4. Questione di fiducia

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«ShuiYi?»

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«ShuiYi?»

Questa voce. Ma allora... Mi è sembrato di sprofondare nel vuoto, per percepire i piedi muoversi con decisione sulla strada l'attimo dopo. Ogni passo ben calcolato. Proprio dietro di noi, un'altra presenza ci rincorre seguendo lo stesso ritmo. Wei WuXian. Altre persistono più distanti. Devo portarli dentro in fretta. Immersa in un'oscurità assoluta, all'improvviso la mia anima brulica di colore. Ci siamo quasi. Il mio respiro è coordinato. Non c'è più alcuna esitazione, alcuno stento. Posso spingermi ancora oltre. L'aria fresca mi accarezza la pelle, rumorosa. Vi terrò al sicuro. Una fessura più buia della notte. La linea su cui procedo si inclina, entreremo senza prendere un secondo di più.

Oltrepassiamo la soglia, ancora in preda a questo vigore. Il mio ginocchio colpisce qualcosa. Prima che possa frenare, tutto il mio corpo urta contro i rotoli, ciondolano prima di precipitare uno dietro l'altro come birilli. Ancora non recupero il controllo delle gambe, la stoffa glissa sotto le nostre scarpe. Il polso che stringo si svincola dalla presa, mi afferra la vita nello stesso istante. Mi attira a sé, costringendomi a voltarmi a mezz'aria.

La porta viene richiusa da Wei WuXian. Un rumore leggero, ma netto, sullo sfondo. È l'oscillare continuo dei nostri affanni a porsi al centro dell'attenzione. Si incontrano nel piccolo spazio che separa il mio volto da quello di Jiang Cheng. Il braccio che mi sorregge la schiena poco sopra il pavimento mi adagia. La stoffa morbida che si è sparsa a terra mi sfiora, poi si imprime sulle mie gambe con insistenza. La sua presenza mi sovrasta, la mano ancora ferma sul suo petto. Stasi. Posso sentire il suo cuore palpitare sotto le dita almeno quanto il mio nelle tempie, eppure rispetto all'ultima volta, trasmette un tale senso di paralisi. Io ho sentito la sua voce chiamarmi, ne sono certa. Cosa mi sta traendo in inganno? L'udito o il tatto?

«Jia-»
Il suo palmo preme sulle mie labbra. Lo cerco con lo sguardo nell'ombra. La sua testa cede, fino a posarsi quasi sulla mia spalla. Posso sentire il respiro solleticarmi il collo. Sta cercando di reprimerlo, fuoriesce convulso dalle narici.
«Allora? Trovato qualcosa?» voci smorzate si propagano dall'esterno attraverso la parete.
«Hai guardato più giù?»
«Non importa. Sarà stata un'impressione.»

Al suono sempre più leggero dei passi, nello stanzino si odono tre sospiri di sollievo. Ora possiamo rilassare i muscoli, smettere di costringere il diaframma. Jiang Cheng si solleva e ricade seduto all'indietro, lasciando libero lo spazio davanti a me. L'aridità che percepivo sotto i polpastrelli viene meno. Recupera il cappello e inizia a spolverarlo. Ripreso fiato, mi alzo, attenta a non incappare nel tessuto.
«ShuiYi» irrompe la voce di Wei WuXian.
Sento gli occhi inumidirsi. «Siete davvero voi allora.»
Si avvicina. «Vuoi dirmi che ci hai fatti entrare qui senza esserne sicura?»
Vorrei giustificarmi, forse mentirgli, ma non mi riesce niente più di un mormorio indefinito. Non suonava come un rimprovero, il suo tono era quasi divertito, ma non riesco ad evitare di sentire il peso di un giudizio.

Calore. Quanto mi era mancato?
«ShuiYi, da quando fai cose tanto pericolose?» la sua mano mi scompiglia un po' i capelli.
«Avevo paura che vi vedessero.» Sotto il suo tocco il timore scompare. Sono qui, che importa del resto. Vedo gli angoli della sua bocca inclinarsi, i miei occhi sono avvezzi al buio ormai.
«Scusa, ci ho messo un po'.» Scuoto il capo rispondendo al suo sorriso, le spalle leggere come non le sentivo da giorni.

L'Ultimo Raggio [MDZS x Fem!Reader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora