Capitolo XIV : Perchè non hai creduto in me?

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Ennesimo decreto, ennesime occhiatacce da parte di quasi tutti gli studenti di Hogwarts. Come se fosse colpa sua. Ma cosa si aspettavano che facesse? Che dicesse alla Umbridge quello che doveva fare? Alyssa non vedeva l'ora di andarsene da quella scuola e sperava davvero di avere l'opportunità di lavorare per il Ministero, era la sola cosa di cui le importasse adesso.

-Alyssa?- si sentì chiamare e per un attimo fu tentata di scappare. Poi però fece un profondo respiro e si voltò, trovandosi davanti George. Erano mesi che non le parlava e le mancava terribilmente, se solo avesse avuto ancora lui al suo fianco affrontare la brutta situazione in cui si trovava sarebbe stato più facile.

-Cosa vuoi?- domandò, cercando di mostrarsi fredda e impassibile. Lui però la stava guardando con aria da cucciolo bastonato, rendendole molto difficile il già arduo compito di avercela con lui.

-Parlarti- rispose e lei gli lanciò un'occhiataccia.

-Adesso non ho tempo- replicò freddamente. Dopo tutto quel tempo si degnava di rivolgerle la parola? George si avvicinò a lei e Alyssa fece davvero molta fatica a non allontanarsi.

-Ti aspetto questa sera davanti al bagno dei prefetti. All'una- mormorò, senza mai staccare gli occhi da lei. Poi senza aggiungere altro se ne andò.

...

-George mi ha chiesto di vederci questa sera- confidò Alyssa ad Erin una volta tornate nel dormitorio dopo la cena.

-È rischioso, Alyssa, se la Umbridge ti scoprisse passeresti dei guai seri- la mise in guardia lei.

-Lo so. Ma ho bisogno di sentire ciò che ha da dirmi- mormorò Alyssa. Erano mesi che lei e George non parlavano più e quella situazione le pesava tantissimo.

-Io so quello che provi per lui, Alyssa- disse l'amica osservandola con attenzione e lei si sentì raggelare.

-Io non provo nulla per lui- contestò, ma Erin le lanciò un'occhiata significativa.

-Ma devi fare attenzione a non compromettere tutto quello che hai fatto fino adesso- continuò e Alyssa sospirò. Se la Umbridge l'avesse scoperta con lui sarebbe stato un disastro. Doveva sperare solo che si fidasse di lei abbastanza da non farla controllare da qualcuno.

-Farò attenzione- promise, ma non poteva proprio non andare, aveva bisogno di sentire ciò che aveva da dirle.

Quando George vide Alyssa venire verso di lui si sentì sollevato, non era sicuro che sarebbe venuta. Senza dire nulla lei gli passò accanto e mormorò la parola d'ordine per entrare nel bagno, poi lo afferrò per un braccio e lo tirò dentro. L'ultima volta che vi erano entrati insieme risaliva a un anno prima e George quasi non riusciva a credere a quanto le cose fossero cambiate.

Alyssa si fermò e si voltò verso di lui, squadrandolo con attenzione.

-Bene. Sono qui. Cosa mi volevi dire?- chiese con freddezza e George si sentì davvero male per non aver sistemato le cose con lei sin da subito. Adesso probabilmente Alyssa non avrebbe voluto parlargli mai più e avrebbe avuto ragione, era stato un idiota.

-Volevo scusarmi- disse, evitando tanti giri di parole. Alyssa ridusse gli occhi a due fessure, osservandolo scettica.

-Per cosa?- domandò, non gli avrebbe reso la cosa semplice.

-Sono stato un idiota. Avrei dovuto capire sin da subito quello che stavi facendo per la Umbridge- rispose, ma lei sembrava assolutamente decisa a non perdonarlo tanto facilmente. L'aveva davvero ferita. Alyssa rimase in silenzio per qualche istante, senza mai distogliere lo sguardo.

-Come hai potuto anche solo pensare che potessi tradire i miei amici così?- sbottò infine e leggere la delusione nei suoi occhi fu davvero terribile. Sapere che l'aveva fatta soffrire lo faceva stare malissimo, era tutta colpa sua.

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