16•capitolo -Non volevo ubriacarmi-

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Beatriz

Al risveglio sento come avessi un cerchio alla testa, ieri sera ho di nuovo bevuto ma questa volta inconsapevolmente. Come ha detto Roman, il punch era corretto e io non me ne sono neppure accorta. Il pensiero di lui si fa prepotente nella mia testa quando mi viene in mente ciò che è successo l'altra sera, ultimamente non faccio che fare gaffe con lui. Non capisco cosa mi prende!

Ma anche se voglio togliermi il suo pensiero dalla testa, Roman non me lo permette perché si presenta in camera mia con una tazza fumante tra le mani. Ha un sorriso sornione stampato sul viso, i capelli scarmigliati e gli occhi gonfi dovuti ad una serata in cui abbiamo fatto tardi.

«Buongiorno, bocconcino. O dovrei chiamarti ubriacona!» ridacchia e si avvicina, gli lancio uno sguardo che gli fa capire che deve tacere.

«Non volevo ubriacarmi, cioè dopo l'ultima volta...» ma è ancora lui a prendere parola, si avvicina ancora più a me e si siede sul mio letto.

«Intendi quando hai tentato di baciarmi?» sghignazza. Mi ricorda il motivo del mio astio nei suoi confronti, anche se non sono più sicura di odiarlo tanto. Ultimamente mi viene difficile, non faccio che pensare ai quasi baci che ci siamo scambiati e il problema di tutto questo è che ho il desiderio di farlo. Odio me stessa per questo!

«Ero...»

«Sì, eri ubriaca, lo so!» mi dà la tazza che ha tra le mani. «Bevilo, ti servirà per riprenderti, per fortuna oggi non c'è scuola.»

«E queste tue gentilezze a cosa sono dovute?» scrolla le spalle e ha un'aria annoiata sul viso.

«Be', alcune volte so esserlo anch'io!»

Mi scappa un sorriso che cerco di nascondere ma è troppo tardi, coinvolge anche lui che mi sorride di rimando e per un solo istante, penso sia davvero bello.

Scuoto la testa per questi continui pensieri insensati.

Mi alzo dal letto e come c'era da aspettarsi, quasi inciampo, ma prontamente Roman mi afferra dalla vita e il suo respiro sfiora il mio collo, portando alla mia pelle brividi che vorrei non avere; continuo ad avere lì da troppe settimane, ma che mi ostino ad ignorare. Non sono mai stata brava a mentire a me stessa, ma questa volta lo devo alla mia incolumità.

«Stai attenta, bocconcino, ti voglio tutta intera!» mi volto nella sua direzione e i suoi occhi si inchiodano ai miei, rimango in silenzio, a corto di parole di fronte al suo respiro che si incaglia al mio. Ci sono troppe parole inespresse nei nostri sguardi, ma cerco di scacciarlo nel rammentare a me stessa ciò che è successo qualche giorno fa. Avrebbe potuto baciarmi, invece mi ha mostrato chiaramente quanto poco attraente mi trovi. Anche se ieri sera...

Scuoto la testa, no, non devo pensarci!

Dunque tento di andare via, ma quando sto per aprire la porta, Roman mi blocca stringendo la mia mano.

«Aspetta!» dice e io mi volto, ha ancora quell'espressione tormentata in viso. «Ieri...» tenta di dire, strascica le parole e non l'ho mai visto così in difficoltà. «Hai perso questa» tira fuori dalla tasca la catenina che mi ha regalato mio padre per un compleanno, tocco istintivamente il collo per rendermi conto che l'ho davvero persa. Se Roman non l'avesse trovata mi sarei sentita per sempre in colpa, c'è un significato speciale in questo gioiello.

«Oh, grazie, Roman, mi hai... mi hai salvato la vita!» e sono così sciocca da lasciare che la preoccupazione per la mia perdita, mi faccia abbracciare Roman. Lo capisco solo all'ultimo cosa ho appena fatto, perché ora le mani di Roman mi stanno stringendo i fianchi e respira di nuovo a fatica. Infatti mi stacco all'istante e cala l'imbarazzo tra noi, comincio a mangiucchiarmi le labbra.

Afterglow (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora