cap. 32 (veramente l'ultimo?)

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Ormai sono passiati un paio di mesi da quando io e Damian ci siamo sposati.

Ovviamente le nozze sono state al dir poco perfette.
La prima notte di nozze passò ovviamente in una maniera al dir poco piccante.

Ritornai al lavoro dopo la luna di miele.
Ricordo ancora la sensazione quando rimesi il piede dentro il mio ufficio.

Mi sentivo al mio agio, come se fossi a casa.
Tutto era nell posto esatto. Come se nessuno ci fosse mai entrato dentro, come se l'ultima volta che ci ero entrata fu stato ieri e non più di un mese prima.

I primi giorni furono impegnativi. Avevo molti casi, tanti colloqui,  conversazioni e ricerche da fare.
Ma mi mancava tutto ciò.

Damian veniva spesso nel mio ufficio,  e la maggior parte delle volte finivo sempre sulla scrivania.
Sapevo che cosa voleva fare ogni volta.
Se chiudeva la porta a chiave sapevo già tutto.

Oggi fu una giornata di questo tipo.

"Damian... dai"- gli dissi mentre mi veniva sempre piu vicino.

"Non puoi aspettare finché non torno a casa?"

"No, Aria. Non posso."- il suo tono era tagliente. Era successo qualcosa.

"Che cosa è successo?"

"Nulla di qui tu ti deva preoccupare, ok?"- disse mettendo le sue mani sui miei fianchi per poi alzarmi e mettermi sulla scrivania.
"Ora ho solo bisogno di te. Nulla di più,  nulla di meno"

Questa volta il suo tono fu come una preghiera.  Mi baciò prima che fossi in grado di ribattere.

Il suo bacio era passionale, violento...
Aveva avuto una giornata pesante.
Mi prese per la coda, tirandola in dietro delicatamente.
Dopodiché si mise a baciarmi il collo, lasciando una scia fino al mio décolleté.

Mi apre la camicia sempre con delicatezza, anche se andava molto veloce.
La scostò per poi abbassare il mio reggiseno,  dando libero svogo al mio seno.

Mi baciò ogni millimetro di essa, scendendo verso il basso.
Alzò la gonna, tirando giu i miei collant neri.

Con la mano iniziò a massaggiare il mio punto delicato,  facendomi respirare pesantemente.

"Ho bisogno di te Aria."

Ne ha davvero così tanto bisogno? Che sarà mai successo...?

"Allora prendimi"- gli dissi per poi baciarlo.

Sento la sua cerniera abbassarsi per poi sentirlo dentro di me un paio di istanti dopo.

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Una volta giunto l'apice,  mi aiutò a riverstirmi per poi sedersi con me sul divano.

"Che cosa è successo?"- gli chiesi sperando che ora fosse piu tranquillo.

"I miei uomini hanno scoperto che... Isabella è ancora viva. Non tanto tempo fa è stata ricoverata in ospedale. Non so il motivo. "

Ma lei dovrebbe essere morta.
Come fa ad essere ancora viva?

"Lo so... dovrebbe essere 3 metri sotto terra ma in qualche modo è sopravvissuta. "- disse lui tirandosi in avanti.

Iniziò a giocare con le sue mani, evidentemente nervoso.

"Non ti preoccupare,  sono sicura che andrà tutto bene. Non penso sia cosi pazza da darci ancora fastidio,  no?"

Lui mi sorrise leggermente,  anche se non mi guardava negli occhi.
"Si, probabilmente hai ragione."

Sentimmo bussare alla porta.
"Scusatemi, ma tra un po inizia la sentenza nell'aula 6"

"Grazie Anna, arrivo subito."

Mi alzai baciando mio marito dandogli un sorriso di conforto.
Dopodiché me ne andai verso l'aula.
Mentre camminavo mi sentivo strana, come se mi fossi dimenticata qualcosa e come se qualcuno mi stesse guardando.

Di nuovo questa sensazione...

Piu o meno una settimana dopo, non andai al lavoro.
Avevo una nausea inimmaginabile.

"Sei sicura di stare bene?"- mi chiese Anna tramite telefono.

"Si si, sicuramente avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male."

"Spero sia solo quello."

"Che cos'altro potrebbe essere scusa?"

"Gravidanza?"

"Ma sei normale?! Io e Damian usiamo le protezioni. "

La senti ridere.
"Lo so, sto solo scherzando.  Riprenditi presto."

Dopo poco anche Damian venne a casa per controllare il mio stato.
Ovviamente mi sentivo meglio, ma avevo ancora una sensazione di aver dimenticato qualcosa e che qualcuno mi stesse osservando.

"Sai cosa?" -mi chiese.

"Cosa?"

"Ti porto da un medico. Non è normale che di colpo stai così tanto male."

"Ma tranquillo,  non sarà nulla."

"Lo stesso, meglio prevenire. Chiamo il dottore è lo faccio venire subito."

Fu inutile discutere. Ormai lo aveva già fatto.
Il dottore arrivò prima del previsto portandosi varie cose.

"Come si sente?"

"Bene..."

"Bene?"

"Beh, meglio. Stamane ho avuto una leggera nausea. Tutto qui."

"Leggera nausea?! Ma stai bene? Doc. Lei ha avuto si la nausea, ma ha avuto anche giramenti di testa. Ultimamente è abbastanza stressata dal lavoro."

"Capisco. Quindi nausea, giramenti di testa ce dell'altro?"

"Non quanto io ne sappia. Aria?"
Entrambi mi guardarono.

"N-non penso."

"Ultimo ciclo? Forse è entrata in ovulazione quindi ha gli ormoni sballati."

"Hmm... il 24."

"Di questo mese?"

"No... del scorso"

Damian mi guardò serio.
Che cosa c'era? Perché mi guardava così?
Ho un leggero ritardo, nulla di che. Può succedere a tutte, vero?

"Avete avuto rapporti?"

"Si, ma tutti protetti. "- risposi velocemente.

"Allora per sicurezza le prendo del sangue, entro domani dovrebbe avere i risultati. "

Cosi fece. Dopo aver preso il campione se ne andò lasciandomi sola con mio marito.

"Perché mi guardi così?"

"Così come, Aria?! Hai un ritardo e non mi dici niente?"

"Ma se facciamo sempre sesso protetto."

"Non sempre."

Lo guardai confusa. Lui faceva sempre attenzione a quello. Non voleva figli,  o almeno non ancora.

"Come non sempre?"

"Due settimane fa. Quando ho scoperto che Isabella è ancora viva."

"Si..."

Il suo sguardo mi fece capire tutto.
C'era la possibilità che io fossi rimasta incinta.
E tutto nel mentre Isabella era ancora in giro.

Una piccola mrs. affariDove le storie prendono vita. Scoprilo ora