Jojo's Bizarre Adventure - Over Heaven

18 - Umiliazione

Ho utilizzato ogni metodo possibile per spezzare il cuore di Jonathan.
Pensandoci adesso, erano tutti atti di tenero e insidioso bullismo, ma era tra due bambini, limitati dalle regole della società dei bambini.
Quindi questo bastava.
Jonathan piangeva fino ad addormentarsi ogni notte.
Quell'atteggiamento lamentoso mi irritava ancora di più.
Bastava solo questo. Saltare i pasti, venire sgridati da suo padre, perdere qualche amico... solo questo lo distruggeva.
Quella mancanza di resistenza era davvero imperdonabile.
Un cuore del genere sarebbe crollato vivendo una sola notte nella città in cui sono cresciuto. No, non sarebbe resistito nemmeno un'ora.
Era chiaro quanto fosse stato viziato fino ad allora nella vita, e mi disgustava.

Lo avrei dovuto spingere molto, molto oltre, pensai. Ma...
Come ho già detto il periodo in cui tormentai Jonathan non fu molto lungo.
Per poter spaccare il suo animo ho messo le mani sulla sua donna. Fu un fallimento.
Jonathan era un uomo che non avrebbe mai opposto resistenza, non importava quanto fosse oppresso. Ma era il tipo che per gli altri, soprattutto per coloro che per lui erano importanti, esplodeva.
Io accesi la miccia di quell'esplosione, e fui lanciato contro un muro.
In uno scontro sincero contro Jonathan, ho perso.
Metterò da parte il mio orgoglio ora e ammetterò apertamente quel che successe: io piansi. Non lacrime di coccodrillo, come al funerale di mio padre, e non per il dolore di essere stato colpito. Piansi dalla frustrazione, dalla tristezza, e per la miseria che provai.
Prima di quel momento avevo pianificato di sovrastare Jonathan in modo assoluto. Ma dopo quel giorno, ho capito che era solo un'illusione.
So che non era diverso da mio padre che picchiava mia madre o me prima che fosse completamente soddisfatto, ma... piansi.
Dopo questo, decisi di interrompere i miei attacchi contro Jonathan.
Anche di fronte a lui, avrei fatto il "bravo ragazzo" come facevo davanti a Lord Joestar.

Ma non ho dimenticato.
L'umiliazione che provai quel giorno, non la dimenticai per sette anni.
E anche ora, dopo oltre cento anni, ancora non ho dimenticato.