45 - Fortuna

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Rileggere ciò che ho scritto ieri mi fa sentire in imbarazzo.
Sono stato trafitto, sono stato bruciato dalla dea dell'amore... Anche se ero retorico, è fin troppo narcisista. Cosa diavolo stavo cercando di scrivere? Letteratura?

Non andò per niente così.
Sono stato semplicemente sconfitto dalla fortuna di Jonathan. Fortuna, e forse incoscienza.
Ho perso per colpa di una statua di una divinità dell'amore, messa nell'atrio della mansione Joestar come decorazione... in altre parole per l'incoscienza di Jonathan che ha usato una semplice decorazione. Questo è tutto.
Scriverò in modo semplice il resoconto fattuale di come lui, in carne e ossa, ha "soggiogato" me, un vampiro immortale.
Senza ulteriori indugi, scriverò i fatti per quel che sono.

Dopo essersi reso conto di come il mio corpo, ormai immortale, non era stato in nessun modo danneggiato dalla scarica di colpi che la polizia aveva sparato contro di me, Jonathan ha probabilmente pensato che l'unico modo per farmi fuori fosse bruciarmi.
Ma fiamme normali non sarebbero bastate.
Ha cercato di uccidermi con fiamme enormi, fiamme che avrebbero bruciato l'intera mansione.
A dirla tutta, mi è sembrato che quell'uomo volesse farla finita con me. Un doppio suicidio, qualcuno potrebbe anche vederla così... Sembra quasi che sacrificarsi a quel modo servisse per assicurarsi che io fossi morto e che non potessi scappare.
Ma comunque, Jonathan fu l'unico a sopravvivere.
L'unico modo per spiegare perché io fui il solo a essere bruciato, l'unico modo in cui riesco a spiegarmi il destino, la divisione tra la luce e l'oscurità, è il fatto che lui abbia fortuna e io no.

Prima parlavo di incoscienza, di come abbia usato inconsciamente la struttura della casa in cui aveva vissuto per tutto quel tempo, come abbia usato inconsciamente quella dea dell'amore eccetera. Ma la sua conoscenza della struttura della villa non era superiore alla mia.
E comunque, lui è sopravvissuto.
E io sono "morto".
Quale è la differenza?
Come ho detto, è una differenza di fortuna. Ma è davvero questo che decide tutto?
Forse anche il fatto che si possa o meno raggiungere il "Paradiso" è deciso in questo modo? È davvero solo questo?
Non conta la nobiltà o l'orgoglio.
Non contano le buone azioni, o l'umanità.

... Mi chiedo quale fosse il significato della parola "paradiso" per mia madre, prima di tutto.
Non è qualcosa a cui devo pensare adesso, ma mi sento davvero insicuro sull'argomento.
È difficile per me pensare al "paradiso" solitamente associato alla religione.
Forse indicava semplicemente "un posto più felice di questo"?
Ma onestamente, trovare un posto migliore di quella feccia di città non era poi così difficile, o no? Sì potrebbe dire che tutti i posti oltre a quella città fossero il "paradiso". Bastava compiere un solo passo fuori da casa Brando, un solo passo, per lei sarebbe stata la "felicità".
Lei aveva le capacità per andare in "paradiso".
Mia madre era come un monaco ascetico che compie penitenza per arrivare all'illuminazione,  e la sua penitenza era vivere - ed è stata morire - in quella casa.
Lo ha fatto per questo, o era davvero amore?
Amore per mio padre e per me.
E amore per gli abitanti di quella città.
Come una santa.
Era una cosa del genere?

... Se tutto si basa sulla fortuna, scrivere questo diario, così come la mia ricerca del Paradiso, perde significato.
Perché non importa quanto ci penso, non importa quando spremo le meningi... non importa quanto io disegni schemi articolati... a causa degli imprevisti, a causa di sviluppi imprevedibili, è tutto inutile.

Fortuna.
Forse la mia sfortuna è iniziata quando sono nato da Dario Brando e quella pazza di mia madre. E la fortuna di Jonathan è iniziata, sì, quando è nato come erede della famiglia Joestar.
Quindi è deciso tutto dalla nascita?
Dall'educazione?
Suppongo che Speedwagon avesse ragione, dopo tutto. Forse sono davvero le circostanze che determinano tutto? O forse nascere malvagio altro non vuol dire che crescere in un brutto ambiente? È la stessa cosa?
Che si possa o meno raggiungere il "Paradiso" dipende direttamente dalla nascita?

Avevo deciso che mia madre non era riuscita a raggiungere il paradiso, ma... ma potrebbe esserci effettivamente andata, pensando a tutte le buone azioni che ha compiuto nella sua vita, o forse per qualche altro motivo che io non conosco.
Se questo è il caso, ciò io sto facendo è completamente inutile. Inutile e senza significato.
Dovrei gettare via questo diario?
Forse sarebbe meglio... Forse se posso andare in Paradiso, posso arrivarci senza fare nulla; e se non posso, allora non importa quello che faccio, non sarò comunque in grado di arrivarci.
La fatica è inutile e la resistenza futile.
E se questo fosse tutto ciò che si può fare?

Jojo's Bizarre Adventure - Over HeavenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora