8•capitolo -Perché mi piace tanto-

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Beatriz

Che cavolo stava succedendo tra me e Roman in quella piscina? Si, perché sono consapevole che, se non fosse arrivato il padre di Roman, io non mi sarei fermata. Mi sarei spinta oltre, e questo ovviamente non perché mi piaccia Roman, ma perché volevo dimostrare a me stessa che se voglio, so spingermi oltre. Sono stanca di essere vista da tutti come la ragazzina frigida che pensa solo allo studio, prima mi piaceva, adesso non più. Soprattutto non mi piace più da quando ho capito che probabilmente anche André la pensava così su di me e mi ha mollato per questo. In fondo, quell'unica volta, mi sono tirata indietro e forse è stato proprio questo a far fare la stessa cosa a lui.

Sono a cena con mio padre ma nonostante sia sovrappensiero, lui non se n'è accorto e questo perché continua a stare col telefono e a sorridere.

«Con chi parli, pà?» Gli domando e solo a quel punto sembra ricordarsi della mia presenza. Alza lo sguardo e cerca di fare lo sguardo serio, ma ho capito che c'è qualcosa di strano in lui.

«Roba di lavoro, tesoro» ammorbidisce la sua bocca in un sorriso. «Tu come stai? Tutto bene a scuola?»

Annuisco e appoggio le mani sul tavolo.

«Bene, non mi posso lamentare»

«E con quel ragazzo... Roman, giusto?» dice proprio il nome che in questo momento non volevo sentire, visto ciò che è successo ieri. «Vanno meglio le cose?»

«Lui è sempre... sempre Roman» gli sorrido, lui mi fa un veloce cenno con la testa poi torna a rivolgere lo sguardo allo schermo e scrive un messaggio veloce. «C'è qualcosa che dovrei sapere, pà?» mi preoccupa chiederglielo, questo perché ho paura che si veda con qualcuno. Lo so che mio padre ha il diritto di essere felice, ma con lui ho un rapporto splendido e da quando si è mollato con mamma è anche meglio, lui è tutto per me, dunque so che si allontanerebbe in un certo qual modo.

«Tipo?» schiarisce la voce, poi mette il blocco al telefono.

«È da... da quando siamo qui, ovvero da un'ora, che stai appiccicato al telefono e quando lo faccio io non la prendi molto bene» sta per aprire bocca, ma riprendo a parlare e non glielo lascio fare: «Inoltre, sì, è anche strano che tu non mi abbia chiesto nulla della mamma» confesso, visto che benché si siano lasciati ormai da un po', tanto che la mamma ha sposato il papà di Roman, lui è sempre stato innamorato di lei. E ogni volta che ci siamo visti ha trovato una scusa per chiedermi come stesse, se fosse felice col nuovo marito, oggi stranamente non l'ha fatto e continua a sorridere davanti al telefono. Ho la sensazione che dietro ci sia una donna.

«Tua madre, si, come sta?» è il suo modo per sviare il discorso, dunque mi ritrovo a sbuffare.

«Bene, come sempre».

«Hmm» dice in imbarazzo e guarda dappertutto tranne che verso di me.

«Non c'è altro che vuoi dirmi?» lo incalzo.

«Non mi sto vedendo con nessuna donna, tesoro. Tu sei l'unica donna della mia vita» mi rassicura e appoggia la sua mano sulla mia. Lo guardo negli occhi e so che sta mentendo, lo conosco fin troppo bene. Ciò mi fa sentire egoista perché so che non la prenderei bene se lui avesse una persona, anche se so che è giusto così. Anche mia madre si è rifatta una vita, eppure per me non è la stessa cosa. Ho un rapporto troppo speciale con mio padre.

Quando torno a casa, da fuori, sento un baccano enorme. Sbuffo un profondo respiro visto che sono certa che quell'idiota di Roman ha organizzato una delle sue stupide feste, con tanta gente che una casa normale non potrebbe mai contenere. Entro in casa furiosa e decido di cercarlo, anche se non è facile perché lo spazio è grande e lui, probabilmente, sarà appartato con una delle sue fiamme. Come sempre d'altronde.

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