cap. 21

490 11 0
                                        

Damian se n'era andato via ormai da un numero indefinito di minuti. Io e Anna eravamo sedute l'una davanti l'altra senza dirci una minima parola.

Sapevo che il fatto che ci aveva visti era un problema,  visto che non era consigliabile che l'avvocato e il cliente avessero qualsiasi tipo di relazioni personali, per evitare problemi durante il caso.

"Da quando?"- mi chiese lei
"Da ormai un paio di mesi"- le risposi mentre lei continuava a sorridere

"Lo sai che non e una cosa giusta?"- annuisco
"Si, lo so molto bene. Ti prego di non farne parola a nessuno."

Lei mi guardo sorridente ancora per un po, per poi diventare seria di colpo.
Sarebbe stato un problema minore se lo veniva a scoprire Trentino...

"Sai mia cara Olivieri... tutto ha un suo prezzo."- lo sapevo.
"Che cosa vuoi?"- le chiesi sapendo che avrebbe chiesto qualsiasi cosa, ed io avrei dovuto farlo.

"Hai in mente l'agente Joel?"
"Si..."- mi venne un groppo alla gola sentendo il suo nome
"Ormai e scomparso da un pochino... lo so che c'entra il tuo caro Damian quindi... beh credo che hai capito."

"Vuoi che io lo trovi e lo liberi?"
"Proprio cosi. Per te non dovra essere un problema con il fatto che vai molto spesso da lui"

"Come fai a saperlo?"
"Noi abbiamo occhi ovunque."
"Noi?"- lei annuì semplicemente ma, senza risposta.

Si alzo dal divano andando verso la porta.
Si giro e mi guardo un'ultima volta per poi uscire fuori.
Sospirai pesantemente.

Che cosa intendeva per noi, e perché voleva che io liberassi Joel?
Sapevo che Damian e i suoi uomini l'avevano trovato, ma io non ho la minima idea di dove lui potrebbe essere.

Mi alzai ed iniziai a camminare su e giu per l'ufficio.  Devo pensare...
Mi venne in mente quando lui mi mostrò il posto dove tirano fuori le informazioni,  avevo notato che c'erano varie stanze. Forse lui si trovava in una di quelle.
Presi la mia giacca per poi uscire dall'ufficio. 
Con la scusa di riprendermi la macchina che era rimasta a casa di Damian, andai a casa sua. Sapevo che lui non era li, aveva dei "lavoretti " da fare.

Andai sull retro della casa, entrai nell capannone che teoricamente serve per tenere gli atrezzi. Ricordai bene dove mi porto lui quella volta ed andai esattamente in quel posto.

Mi ritrovai d'avanti varie stanze chiuse,  porte in ferro con sopra dei cartellini.
Su i cartellini c'erano delle lettere...
L.D...M.P.... J.C trovato!

Apro la porta con fatica, ritrovando l'agente a terra.
"Joel?"- lui alzo la testa con fatica.

Aveva la faccia insanguinata e vari lividi sul corpo.
"Aria? Che cosa ci fai qui?"- mi chiese sorpreso. 
"Sono venuta a tirarti fuori da qui"
"Anche dopo quello che ti ho fatto?"

Mi avvicinai a lui, ormai vedendolo in questo stato non mi sembrava una minaccia,  anzi mi faceva pena.
"Se fosse per me, tu saresti gia morto. Ma una amica mi ha chiesto un favore "

Li porgo la mano, lui la prende e si alza. Gli facco il segno di stare zitto ed usciamo dal capannone.

"La mia macchina e la, subito dietro alle siepi. Attenzione a non farti vedere"- prima che me ne andai lui mi mimo un grazie e ando verso la mia macchina attraverso le siepi.

Presi un respiro profondo e andai anche io verso alla mia macchina,  ma ovviamente non attraverso le siepi.

Rientrata in casa, andai verso la cucina. Li ce il balcone che porta direttamente al viale, senza dover passare d'avanti alle guardie scelte di Damian.

Una volta in cucina, vidi Damian fuori dalla finestra. Come mai e tornato?
Incuriosita da questo fatto, mi dimenticai che Joel adesso, molto probabilmente, era gia nel retro della mia macchina. Damian entro in casa, io mi nascosi dietro l'isola. 
Ero pronta a dirgli che li volevo fare una sorpresa nel caso che mi avesse trovato, ma non lo fece.

Senti la porta chiudersi e un profumo femminile si sparse nell'aria.
Non riuscivo a riconoscere il profumo ma, non era quello di sua sorella. Ne ero sicura.

Senti un leggero rumore di risucchio,  era il suono di un bacio?
Mi alzai leggermente per vedere, e speravo con tutta me stessa che non era quello che pesavo che fosse.
Ma purtroppo,  lo era.

Le sue mani erano sui suoi fianchi,  le braccia di lei erano attorno al suo collo, lui la stava baciando come baciava me.
Le lacrime mi venirono agli occhi.
Si staccarono. Lui aveva un sorriso malizioso sul viso, lei si giro leggermente e...

Non potevo credere che fosse lei. La sua ex...

Una piccola mrs. affariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora