7•capitolo - Potrei baciarti -

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Roman

Ho tra le braccia Beatriz che sta tremando, quasi non mi riconosce e io continuo a stringerla. Quando mi sono accorto da lontano che quello stronzo del professore di matematica era con sua moglie, ho cercato subito con lo sguardo Bea per poi notare che ormai era troppo tardi per frenare le sue lacrime. Spero solo che Ana non se ne sia accorta, anche se, scaltra com'è, ne dubito.

«Ehi, Bea, tranquilla» le accarezzo il viso e mi sembra di rinascere nel farlo. Sono cotto di lei e non posso farci nulla se ogni gesto nei suoi confronti mi sembra qualcosa di estremamente speciale, anche se so che per lei non è la stessa cosa. Cerco di scacciare questo pensiero ma, quando Bea alza gli occhi per incontrare il mio sguardo, perdo ogni battito che ho nel petto e glieli consegno come fossero suoi.

«Lasciami» sbotta, si divincola da me spingendomi, come se fossi io lo stronzo che le ha appena fatto un torto. La guardo e trattengo il respiro, delle lacrime vengono via dai suoi occhi e io tento di asciugarle, invano perché lei non si lascia sfiorare chiarendomi ancora una volta quanto il mio tocco le faccia schifo. Ci rimango male, come sempre, nonostante ci sia abituato. «Roman, tu non mi devi toccare, okay?» Le si incrina la voce e se ne va via, io come uno sciocco rimango fermo e mi appoggio al muro scuotendomi i capelli. Tento di ridestarmi e di ingollare il boccone amaro, un'altra volta, come se tutte le altre volte non fosse già stato doloroso.

Torno dai miei amici e fingo il mio miglior sorriso, così come fingo sempre quando si tratta di mascherare i sentimenti per quella ragazza, e loro non se ne accorgono, tanto per loro sono il solito Roman quello a cui non importa di niente e nessuno.

«Roman» attira la mia attenzione Santiago, è da giorni che ha sul viso un'espressione addolorata, quasi gli avessero ucciso il gatto. «Hai visto Bea?» Ed era ovvio che fosse proprio per lei, e questa cosa mi uccide. Santiago è uno dei miei migliori amici, quello più sensibile di tutti, e l'idea che ci siamo innamorati della stessa ragazza mi distrugge. Anche se mi sembra chiaro che nessuno dei due ha speranza con lei.

«L'ho... l'ho vista poco fa.» Odio dover fingere con Santiago un'indifferenza che non sento nel parlare di lei, soprattutto dopo il modo in cui mi ha trattato nonostante volessi solo aiutarla.

«Vorrei parlarle. Cioè ho l'impressione che mi stia evitando dopo... dopo quello che è successo con Ana.» Si porta le mani tra i capelli biondi e appare sul suo volto quell'espressione addolorata che un po' mi fa ridere visto che non è successo niente di irreparabile come pensa. Però lui è fatto così, ha paura di perdere le persone.

«Santi» gli passo un braccio sulla spalla. «Bea non ce l'ha con te, okay? Puoi stare tranquillo.»

«E come lo sai? Ci hai... ci hai parlato?» Nel momento in cui lo dice, mi accorgo che Beatriz mi passa di fronte, mi lancia uno sguardo e ancora una volta il mio cuore perde un battito. Nel frattempo anche Santiago si accorge di lei, mi molla per raggiungerla e io vado in classe.

Le lezioni iniziano ed è la prima volta che vedo Beatriz arrivare tardi. In questo momento c'è il prof di matematica che sa fingere bene che tra lui e Bea non sia mai successo niente, probabilmente perché non glien'è mai importato. Lei invece tiene continuamente gli occhi bassi e io non riesco proprio a smettere di guardarla. Finite le lezioni incontro Julia e non è neppure un caso visto che si capisce chiaramente che cercava me, la ignoro da un po'.

«Roman» stringe le sue mani piccole sui fianchi e mi guarda con i suoi occhi scuri, ha un viso serissimo che non le avevo mai visto.

«Ehi, bambolina» le sorrido, cerco così di addolcirla. E ci riesco pure perché sulla sua bocca spunta un piccolo sorriso che tenta di trattenere senza risultati.

Afterglow (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora