5•capitolo - Hai avuto la vocazione?-

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Beatriz

È ormai da una settimana che cerco in ogni modo di evitare Roman. Non mi tolgo dalla testa quello che ho lasciato succedesse tra noi. Ho finto con lui di non ricordare quasi nulla di quella serata, ma non è così: ricordo ogni cosa. Non mi capacito di come lo abbia potuto baciare, non riesco a capirne il senso e per questo motivo, adesso, averlo vicino mi indispone ancora più di prima. È il fine settimana e ho deciso di passare da Ana, Ester è con Gonçalo e probabilmente non riuscirà a venire.

Mi guardo un'ultima volta allo specchio, poi scendo giù per le scale nella vana speranza di non incontrare Roman, infatti sento la sua voce che ripete un argomento di storia. Da quando ha cominciato a studiare?

«Quindi la Germania...» tenta di dire, ma si blocca quando dallo schermo del telefono – visto che è in videochiamata con Ana – si accorge di me, non fa finta di nulla, si gira verso di me con i soliti occhi maliziosi che non sopporto. Ce la mette sempre tutta per provocarmi, sono il suo bersaglio preferito. «Bea sto studiando!», sbotta, come se gli avessi fatto qualcosa.

«Continua allora...» gli rispondo infastidita. Molla il telefono e si avvicina, i suoi occhi si prendono tutto il tempo per guardare ogni dettaglio di me.

«Come pensi che possa fare se mi sbatti il tuo culo perfetto in faccia? Devi avere un po' di rispetto per me e non andare in giro vestita in questo modo».

Sbuffo perché è l'ennesima presa in giro e alzo gli occhi al cielo, ma Roman continua a tenerli fissi nei miei quasi ci fosse qualcosa di magico. Non capisco perché fa sempre così.

«Cerca di trovare qualcos'altro con cui distrarti.» Lo mollo lì e lascio questa casa con la speranza di rivederlo il più tardi possibile.

«Grazie, Camila, che hai partorito questo culo.» Si rivolge a mia madre come se lei potesse sentirlo e io lo ignoro, sono già fuori dalla porta.

Mi dirigo a casa di Ana e nel frattempo ricevo un messaggio, un po' ci rimango male quando mi accorgo che non è André, probabilmente neppure ci sono più nei suoi pensieri. Dopo quello che è successo alla festa, speravo che avremmo potuto chiarire ma ha ignorato ogni mio messaggio.

Santiago:
Domani sera danno Thor al cinema. Ti va di andarci?

Sorrido comunque, perché sentire Santiago mi fa sempre piacere. Se solo il suo amico avesse un briciolo di Santiago sarebbe un fratello perfetto.

Beatriz:
Si, va bene, sono libera. 20,45?

Santiago:
Perfetto, a domani!

Ripongo il telefono in tasca e mi ritrovo a casa della mia amica. Suono al campanello, lei ci mette un po' a venire ad aprirmi, mi accoglie con un sorriso genuino e mi fa entrare.

«Ci hai messo tanto!»

«Ti ho dato il tempo di studiare con quello scansa fatiche del tuo amico!» Lei se la ride come fa tutte le volte che lo insulto, anche se Ana e Roman sono amici per la pelle. In effetti, per certi versi, lei gli assomiglia ma per fortuna non è una stronza menefreghista come Roman e rispetta i miei sentimenti.

«Si sta impegnando per il compito di storia della prossima settimana. Sembra che suo padre gli voglia togliere la carta di credito se non andrà bene »

«Ah ora si spiega tutto: ovviamente è per interesse. Quando mai ha fatto qualcosa se non per tornaconto!» Digrigno i denti, ogni volta che si parla di lui mi si gonfia la giugulare. Non lo sopporto.

Ana però ride ancora, si ferma e mi guarda.

«Lascialo stare Roman, non è come pensi tu.» Lo difende e usa sempre queste parole per farlo, come se fosse un problema mio non averci un rapporto, come se non lo capissi affondo.

Afterglow (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora