42. Fine dei giochi

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Quando apro gli occhi, la luce ha già invaso la camera, facendo brillare i vasi dorati e persino il granato nero delle finestre

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Quando apro gli occhi, la luce ha già invaso la camera, facendo brillare i vasi dorati e persino il granato nero delle finestre. Mi volto sul fianco e riconosco il paravento su cui è rappresentata una gru intenta a scrollarsi le ali. Ma quando sono rientrata nella mia stanza? La realizzazione mi investe come una frana. Nell'arco di un istante mi trovo a sporgermi oltre il davanzale scaldato dai raggi. Il sole ha superato lo zenit. «Diamine.»

Giungo al porticato che antecede il Padiglione Aureo fingendo di non avere il fiatone e il cuore in gola. Mi arresto cercando di calibrare i respiri, mentre scruto il viavai di discepoli di ogni ordine e grado. Sistemo la frangia e il bindi a goccia sulla mia fronte, e procedo verso le figure che ho appena individuato di fronte all'entrata.

Jin GuangYao mi trova prima che li raggiunga. «A-[T/n]» mi chiama con un sorriso. Nello stesso momento, io e Lan XiChen ci blocchiamo, stupiti. Ritraggo l'occhiata non appena l'uomo nel suo solenne hanfu bianco ricambia, e divago piegandomi in un saluto. «Capo Clan Lan,» mi impegno al massimo per mantenere tutto il contegno di cui sono capace, «A-Yao». Dopo averlo pronunciato, sento il bisogno di schiarirmi la gola. «Non mi hai svegliata.»

Sorride a disagio. «Ci ho provato, però,» anche ZeWu-Jun ci osserva in modo strano, «poi ho pensato che sarebbe stato meglio lasciarti riposare». Squadro ancora una volta la loro espressione. Ho l'impressione che mi stiano nascondendo qualcosa.
«E la Conferenza?»
«Ti racconto tutto dopo» mi rassicura.

Ci penserò più tardi allora. Alla Torre della Carpa Dorata regna un'atmosfera serena. Tutti parlano, passeggiano, lasciandosi accarezzare dalla corrente d'autunno, che seppur fredda, trova equilibrio nel calore solare. Potrei illudermi che sia meglio così, ma la verità è che a nessuno importa granché di questo caso. Anche quel misero villaggio è troppo lontano purché la cosa possa tangervi?

«ZeWu-Jun, HanGuang-Jun?»
Lan XiChen sembra rallegrarsi del mio interesse. Scruta la folla. «Deve essersi allontanato da qualche parte. Comunque, sarà nei dintorni.»
«Intendete dire che è qui?» domando con una punta di sorpresa.

Prendo congedo per dare un'occhiata in giro. Ho intenzione di tornare a Gusu, ma vorrei approfittare della sua presenza oggi per chiedere qualche notizia su A-Yuan. Evito di proposito di fare domande a chiunque non sia lui, voglio tenere i sospetti il più distante possibile.

Lan WangJi non sembra il tipo da apprezzare la confusione. Dovrei cercare in qualche zona più appartata. Mi incammino verso la fiancata della grande sala. La calca è concentrata sull'uscita e la scalinata principale, come al solito. Costeggio il perimetro sbirciando all'interno in cerca di un abito bianco e un viso raffinato. L'invetriatura nivea della finestrata spicca sotto i motivi a peonia in pietra scura, e tra una sezione e l'altra, eleganti colonne si ergono semi-incastonate nelle mura.  Percepisco dei passi scialbi farsi strada verso di me.

«Lady Wen.»
Nell'udire quel sibilio, sfoggio il mio miglior sorriso. Mi volto, chino il capo e nascondo il pugno dietro la mano coperta dal guanto. «Capo Clan.»
Lo sfarfallio di un ventaglio riempie lo spazio tra noi. Lo tiene richiuso, e cauto si avvicina. «Vi cercavo.»
«Me?» chiedo disinvolta, sbattendo le palpebre.

L'Ultimo Raggio [MDZS x Fem!Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora