24•capitolo -Non lo dirai a nessuno?-

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Beatriz

Questi giorni insieme a Roman sono stati molto intensi. Non mi aspettavo che ci sarebbe stato tutto questo con lui, fino a qualche settimana fa lo detestavo e ora non riesco a smettere di pensarlo. Non riesco a negargli proprio nulla. Passa tutte le notti nella mia stanza per poi andarsene prima che i nostri genitori possano accorgersene, e il sesso tra noi è pazzesco. Ogni volta che mi tocca mi manda in escandescenza, e odio il pensiero che possa farlo con qualcun'altra. Eppure, nonostante quello che sta accadendo tra noi, conosco bene Roman, so com'è fatto: non si lega a nessuno e probabilmente si stancherà presto della nostra situazione. Ciò mi atterrisce e non so nemmeno perché, ho paura che lui possa guardare un'altra come guarda me, perché nessuno mi ha mai fatto sentire così desiderata.

«E con questo è tutto...» esclama Ana entusiasta del fatto che abbiamo finito di riempire la mia valigia. Tra qualche ora partiremo per Guadalajara e ho chiesto alle mie due migliori amiche di darmi una mano. Sono così sbadata in questo periodo che ho paura di dimenticare qualcosa.

«Grazie, ragazze, non so come ringraziarvi.» Mentre lo dico, il telefono comincia a squillare e loro non hanno il tempo di rispondere. Mi accorgo essere mio padre, dunque esco dalla stanza e gli rispondo; ultimamente, si fa sentire sempre meno.

«Ciao, Pà.» Sorrido come lo avessi di fronte. Mi manca così tanto che vorrei stringerlo. Lui è la mia ancora e quando non è con me sento come un vuoto in pieno stomaco.

«Tesoro» dice con la voce tenera. «Come stai?»

«Sto bene, ma starei meglio se ti facessi sentire di più.» Ammetto mordendomi forte le labbra. Non voglio farlo sentire in colpa, ma soltanto capire le ragioni della sua continua assenza. So che sta frequentando una donna, ma si stanno avverando tutti i miei timori: si sta allontanando da me.

«Hai ragione. Sono stato molto impegnato per via del lavoro, sai. Ma ti ho pensato ogni giorno.» Riesce ad addolcirmi come sempre. Le sue parole sono sempre rincuoranti e, anche quando litighiamo di brutto, non riesco mai ad avercela con lui. «Tu stai partendo, immagino.»

Stringo gli occhi in un'espressione confusa, gratto la nuca e schiudo le labbra per parlare.

«E tu che ne sai?» domando leggermente interdetta. Non ci siamo sentiti in questi giorni, dunque non gli ho detto della mia partenza.

Lui rimane per un attimo in silenzio, pare stia pensando a cosa dire.

«Tua madre.» Ammette, cercando di essere il più calmo possibile, lo conosco bene. «Io e lei ci sentiamo per parlare di te e mi ha detto che stavate per partire.»

«Hmm...» mi limito a dire. «Capisco. Non credevo vi sentiste...»

«Si, tesoro, ma adesso ti devo lasciare che devo tornare al lavoro. Fammi sapere quando arrivi, mi raccomando.» mi dice sbrigativo. «Ti voglio bene, piccola.»

«Anche io ti voglio bene.» un sorriso spontaneo si fa spazio sulle mie labbra quando riattacco, ma anche quella malinconia che mi perseguita da quando i miei si sono separati. Vivere con mio padre mi manca, stare con lui, è troppo difficile sapere che esisterà sempre questa distanza.

Ma non ho il tempo di metabolizzare il tutto che due mani mi arpionano e mi trascinano in camera sua. Roman senza aspettare che fiati, mi stampa le sue labbra sulle mie e mi guarda voglioso, come sempre.

«Roman, ma sei impazzito?» sbotto, perché la sua irruenza mi manda ai matti, anche se in fondo mi piace, ma questo non lo saprà mai.

«Sì» sorride sornione, «sono impazzito per te, non lo sai?» mi accarezza il viso con i pollici, poi il suo sguardo si incupisce. «E dimmi un po', signorina, chi era al telefono?»

Afterglow (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora