4•capitolo -Baciami, Roman-

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Roman

Mi ero portato dietro Lola per farci sesso, non avevo previsto però di veder rientrare Beatriz in un bagno di lacrime. E come al solito, il mio cuore quando si tratta di lei non regge e l'ho mandata via. Per fortuna Lola non è una ragazza che pretende anzi, quando ha capito il motivo mi ha incitato a prendermi ciò che voglio.

Ecco perché piace tanto a Gonçalo!

Non mi aspettavo di certo di passare la serata con Beatriz, credevo non appena mi avesse visto, mi avrebbe cacciato da camera sua. Ma Bea questa sera sembra davvero a pezzi, ha bisogno di qualcuno che le stia vicino e pur di averlo si è accontentata di me. Farò in modo non se ne penta, voglio prendermi ogni briciola del suo tempo e dimostrarle che in fondo non sono ciò che pensa lei. Che per lei, io, farei ogni cosa.

Pure rinunciare a una notte di sesso con uno schianto come Lola.

«Spero che tu abbia un luogo in cui portarmi che mi faccia dimenticare ogni cosa, soprattutto il fatto che sono uscita con te!» afferma pungente, rivelando ciò che già so: il fatto di stare in mia compagnia le fa schifo.

Ti farò cambiare idea, bocconcino.

«Ce l'ho!» affermo, mentre sto guidando.

Ci fermiamo davanti al Sorní una delle discoteche più importanti di Madrid, Bea non appena lo vede è un po' titubante, ma quando la prendo per mano e la incito mi segue.

«Potresti non toccarmi, Roman!» toglie la mano da me e io mi giro a guardarla ridacchiando. «Cosa ci trovi tanto da ridere?»

«Tu... tu mi fai ridere» ribatto, umettando le mie labbra. Qualunque cosa dica dopo, non le presto attenzione ed entriamo in discoteca. Le offro un drink, io me ne scolo due per cominciare. Bea da quel momento in poi, non smette di bere, quasi non fosse più lei.

Beatriz sembra un'altra stasera, sarà l'alcol che ha ingurgitato, ma si è messa a ballare in pista, da sola. Io mi godo lo spettacolo, è di una bellezza da mozzare il fiato quando non ha paura di esporsi, quando non ha il muso sporco di libri. Decido di avvicinarmi a lei, ma uno stronzo qualsiasi mi anticipa e le mette le mani sui fianchi. Appoggio la mia mano sulla sua spalla e lui si volta verso di me, guardandomi storto.

«E tu che vuoi, ragazzino?»

Un sorriso sornione mi sfiora il viso.

«Metti giù le mani dalla mia ragazza!» gli urlo.

Lui mi guarda e non sembra essere convinto, poi forse gli arriva al cervello ciò che gli ho appena detto e, per fortuna, fa un passo indietro e si sposta. Mi avvicino a Bea, ha gli occhi piccolissimi, non riesce quasi a tenerli aperti. Le poso le mani sui fianchi e lei continua a muoversi a passo di musica. Mi sciocca quando intreccia le sue braccia al mio collo e ancora di più quando sfiora la mia bocca con la sua. Non capisce che con questo gesto aumenta il mio desiderio di lei, ma ovviamente non sarà così che prenderò quello che ho sempre voluto da lei.

«La tua ragazza, eh...» mi dice Bea, con un velo di malizia a sfiorargli gli occhi blu cielo.

«Volevi che si approfittasse di te?»

Lei schiude le labbra, sembra non riesca a respirare per il troppo alcol bevuto, i suoi occhi mi ingabbiano e la sua bocca è fin troppo vicina alla mia.

«Vuoi approfittarti tu di me?» si morde la bocca così forte che lascia un segno.

«Solo se lo vuoi» sfioro le sue labbra e solo dio sa come faccio a resistere alla forte voglia che ho di lei. Ho fatto sesso con tante ragazze, ma nulla è paragonabile al desiderio che mi dà un solo suo bacio. Alla voglia che ho di stare insieme a lei, davvero, di avere il suo amore così come lei ha il mio. Ma so che è l'alcol a farla stare vicino a me e che, se solo fosse lucida, le farebbe schifo solo toccarmi.

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