io annuì semplicemente,  non sapendo ancora se dirgli della mia "relazione" con l'agente Joel.
"Come cazzo e possibile?"- io rimasi zitta, muta, non sapendo neanche io che cosa dirgli.
"Olivieri,  risponda!"- mi disse con  tono secco e serio. Mi prese per il mento, alzando il mio sguardo da terra fino ai suoi occhi, che nel frattempo diventarono ghiaccio.
"Rispondi. "- con solo questa parola mi fece passare brividi lungo la schiena.

Bene, vuole sapere?
"Joel... cioè uno dei 2 agenti che arrivarono nel mio ufficio quel giorno... le avrà messe lui quando è venuto per chiedermi informazioni e io, per evitare che scavi molto ho avuto rapporti con lui..."- Mi guardava seriamente, con gli occhi che emanavano un leggero Dimmi che stai scherzando  che poco dopo tramuto in delusione.
"Quante volte..?"
"Fino ad ora... 3 volte a casa, 2 nel mio ufficio..."- spostò la mano dal mio volto, come se fosse disgustato da tutto ciò.
"Prima o dopo del bacio?"
"Prima. Ma io l'ho fatto solo per poter collegare il suo telefono al mio ed ottenere informazioni... e per evitare che vadino avanti con l'indagine "

Nonostante la mia spiegazione,  il suo sguardo non cambiò.
Prese il mio telefono, controllando se per caso avessero sentito qualcosa.
Nulla. In camera non ci erano cimici, quindi non avevano sentito nulla.
Me lo porse per poi andarsene, senza nemmeno un saluto.

Un po lo capisco... stava nascendo qualcosa tra di noi che io avevo rovinato per colpa dei miei desideri carnali.
La fiducia che aveva in me a quanto pare e svenuta in un minuto.
Come dargli torto? La sua avvocata che lo stava difendendo da varie accuse pesanti,  si stava scopando uno dei agenti del'FBI dietro alle sue spalle.

Sicuramente non sarebbe andata avanti così, non dopo quello che io provavo per Damian.
Andai a farmi una doccia calda, sperando che con esso lo stress accumulato magicamente sarebbe scomparso.  Ma ovviamente esso rimase, e con esso i miei sensi di colpa.

                                ***

La mattina seguente mi alzai, mi vesti e andai al lavoro con un grande malumore.
Una volta in ufficio, ne parlai con Anna.
"E quindi ecco..."-le dissi mentre lei mi guardava incredula delle mie parole.
"Sei stata una stronza, non ce che dire. "- Mi disse sinceramente.

Beh, questo lo sapevo già.
Guardai l'ora, sono le 10:17...
Alle 10 e mezza ho un caso riguardante ad un divorzio di una vecchia coppia.
Dopo anni e anni di matrimonio il marito ha scoperto che il figlio non era suo. Ne era sicuro visto che aveva accidentalmente scoperto di essere sterile.

Caso perfetto 🙂
Come previsto,  caso vinto.
L'uomo ha ottenuto si il divorzio,  con la tutela dei figli e risarcimento.
All'inizio non capivo perché voleva la tutela su dei bambini che non erano suoi  e lui mi spiegò che nonostante non sia il loro padre biologico,  erano pur sempre i figli che lui aveva cresciuto.

Una volta in ufficio vidi che Joel era lì.
"Aria, tesoro... non rispondevi ai messaggi.  Tutto ok?"- lo guardavo con disprezzo.

Aveva messo cimici in casa mia! Dopo avermi scopato, oltretutto! Beh, io non sono meglio, ma comunque...

"E finita."- Dissi per poi sedermi alla mia scrivania.
"Cosa?"
"Hai sentito bene "
"Perché?!"- mi chiese scocato dalle mie parole.
"Il sesso era fantastico ma, io sono l'avvocata. "- Dissi guardandolo
"E poi... ho trovato le cimici."- Come senti le mia parole, il suo sguardo da dolce diventò serio e privo di emozioni.

"E io so che hai il mio telefono collegato al tuo."
"Vero."- Dissi
"E per questo è meglio che la finiamo qui."- Presi il mio telefono e glielo porsi.
"Ho eliminato già tutto quello che avevo. Però almeno ora non sarai più controllato. "

Lui mi sorrise.
"E per lui vero?"- sapevo di chi stava parlando.
"Sono la sua avvocata.  Devo essere leale"
"Aham..."- disse per poi avviarsi alla porta.
"Attenzione Aria... il carma è una bastarda. "- e uscì dal mio ufficio.
Chissà che voleva dire con quelle parole ma non ci feci molto caso, ne gli do molto peso.

Finalmente un problema era risolto. Ma ora... come faccio ad riavere la sua fiducia indietro?

Ciao 💕
Vi ringrazio per l'enorme sostegno che mi state dando. Significa molto per me.
Vi amo <3
               Marty

Una piccola mrs. affariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora