47. Richiamo dell'ombra

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I raggi solari decadono oltre le chiome rimpinzate di aghi

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I raggi solari decadono oltre le chiome rimpinzate di aghi. Ora si infiltrano a picco tra lo strato più basso di nebbia sbiadendo i contorni. Le gocce umide corrono sulla mia pelle, un grecale affilato e venefico penetra attraverso i miei pori. Riesco a sentirlo immettersi nelle arterie e scorrere fino a corrodermi il nucleo. Struscia sulla sua superficie vitrea, graffiando e corrompendo.

Fuori il gelo mi inghiotte, dentro mastica ogni mio organo. Le mie membra spasimano, chiedono tregua. Il metallo scottante sul mio petto, la sola fonte di calore, mi sussurra tutt'altro. Di più. Più di così. Comanda loro di entrare. Lascia che ti abbraccino. Diventa un tutt'uno con le ombre. Vincete insieme.

Da quanto tempo non provavo questa sensazione? La linea tra il dolore e il piacere è così sottile da stordire. I latrati smaniosi rimbombano solo a qualche centinaio di metri. Ogni grido rauco e animalesco scuote i fiotti oscuri che mi attraversano, accrescendo l'eccitazione.

Un singhiozzo infantile si instilla sulla mia gonna. Jin Ling. Apro gli occhi, sospendo il flusso. Prendo un paio di respiri profondi. Basta così. Le sagome incurvate fanno già capolino tra i tronchi velati. Scure e scarmigliate. Ora devo farvi miei.

L'energia risentita si precipita ai miei piedi, come se avesse assorbito del piombo. Penetra il terreno umido, più violenta di quando ha attraversato la mia carne. La spingo a viaggiare tra il fango, schivando le radici massicce, come un leopardo corre ad avventarsi sulla preda. E poi la raggiunge. Una, due. Otto, dieci. Quindici prede. Si diffonde, un'epidemia. E azzanna ognuna di loro iniettando veleno sudicio nelle vene in cui il sangue è ormai denso da tempo.

Deglutisco. Ha preso? Sta funzionando proprio come allora? Mi sento connessa a quei corpi. Riesco quasi a vedere l'enorme sala del trono di QiShan invasa dai cadaveri feroci. Brulicano da ogni angolo. Alcuni sotto il mio controllo. Altri dovrebbero vagare come mendicanti moribondi durante la stagione delle piogge.

E invece sono immobili. Fremono gracidando, senza muovere un passo da quando ci hanno avvistati. Qualcuno oltre me, vi sta controllando. Uno stolto. Riesco a cogliere la differenza tra i fantasmi liberi e quelli soggiogati in un batter d'occhio. E se questo burattinaio non può immaginare che possa farlo grazie a Wen RuoHan, dovrebbe almeno tener conto di quanti anni ho passato al fianco di Wei WuXian.

Uno stolto o un impudente? A questa persona non importa di nascondere la propria presenza. È la stessa che suonava il guqin fino a poco fa? C'è una cosa che mi turba particolarmente: assumere il controllo dei suoi zombie è stato fin troppo semplice. Sento questa connessione, ma ci sono davvero riuscita?
«Annientate il suo esercito.»

Inclinano il capo come rapaci quando recepiscono il mio ordine. Schiocco le dita e le loro facce deturpate si contorcono in smorfie rabbiose e assetate. Si scagliano sugli altri cadaveri ruggendo, affondando le unghie e i denti nei tessuti marci. Il suono orripilante della carne trafitta, delle dita che sguisciano tra gli organi si propaga da ogni direzione. Schizza nell'aria assieme al sangue grumoso e marrognolo che si deposita sull'erba e sui tronchi.

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