Capitolo XXI : Clare Gordon

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Quando George la vide sbucare dal camino per poco non gli venne un colpo. Non l'aveva mai vista e di quei tempi era difficile non mettersi subito in guardia di fronte a una persona sconosciuta.

-E tu chi sei?- le chiese avvicinandosi. La fuliggine la ricopriva da capo a piedi ma non nascondeva il brutto livido che aveva vicino all'occhio.

-Sono Clare Gordon. Sto cercando i miei genitori- rispose e finalmente lui riuscì a capire chi fosse.

-Io sono George Weasley- si presentò, studiandola con attenzione.

-Aileen, Dominik!- chiamò poi, e dopo qualche istante i suoi genitori entrarono nella stanza. Aileen e Dominik erano membri dell'Ordine della Fenice. Erano stati attaccati dai Mangiamorte e la figlia era stata rapita. I genitori di George li avevano subito accolti in casa loro, a quanto pareva li conoscevano piuttosto bene. A giudicare dalle loro espressioni non appena la videro l'ultima cosa che si sarebbero aspettati era quella di trovarla viva. Corsero incontro alla figlia e la abbracciarono tra le lacrime e lui preferì lasciarli soli.

Clare Gordon entrò rapidamente a far parte della sua vita. Aveva passato le pene dell'inferno prigioniera a Villa Malfoy e aveva evitato la morte per miracolo ma sembrava avere comunque ancora speranza.

-Io non smetterò mai di combattere. Fino a quando avrò vita non mi arrenderò- gli disse un giorno e George vide una luce nei suoi occhi che lo colpì. Era stupenda. Ma a quanto pareva il suo cuore non era libero.

-Spero di poterlo rivedere alla fine, di combattere fianco a fianco-

-Di chi parli?- le chiese incuriosito, ansioso di sapere chi fosse il ragazzo che l'aveva conquistata. Lei sorrise al solo pensiero.

-Draco Malfoy- rispose e George rimase senza parole. Si sarebbe aspettato qualsiasi risposta, davvero, ma mai quella.

-Draco Malfoy?- ripeté, per essere sicuro di aver capito bene, ma lei annuì.

-Lo conosci?- gli chiese e lui cercò di mascherare il fastidio per quel ragazzo. Che cosa poteva mai aver visto in lui?

-Sì, lo conosco- disse, ma probabilmente lei dovette intuire il disappunto.

-Anche tuo fratello non capiva, nessuno capiva perché lo amassi- replicò e George non faticava a credere che Ron le avesse detto qualcosa al riguardo.

-Non potrei mai giudicarti per questo. È una tua scelta- e non era sicuro di pensarlo davvero, ma non voleva che lei si sentisse a disagio con lui. Bastarono quelle parole a rincuorarla.

-Io so che ha fatto tante cose sbagliate. Ma so anche che mi ama e che è cambiato. Mi ha salvato la vita quando ero prigioniera. Sarei morta se non fosse stato per lui- gli spiegò e il ragazzo vide i suoi occhi illuminarsi. L'amore che provava era chiarissimo.

-Spero di rivederlo presto- disse poi malinconica e lui si sentì in dovere di consolarla.

-Sono sicuro che succederà-.

...

Alyssa si ritrovò nel giardino della Tana. Era consapevole che fosse pericoloso, ma aveva davvero bisogno di vedere George, aveva bisogno di qualcuno che la facesse stare bene. Il suo lavoro al Ministero diventava ogni giorno più pericoloso e per lei era sempre più difficile mantenere la sua copertura. Lavorando a stretto contatto con la Umbridge poteva fornire tutte le informazioni necessarie ai membri dell'Ordine per poter organizzare la lotta contro il Signore Oscuro, ma doversi svegliare ogni giorno con la consapevolezza che avrebbe dovuto fare buon viso a cattivo gioco, stare in silenzio di fronte alle ingiustizie, era sempre peggio. Era proprio quando il peso delle sue giornate diventava insostenibile che si rifugiava a casa Weasley.

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