20•capitolo -Non ti è ancora passata?-

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Beatriz

È ormai finita la scuola e devo dire che mi sento piuttosto strana, so che tra poco ci saranno gli esami e che dopo l'estate inizierò l'università. Eppure, benché aspetti questo momento da una vita, devo ammettere che il mio pensiero è un altro: si chiama Roman. Io e lui, nonostante i nostri battibecchi costanti pare che non riusciamo più a staccarci. Ogni volta che non c'è lo cerco e... mi manca. Tutto ciò mi mette paura, perché non so come definire quello che sta succedendo tra noi, ecco perché non sono riuscita neppure a toccare questo argomento, ma c'è anche da dire che pure lui fa di tutto per non aprirlo.

Tutti questi pensieri mi assillano al punto da non farmi dormire, infatti sto passando la notte tra i libri per ripassare gli argomenti da portare agli esami. Sono un po' ansiosa per quello che sarà e spero di essere all'altezza, ad un certo punto un languorino si fa sentire nel mio stomaco, perciò decido di scendere di sotto in cucina per mettere qualcosa sotto i denti, ma non appena entro mi accorgo che non sono stata la prima ad avere questa idea perché Roman è davanti a me e sta cucinando.

Sente subito la mia presenza e, nel girarsi, mi rivolge un piccolo sorriso.

«Bocconcino, anche tu sveglia a quest'ora?» domanda, io annuisco e mi avvicino con le mani conserte.

«Stavo studiando»

Mi guarda come se fosse scontato ciò che ho detto.

«Come fai a concentrarti a quest'ora è un vero mistero»

Sono troppo vicina a lui, ormai so che quando succede mi parte qualcosa di indecifrabile nello stomaco e vorrei tornare a baciarlo.

«Hai fame?» mi chiede ma non mi lascia rispondere. «Sto preparando le piadine»

«Se dicessi no, sarebbe una bugia, ma se dicessi si avrei paura di essere avvelenata. Sono troppo giovane per morire»

Lui ride ed è un po' che mi sono accorta di aver bisogno del suo sorriso sardonico, di quello che fino a qualche settimana fa tanto detestavo. Non so che mi sia successo, come sia potuto cambiare tutto così senza che me ne accorgessi.

«Dovresti fidarti di più di me, bocconcino. Sono un ottimo cuoco» Nel dirlo si avvicina un po' troppo alle mie labbra e mi ritrovo a guardarlo con desiderio, stringo le mani per smetterla con questi pensieri perché non è da me pensare continuamente al sesso. Io e lui non siamo arrivati a quel punto, eppure gli ho lasciato fare di me tutto quello che voleva perché desidero le sue mani addosso e non so come evitare ciò.

«Non so se sei una persona affidabile» scrollo le spalle, lui schiude gli occhi guardandomi in maniera minacciosa. Neppure mi risponde, prende la mozzarella che dovrebbe utilizzare per cucinare e me la infila in bocca.

«Roman!» sbotto, quasi mi affogo. «Sei sempre il solito scemo»

Lui ride a crepa pelle, si piega addirittura in due e io, per vendicarmi, prendo il pomodoro e glielo spalmo sulla bocca.

Non se lo aspettava da me, per ripicca mi afferra le braccia e mi spinge contro il pensile della cucina, poi prende un pezzo di prosciutto e me lo fa ingollare a forza. Questa volta rido e rischio di affogarmi per questo, ma quando riapro gli occhi Roman mi guarda con occhi che sanno di desiderio irrefrenabile.

«Dimmi un motivo per il quale non dovrei baciarti ora» sussurra con un filo di voce.

«P- Perché...» tento di dire ma giuro che è difficile trovare i motivi quando sai di volere tanto qualcosa. «Perché potrebbero vederci»

Roman pare non darmi retta, appoggia la fronte alla mia e mi sfiora il viso col suo alito caldo.

«Dormono tutti...» replica, «non ci vedrà nessuno e io muoio dalla voglia di farlo»

Afterglow (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora