Capitolo XXIII : Un dolore troppo grande

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Non appena Voldemort diede l'ordine al suo esercito di ritirarsi il tempo nella scuola parve quasi fermarsi per qualche istante. Chi tra studenti, insegnanti e membri dell'Ordine era ancora in piedi si guardava attorno spaesato, sollevato per avercela fatta ma con il cuore ancora colmo di dolore e paura. Lentamente iniziarono a portare i feriti e i morti all'interno del castello, nella Sala Grande che sembrava essersi trasformata in un ospedale da campo. Le panche erano state tutte addossate alle pareti e per terra cominciavano a comparire i primi giacigli.

George portò dentro una ragazza Corvonero con i capelli corti e biondi che lo fece pensare ad Alyssa. Non aveva la minima idea di cosa le fosse successo e questo lo tormentava, da una parte avrebbe preferito saperla in salvo il più lontano possibile da lì, dall'altra l'avrebbe voluta al suo fianco per affrontare tutto quello.

Dal giorno in cui era venuta a casa sua non era più riuscito né a vederla né a sentirla, c'era troppa tensione al Ministero per rischiare di compromettere la sua copertura ma in quel momento George desiderò averlo fatto. Non aveva idea di cosa sarebbe potuto succedere, ma l'idea di non vederla mai più lo faceva stare malissimo. Quando tornò fuori per aiutare altre persone qualcosa che mai si sarebbe aspettato di vedere catturò la sua attenzione: Draco Malfoy stava prendendo Clare tra le braccia e la stava portando all'interno del castello. Lei si teneva una mano sulla gamba ferita, ma sembrava che adesso che era con lui non sentisse nemmeno più il dolore. Quando la ragazza incrociò il suo sguardo accennò un sorriso stanco, poi Malfoy la portò nella Sala Grande per essere curata e George non se la sentì di seguirli, non voleva infierire ancora su se stesso.

-George!- si sentì chiamare e quando si voltò vide Alyssa. Quasi non riusciva a credere che fosse proprio lì.

-Sissy- riuscì solo a mormorare e la vide correre verso di lui e saltargli tra le braccia non appena fu abbastanza vicina. George la strinse forte a sé, era come se avesse trovato uno spiraglio nelle tenebre.

-Sono riuscita ad arrivare solo adesso, al Ministero c'è stato il finimondo- gli spiegò.

-Non preoccuparti, l'importante è che tu stia bene- mormorò e Alyssa alzò lo sguardo su di lui, sfiorandogli il viso con le dita.

-Tu stai bene? Non sei ferito?- chiese e George scosse il capo. Adesso che lei era lì si sentiva meglio.

-Andiamo dentro- le disse, mettendole un braccio attorno alle spalle e portandola con sé nella Sala Grande.

Quando entrarono poterono rendersi conto di quanto la situazione fosse grave, c'erano feriti ovunque e davvero poche persone in grado di aiutare. Ma c'erano anche molti morti.

George riuscì a scorgere la propria famiglia in un angolo della sala e la raggiunsero in fretta, ma quando sua madre si voltò verso di lui con gli occhi pieni di lacrime sentì il suo cuore fermarsi. Continuò a tenere la mano di Alyssa, non voleva che lo lasciasse, e si avvicinò.

-George- mormorò sua madre tra i singhiozzi, facendosi da parte per permetterli di vedere la persona stesa a terra.

Era Fred.

George lasciò la mano di Alyssa e si accasciò sul corpo senza vita del fratello, le lacrime gli inondavano il viso. La ragazza non aveva mai visto nessuno così disperato. Lo vide abbracciare i suoi genitori, i suoi fratelli, tutti distrutti dal dolore. Si sentiva un'intrusa. Ma poi lui si voltò verso di lei, gli occhi rossi di pianto e le si avvicinò, stringendola tra le braccia con disperazione, come se fosse la sua ancora di salvezza.

Alyssa non avrebbe mai creduto di vedere quel giorno, Fred e George erano inseparabili, erano come una persona sola. Era tutto così ingiusto.

Purtroppo la ragazza sapeva molto bene cosa si provasse a perdere qualcuno, ma in quel momento si sentiva totalmente incapace di fare qualsiasi cosa potesse farlo stare meglio. Poteva solo stargli vicina.

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